Il grande viaggio

Ci siamo quasi. Mi diverto e allo stesso tempo mi sorprendo a notare come io mi senta tranquilla, consapevole che ció a cui vado incontro é l´esperienza piú significativa per una donna ma anche la piú comune ad ogni latitudine.

L’atto di partorire comporta una separazione, così come l’atto di partire. Non a caso i due verbi pare che abbiano una lontana etimologia comune. Dato che ogni separazione è in qualche misura dolorosa, è per me un controsenso inseguire il mito del parto indolore. Peró allo stesso tempo sono molto piú concentrata sull´atto di dare la vita a mio figlio che al mero particolare di separarmi fisicamente da lui.

Analizzo la mia tranquillitá e capisco che dare alla luce nelle mie condizioni é da privilegiati. Sono ampiamente serena per la mia condizione all´interno della societá e totalmente felice con il mio partner. Due fattori, che secondo varie letture effettuate, condizionano moltisismo tale esperienza.

Il mio muro su facebook, notoriamente bloccato da 4 anni e per l´occasione speciale debitamente aperto,  gocciola messaggi di fiumi di persone da tutto il mondo che vogliono news. Mi riempie di orgoglio, pensavo che la cosa potesse aggravare l´ansia  o in qualche modo infastidirmi, ma anche questo dettaglio ha sortito effetti positivi. Sono felice che cosí tante persone amiche attendino con me l´evolversi di questo felice evento.

E tiro le somme. Come il mio solito. Mi volto indietro e scruto tutto. Osservo il mio passato e controllo se tutto é in ordine. La mia esperienza lavorativa durante l´universitá e tutti gli amici del Mc che conservo nel cuore, i corsi in facoltá super affollati, gli esami sofferti, le nottate, gli amici, la laurea in urbanistica, il 110 cum laudem, i brividi, le lacrime e gli anelli di brillanti.

Il primo aereo per Barcellona, il master all´Istituto di Studi Metropolitani, i primi lavori, le numerose  porte chiuse in faccia negli studi di architettura per non saper usare autocad, i night club, i concerti, le chitarrate con Martin, Hernan e Richard.

 Poi lenti passi, tenacia, grinta, soldi contati in tasca e le spese ai discount, le prime soddisfazioni professionali, le nottate negli studi prestigiosi, le scalate sui cantieri, l´elmetto, gli operai, i contratti con gli industriali. L´esperienza con i progetti del comune di Barcellona, i Supervisors, cantieri e ancora cantieri. Il restauro dell´edificio a Gran Via, i progetti alla Vodafone, odore di calce e polvere di marmo, jeans bianchi di gesso e pittura, puzza  di bitume caldo sulle terrazze a Rambla, vertigini sulle impalcature, la gru che blocca la Rambla per caricare la macchina dell´aria condizionata.

E poi il grande viaggio. ArchitecTour. Incontri con persone fantastiche, bastoncini di incenso e silenzio nei templi in Asia, foglie di coca in bocca per l´altitudine in Sud America, immersioni con gli squali in Australia e a Cuba, rafting con Francy in Nuova Zelanda, l´incontro ad Hanoi con il mio uomo. Mio e di nessun altro. L´esperienza a Dubai, i progetti della metropolitana, le temperature a 45°  e le caviglie grosse, i pianti e gli episodi di razzismo. La vita in Germania, i concorsi di architettura con Piernicola, i corsi di tedesco, il freddo cane, i mercati di natale e il vin brullé, i nostri matrimoni civile e cattolico, i nostri amici da tutto il mondo, la pubblicazione del libro, la presentazione e gli applausi,  la notizia della vendita di mezza tiratura in soli  5 mesi, le estati a nel mio appartamento a Barcellona e il via vai di ogni anno (tutte le ultime 11). Tutto é in ordine, abbiamo fatto quello che volevamo e anche di piú.

Una vita meravigliosa, che aspetta solo di essere completata in questi giorni.  Siamo sani, felici, realizzati e soprattutto pronti ad accogliere questo figlio.

Adesso iniziamo il nostro grande viaggio, che non avrá mai fine.

Ti aspettiamo.

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