ARIECCOCI come vedete ho

IL MET, MUSEO ENCICLOPEDICO DA CAPOGIRO.

questa foto sulla scalinata del MET l’ha scattata Quim, in realtà me ne ha scattate moltissime mas.

Ci siamo conosciuti 1 anno fa in chat, io direi che a parte essere impedito per tutto ciò che concerne lavori pesanti e complicati del fai da te, trapanare, montare mobili, mettere mensole ecc… devo dire che è un’ottima persona. Quasi fin dall’inizio, abbiamo intuito che potevamo essere buoni amici. Condividere con una persona letture, film, viaggi, esposizioni d’arte e sport (fasulli ma pu sempre denominati così) non è affatto facile. Infatti io credo che il golf, sia una disciplina e non un vero e proprio sport, anche se effettivamente, dopo una giornata, un certo squilibrio muscolare nelle articolazioni superiore, si nota. Bhe come dicevo, con Quim è davvero possibile condividere veramente tutte queste cose`; è lui che mi ha inoltrato nel mondo del golf e mi ha regalato il mio primo nº7. (un ferro). per dirla tutta è uno con cui passi volentieri del bel tempo. e poi è anche uno di quelli che se hai bisogno c’è. Per il momento posso anche dire, sempre.

ad aprile si parlò di fare un viaggio a New York, per Capodanno e alla fine le nostre vite, sono cambiate così poco, nell’arco di quegli 8 mesi, che davvero ci siamo andati.

Si perchè come dicevo l’altro giorno, Barcellona ti può cambiare le possibilità di scegliere come vivere, ogni settimana. ma mi sa che più passa il tempo e più diminuiscono questi effetti collaterali.

Per cui davvero mi ha raggiunta a NY, il 27 e menomale.

Poi però gli ultimi due giorni della sua permaneza li ha trascorsi senza me, in quanto ero impegnata a farmi la vacanza nella vacanza a Portorico, per placare, non essendoci riuscita a NY, quegli stati d’animo, basicamente, dovuti ad una ingiustificata scontentezza e insoddisfazione di fondo.

Al MET, dove non ero stata, (cosa già detta) l’anno precedente, stavolta ci son voluta andare con lui.

la visita

Fortunatamente, giacchè una sola giornata non basta per visitarlo tutto, eeravamo daccordo quasi su tutte le priorità della visita.

Per cui dividemmo le aree da vedere in 3 classi:

a) Sale che dovevamo vedere assolutamente

b) Sale che avremmo visto se c’era tempo

c) Sale in cui di sicuro non saremmo entrati, per scelta e per tempo.

Dovevamo aggiungere, una quarta classe: sale in cui capitaremo per caso, ma per definizione era impossibile.

Nella classe a, erano presenti le sale :

al primo piano:

  • sala dell’ arte egiziana,

è una sezione, questa che gode di poco spazio, a mio avviso, per esporre la quantità di opere che possiede. La statua di Hatshepsut, una delle regine più famose dell’antico Egitto, era andata a fare una escursione in qualche altra galleria d’arte, in giro per il mondo, perchè dopo averla tanto cercata, abbiamo chiesto e ci hanno detto ” l’hanno prestata”. la collezione è molto ricca, perchè furono inviate , nell’arco dei decenni anteriori, varie spedizioni archeologiche ad esplorare il territorio egizio, e questi sono i risultati di interessanti scavi, appunto promozionati dallo stesso MET. Sono abbondanti i pezzi risalenti al tardo nuovo regno, quindi appartenenti alle ultime dinastie. Fu questa un’epoca inquieta, in cui gli Egizi, valutarono la possibilità di abbandonare la sepoltura privata singola, a favore di una sepoltura familiare, più facile da proteggere dai saccheggi. per cui tutte le decorazioni parietali, si riversavano direttamente sul sarcofago.

louvre - sarcofago egiziano

Numerose, e di stravaganti colori, le statuine piccole, che rappresentavano gli aiutanti, di cui avrebbe avuto bisogno il defunto, nell’al di là. Papiri con le dichiarazioni di innocenza, (a raccomandazion!!!) gioielli, rilievi, scarabei e oggetti preziosi, arricchiscono una collezione stupenda, mozzafiato.

  • sculture europea e arti decorative

questa sezione non aveva una ubicazione precisa, infatti le opere di Tiffany Studios e di Wright, erano un pò sparse, negli spazi, di percorso, se così si possono definire. Un esemplare di vetrata wrightiana, era situato all’ estremo della sala break, di cui non conosco il nome, però ricordo che era adiacente alla The american wing, che faceva parte della nostra terza

classe.

la sala di cui parlo, ospita una caffetteria, che dà sul central park, ed è stato emozionante, essere lì a degustare panini americani moderni (integrali e con molto verde), rinfrescare la mente dop aver immagazzinato tante immagini e nozioni, e rilassarsi sulla vista del parco, con i suoi alberi un pò verdi e un pò spogli.

Certo il giardino delle sculture del MOMA, non ha nulla da invidiare al MET, che si difende bene con la sua collezione, ma la distribuzione delle sculture, non omogenea, a mio avviso, non suscita le emozioni del nuovo museo di Yoshio Taniguchi.

certo è che anche qui non potevano mancare i sinuosi nudi femminili di Maillol, grande ricercatore della struttura umana che insegue il movimento e la torsione, del disperato Rodin e d altri esemplari interessanti del classicismo francese.

una cosa ho scoperto stasera, scrivendo questo post, al MET mi ero meravigliata della quantità incredibile di ballerine di Degas. Bhe a quanto ho capito, qui ci sono tutti i “Degas di Degas” i quadri e le sculture che Degas, aveva tenuto per se. Tra queste un’opera famosa, “la ballerina quattordicenne” che si distingue dalle altre, per il tulle vero e incerato che la figuara indoissa.

  • sala dell’arte Africana, Oceanica e delle Americhe, di cui parlerò in un altro momento, perchè merita uno spazio tutto suo.
  • collezione Robert Lehman,

quest’ultima ubicata, (vedi pianta in alto) pianta, nella sporgenza centrale, inglobata in un triangolo. l’allestimento di questa collezione, è sobrio e allo stesso tempo ben articolato, con un dinamismo contenuto, ma presente. le gallerie che ospitano questa collezione, sono state ideate, per far rivivere, l’atmosfera di casa Lehman a New York. Notevole la collezione di arte olandese e di quella spagnola, dove figurano diversi quadri di Goya e di El Greco. Ovviamente anche in questa sala, come in tutto il museo, abbondano i dipinti francesi, c’erano opere dei fauves. Tra tutti i movimenti nell’epoca degli ismi, il fauvismo è sempre stata una corrente artistica, che mi ha affascinata: mi ha sempre intrigata il mistero della filosofia laica e immanente dei fauves, che attraverso “gesti bestiali” si allontanavano dal realismo, ma fino ad un certo punto, infatti non perdono l’uso delle pennelate marcate e brevi, come nell’impressionismo. Il colore è destinato a campire spazi dai contorni ben definiti, a volte quasi violenti.

Il parlamento di notte, di Derain, dipinto a Londra (fa parte di una serie), possiede in pieno, la pennellata appena più lunga e spezzata tipica del suo stile.

bhe in un’ora di blog non si può descrivere bene il Met, e nemmeno una parte di esso.

tempo scaduto, vado a nanna, domani sveglia alle 6.30.

sto lavorando come non avr
ei mai creduto di fare. TANTO.

abbracci sparsi.


ARIECCOCI

come vedete ho messo su, qualche link, ovviamente “tutti” amici. visitateli.

Sara e Agustin, sono colleghi del corso di ceramica-scultura, che riprenderò a giorni. L’ultimo è tornato da un bel pò nel continente americano.

entrambi si dedicano all’arte e alle sue molteplici sfaccettature. Nel blog di Sara, vi consiglio vivamente di spulciare le foto fatte a Napoli e a Pompei.

Hernan Y Vanessa, sono i miei amici ( 8 ott 2005 vedi post) partiti da Barcellona e che da un anno, vivono a Sydney, leggete il post su Melbourne (proxima destinaciòn??) e ammirate le foto di Sydney a Capodanno.

dai avete un bel da fare….

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