aim bech

I presupposti per fare di questa giornata una bella giornata c’erano tutti stamattina: colazione con pane e nutella, succo d’arancia e caffè vero mentre tornavano alla mente le parole dette dal capo ieri parlando del mio ultimo progetto. L’autobus in Orario, il sole (mai scontato da queste parti), l’omino gentile che ti saluta all’ingresso del ferry…

Poi, soprattutto, i messaggi letti ancora prima di cominciare a lavorare, quando lo studio è deserto e ancora non si sentono i ronzii delle ventole dei computer.

Grazie a quelli che mi hanno lasciato un messaggio qui o in privato.

Oddio, ora mi sento come quelle ragazzine viziate che chiedono conferme e una volta avute continuano come se niente fosse successo.

Il fatto è che davvero mi chiedevo quale fosse il senso di un blog, soprattutto se non ha la funzione di informare, né di fornire chissà quali opinioni illuminate.

Voglio che il mio blog sia così: un insieme di considerazioni fatte con leggerezza (spero non con superficialità) da non prendere troppo sul serio, magari da condividere con altri.

D’altra parte anche a me questo blog serve ad attenuare un po’ la pressione che accumulo durante la giornata, che davvero non è poca…

No veramente non…non mi va. Ho anche un mezzo appuntamento al bar con gli altri. Senti, ma che tipo di festa è? Non è che alle dieci sono tutti a ballare i girotondi e io sto buttato in un angolo…no.

Ah no se si balla non vengo. No allora non vengo.

Che dici vengo? Mi si nota di più se vengo e me ne sto in sisparte o se non vengo per niente?

Vengo. Vengo e mi metto così, vicino alla finestra, di profilo, in controluce. Voi mi fate “Michele vieni di là con noi, dai”, ed io “andate, vi raggiungo dopo”.

Vengo, ci vediamo là.

E’ proprio vero: quando si invecchia si diventa insopportabili… :o)

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4 risposte a aim bech

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