Scrittura. La scrittura, causa

Pesci

undicesimo: Scrittura

dodicesimo: Bellezza

Scrittura. La scrittura, causa internet, è di domopack. Diventata asfissiante, come un foglio di plastica non lascia respirare. Repellente: troppi testi, troppe parole, troppa spazzatura. La voglia di immergersi nella lettura diminuisce: poco tempo a disposizione, infinite possibilità dietro il prossimo link. Non a caso qualcuno dice “surfare sulla rete”. Il gioco è mantenersi in superfice, perifericamente, senza mai affondare. L’immersione è deleteria è letale. E la materia, il testo, è densa e insidiosa. L’approfondimento è roba da sfigati, la superficialità, invece, da surfisti.

In realtà internet consacra la definitiva morte della scrittura discorsiva ed anti-grafica. Mette alla prova gli editori, gli scrittori. “Ragazzi, dice, tutto da rifare”. Nuove regole, nuova comunicazione. Obiettivo: preservare l’emozione nell’immersione.

Vince come al solito la poesia, l’architettura del testo: regole, vincoli e riflessione precedono la forma comunicativa.

Strategie, assonanze, iterazioni, colpi di scena. Studio dell’estetica del testo, che si è ridotto diventando “meta-testo”.

Internet, infatti, è il nuovo giocattolo della riduzione ed Hemingway non se la sarebbe presa, avendolo tra le mani.

ernest hemingway

21 luglio 1899 Oak Park

2 luglio 1961 Ketchum, Idaho

Bellezza: indescrivibile l’ emozione. Ineffabile si dice. Provano a descriverla i poeti. O i registi. O i pittori. I quali non potendo descriverla, si limitano a imitarla. Pertanto bellezza e senso della vita hanno in comune questo senso di ineffabilità. Prossimo alla tentazione di unificare i due termini, mi fermo per cautela: la bruttezza, onnipresente compagna della pigrizia, ha il vizio di essere permalosa.

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