Pesce ventiquattresimo: Calypso Il

Pesce ventiquattresimo: Calypso

Il mito: la bella Calipso innamoratasi di Ulisse, lo ospita nell’isola di Ogigia, promettendogli l’immortalità in cambio del suo amore. L’eroe rinuncerá riprendendo il suo viaggio.

Foi como um forte temporal
De repente sobre mim
Perigoso e fatal
Não tive como fugir
”.

Le canzonette popolari sono lo specchio reale della società che le ascolta e che vi si immedesima. Creano alcune tendenze, ma al tempo stesso si integrano a tendenze già in atto. Tanto vale curiosare nel panorama delle icone popolari presenti in un paese per capire qualcosa di più in quella società.

Qui in Brasile, la cantante Calypso mette a nudo una specie di romanticismo infantile semi-adolescenziale diffuso. Rappresenta un cliché femminile che cerca legittimazione delle proprie pene d’amore trovandola nella oceanica risposta di un pubblico che trova in Calypso la legittimazione delle proprie.

Calypso è una nuova romantica arrivata in ritardo, ma accolta con successo perché disillusa, agognata, sedotta e abbandonata. Rappresenta una donna liricamente fragile, ma contemporaneamente é la risposta beffarda latinotropicale ai modelli di donne macho-frigido-intraprendenti alla Britney Spears o Jennifer Lopez e alle altre sue corrispondenti americane e nord europee. Questa cantante-ballerina si muove al ritmo continuo delle sue melasse sentimentali ma lo fa senza molta ipocrisia. Il Brasile complessivamente soffre di sentimentalismo endemico (di tipo più nevrotico di quello mediterraneo nostrano), e la Calypso ora esagitata ora malinconica, ne è la sapiente sintesi.

Sia culturale che ovviamente commerciale.

l’icona pop: la cantante della “Banda Calypso”, Joelma, insieme al marito. La banda che mescola generi diversi della musica latina insieme a testi melodrammatici e si esibisce in concerti dal tono pirotecnico e spettacolare, tra CD e DVD prodotti, ha giá venduto 4 milioni di copie.

pesce venticinquesimo: Metro-sexual

Ogni forma di eleganza preconfezionata puzza di frittura anche se coperta dall’ultima fragranza Rocco Barocco.

Il cosiddetto metrosexual è stato un tentativo di avviare il maschio primavera-estate autunno-inverno di questi anni alla riappropriazione di alcuni valori come il gusto estetico, la dimensione interiore, valori che privilegiano i sensi, la riflessione e la cura dell’essere. Il risultato a larga scala lo abbiamo visto questa estate e lo si continua a vedere coi turisti italiani (indiscussi paladini del fashion omologato) qui a Salvador.

C’è qualcosa di profondamente tragicomico nel notare maschi pelosi (anche depilati: il risultato non cambia), profumati di qualcosa, vestire sandali filiformi e camicie di cotone scollate e ricamate.

Insomma il contrasto burbero – simil-gay, rappresenta un’immagine indubbiamente interessante e varrebbe la pena che un regista si decida a rappresentarla per farci ridere definitivamente di essa. Ma anche per farci riflettere sulla fragilitá dell’arbitrio umano di fronte alle mode piú disparate.

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