BUCEAR EN LOS CENOTES

BUCEAR EN LOS CENOTES TULUM MEXICO

“Cenote es un término que solo se utiliza en México y que proviene de la palabra maya “dzonot”, que significa “abismo”; son pozos de pozos de agua dulce creados por la erosión de la piedra caliza, suave y porosa, pero para el mundo maya eran fuentes de vida que proporcionaban el líquido vital, además de ser una entrada a las maravillas del otro mundo y el centro de comunión con los dioses.”

En la Península de Yucatán abundan los cenotes y es una de las experiencias más emocionantes, que solo puede disfrutarse en esta parte del mundo, es bucear y explorar estos fabulosos y misteriosos cenotes y sus ríos ocultos.

I CENOTES sono fiumi sotterranei di acqua dolce creati per l’erosione della pietra cañiza.

ieri sono andata al GRAN CENOTE a 5 km dalle capanne sulla spiaggia dove alloggio. Dopo 3 ore di preparazione e di briefing, finalmente siamo giunti in questo luoigo meraviglioso e….udite udite la mia immersione è durata solo 3 minuti. la mia claustrofobia si è fatta sentire al momento di dover passare sotto le prime rocce. Era tutto oscuro, nonostante avessimo le lampade, ho fatto segno all’istruttore che volevo andar su e …finish. 60 dollari buttati realmente nel cesso. iuuuuuuu

Bhe si perchè nonostante non ci sia stata l’immersione vera e propria per me, c’era stata tutta la parte previa, anche lunghetta, a dir la verità, che non guasta mai, perchè più i briefings sono chiari e meglio è.

In ogni caso oggi non contenta, ci ho riprovato. In un altro cenote. Due anni fa avevo visto le fotografie di Gabriella, una mia miaca siciliana, ( ribatto che è importante guardare le foto dei viaggi degli amici e ascoltarne i racconti) mentre faceva immersione a Tulum, in un cenote. Mi innamorai di quell’azzurro e mi lascia cullare dalla sensazione che si deve provare nuotando nei misteriosi fiumi sotterranei, tanto preziosi per i Maya.

stamattina, stessa situazione, anche se il cenote era profondo solo 4 metri. Ho avuto panico dopo le prime boccate d’aria della mia bombola. ma stavolta l’istruttore-guida era Katana, un ragazzo messicano, dai riccioli dorati e con una abbondante pancetta di birra, ex figlio di politici, che vive dormendo su di un’amaca. il gruppo era di 3 persone, 2 divers e lui. l’altro scuba diver, un americano sui 60 anni, era istruttore anche lui e ha capito la situazione al volo ed è sceso sott’acqua, esplorando la zona, più vicina a noi, mentre Katana ed io, facevamo la prima parte della psico-immersione. Quando il dive master ha cominciato a capire che forse non c’era verso di farmi scendere ha cominciato a dirmi che era solo un problema psicologico, che non saremo andati sotto le rocce, ma che almeno dovevamo scendere sott’acqua, perchè due immersioni mancate con attacchi di panico, fanno perdere per sempre la voglia di immergerti e si rischia di perdere il mondo dive per sempre. Aveva perfettamente ragione, avevo appena pensato di non andare sott’acqua neanche a Cuba. Poi ha cominciato a menarmela che dopo aver fatto il giro del mondo da sola, e dopo aver fatto immersione a 25 metri con 7 squali intorno, non potevo non scendere in acqua dolce, 4 metri. Siamo stati lì in superficie con i gilet gonfiati per circa 20 minuti “para arreglar el mundo” (espressione tipica spagnola. Poi quando ho cercato di vincere la paura, ho lottato con la giordana debole e alla fine ci siamo immersi sorridendo. In realtà io non avevo paura delle cave in quanto tali, avevo paura di non poter affrontare il mio panico sotto le grotte. poi la tensione del momento, il nervosismo, due giorni di fallimento acquatico consecutivi ero completamente decisa a non andare sotto. Poi Katana, mi ha fatto sorridere, ha cominciato a farmi il solletico con tutta la muta, mi ha rasserenata e rassicurata,e alla fine abbiamo fatto una breve ma bella immersdione di circa 30 minuti, passando in alcuni brevissimi tratti sotto le rocce e scoprendo il meraviglioso azzurro che filtrava dall’alto.

Katana: grazie.

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