Caspita! ….che roba quel Dickens!!

È un finto abete altro 2 metri e un torrone. Quando entrambi le sue parti sono montate, lui riesce a tenersi a debita distanza dal soffitto, fermando la sua ascesa a quota -30 centimetri dallo stucco. Durante le feste, il piedistallo di plastica è sommerso dai regali che tracimano da due ceste in vimini. Le luci le mette il capofamiglia, agli addobbi ci pensa la sua consorte. E quando i barlumi vengono accesi, di notte, tra il blu delle lampadine e il verde degli aghi riesci a intravedere i fatati inverni lontani di qualche bosco lappone. È la saudade. Il desio. Una saudade natalizia, nello specifico. […]. Il Tannenbaum è un altro membro di famiglia che se ne va. Io sarò sempre un presepista, ma il fascino di questo gigante verde tutto aghi e addobbi da sogno non me lo leverà mai nessuno. Addirittura, io mi considero il vero apologista della congiunzione simbolico/fisica tra albero e presepe, volendo intendere che, secondo me, l’albero dovrebbe sorgere alle spalle della capanna, quasi fosse un monte gigantesco che nell’ascendere verso il cielo si tramuta in un enorme e glorioso Tannenbaum!!! […]. Il rimettere tutto in ordine è un colpo al cuore. È una piccola morte del Natale, come recidere un fiore ormai morto. Da adesso in poi si dovrà riseminare e aspettare, convinti che basterà solo un anno per vedere il fiore risorgere come una Fenice vegetale. Un anno! Gesù, sembra un’eternità. Ci saranno le estati, e le notti d’estate, che son sempre belle, anzi bellissime…dai. Ma “un anno”, mio Dio, sembra una piccola Eternità. […]. Nel frattempo, il Portogallo stenta! Il Governo socialista di Sócrates ha dovuto chiedere aiuto al principale partito dell’opposizione (i destrorsi del PSD) per far passare la finanziaria del 2011 e oggi sembra che questa piccola umiliazione non sia più sufficiente: c’è il rischio del collasso economico. E con esso anche politico (il PSD non potrà dire “e che c’azzecchiamo noi!”. L’aiutino al Governo c’è stato eccome! A loro va la quota parte del successo/insuccesso di questa finanziaria).

 

Riconsegnando i pacchi alla polvere del garage, sotto la luce blu della notte, si scorge qualcosa d’inconsueto. Il segno della nostra eresia (mia e di mio padre): da una finestra all’ultimo piano brilla in salute un Tannenbaum meno glorioso del nostro, ma pur sempre vivo, allegro, intero! Pulsa di salute! Dall’altra parte della strada, giù, in fondo, nel piccolo orto di una villettina bianca a due piani, brillano le palle di un alberello dalla chioma d’oro. Singhiozzano con le loro intermittenze, come a voler scandire i battiti del nostri cuori, indolciti dal calore natalizio. […]. Chiudiamo il garage.

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