Vademecum linguistico per l’architetto in Cina

Tu, giovane architetto che sogni un’esperienza in oriente, sei forse frenato dalla tua non perfetta padronanza della lingua inglese?

Lascia perdere corsi libri e tutte quelle cose che appartengono ormai al passato. Assumi la posizione del loto sul punto di fiorire e con un respiro profondo pervadi il tuo chakra di energia positiva.

Fatto? Ok, non ti resta ora che leggere cinque piccole regole:

1- TETRIS

E’ la regola più banale, ma vi darà parecchie soddisfazioni. Si basa sul concetto che conoscendo circa 50 parole è possibile esprimere un numero tendente all’infinito di concetti.

Avete presente Pastarito?

Pastarito è quel luogo surreale arredato con capitelli di polistirolo e fregi finto neo-neoclassico secondo solo per gusto all’outlet di Barberino del Mugello, quello con la finta Firenze (chi non lo conoscesse è pregato di visitarlo al più presto), quello che la gente vedendolo dice “ma guarda che bellino, finalmente un outlet originale”.

Dicevo, Pastarito ha (o aveva, non so se esiste ancora) un menù dove a sinistra sceglievi il tipo di pasta e a destra il condimento. Così, senza nessun criterio…

Il risultato era mediocre, ma alla fine avevi la possibilità di creare un gran numero di combinazioni.

Bene, scegliendo tra una rosa di parole chiave e inserendo variabili quali tempo, luogo, e qualche aggettivo (non esagerate), sarete in grado di pronunciare frasi che esprimono apprezzamento, gioia, disappunto ed entusiasmo.

Questa semplice regola rappresenterà la vostra base linguistica attorno alla quale ruoteranno tutte le altre regole

2- SO ERGO SO

Esistono parole che sicuramente vogliono dire qualcosa, ma nessuno ha mai perso tempo per studiarne il significato. Queste sono “so” e “well”.

L’unica cosa di cui dovrete preoccuparvi è di saperle pronunciare bene, poi tutto il resto viene da sé.

Usate le suddette all’inizio di ogni frase, seguite da una breve pausa. Usate l’una o l’altra a seconda del gusto del momento.

E’ possibile utilizzarle anche quando vi viene fatta una domanda della quale ingorate il significato. Basterà dire, “well”…e fare una faccia pensierosa.

Il vostro interlocutore vi suggerirà una risposta, alla quale voi risponderete con uno sguardo con il quele direte “vedi che noi ci capiamo…”


3- THE SUPERDICKLY (ovvero la supercazzola inglese)

Trattasi di una frase senza senso pronunciata però in un perfetto accento british. Si basa sull’insicurezza dell’interlocutore.

Uso: buttate lì la superdickly quando uno meno se l’aspetta e guardatelo con aria di sfida. Se l’interlocutore prova a rispondervi con parole tipo “sorry?”

Voi con sguardo bonario ma non troppo gli dite “come on!” e poi gli fate una faccina ammiccante, come se diceste “questa cosa la dico a te perchè mi fido”.

Se il tipo si arrende e vi fa un sorriso il gioco è fatto, se è uno puntiglioso e sostiene ancora di non avere capito gli dite un po’ infastiditi “Never mind” e ve ne andate. Dopo mezz’ora verrà a chiedervi scusa.

Esiste una versione livornese da usare in ambiente poco formale che funziona più o meno così:

“evenglisness, is no driel?”

“eh?”

“puppa”

4- ITALIANI POPOLO DI ARTISTI

E’ la tecnica più difficile, ma anche quella che dà più soddisfazioni.

E’ complicato metterla a punto perchè si basa unicamente sulla mimica facciale.

Mettiamo che una presona vi dica una cosa di cui ignorate il significato, dovete rispondergli con una faccia che dice più o meno questo:

“Scusa ma hai capito o no chi sono io? Io sono un architetto italiano. Hai presente? Quindi prima di chiedermi qualcosa ricordati che noi siamo artisti veri, mica come voi che copiate tutto. Noi non stiamo mica lì sui libri di inglese come secchioni, noi creiamo. Non è raro che l’ispirazione ci venga in spiagge illuminate dal chiaro di luna, seduti al pianoforte e circondati da ballerine indiane.

Comunque ora và, io ti perdono…”

Lo so,non è facile calibrare bene lo sguardo, ma d’altra parte queli libri d’inglese sono così noiosi…

5- ESCAPE

Quando proprio con le altre tecniche non riuscite a cavarne un ragno dal buco, esiste sempre il modo per disimpegnarvi.

Al telefono è facile: basta dire “de làin is very bed” e riattaccare. Non provate a imitare fruscii o roba del genere perchè vi sgamano subito. Una variante è quella della batteria che improvvisamente vi ha abbandonati.

Un appunto: questa tecnica funziona unicamente sul cellulare. Se il vostro capo vi chiama sul telefono dell’ufficio fareste bene a inventarvi una variante (sperimentato sulla mia pelle).

Dal vivo le cose si fanno più complicate, visto che dovrete fingere un vero e proprio malessere, che va da un semplice mal di testa (sorri, ai dont fil gud) a un vero e proprio mancamento nel caso abbiate fatto una cazzata di quelle grosse, tipo consegnare le tavole di un concorso a un indirizzo sbagliato.

Ora siete pronti per venire da queste parti. Se lo fate davvero fatemi uno squillo che ci beviamo una birra…

A presto.

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