Nel grigiore

Gli italiani di insuccesso, che vivono all’estero, non li vogliamo conoscere. Sarà giusto così? Non lo so. Quello che è certo è che le storie di successo dei nostri portabandiera, hanno anch’esse successo. Il successo italico fuori dai patrii confini è un buon intrattenimento. Suscita curiosità e rispolvera il nostro orgoglio a tinte azzurre, da mettere in gioco in qualche chiacchierata internazionale.

Tra l’architettura portuense (cioè “della città di Porto”) e l’Italia, troviamo un antico legame. È quello costruito dal Signor Niccolò Nasoni di San Giovanni Valdarno, che molto realizzò a Porto contribuendo a creare il fascino del suo barocco di pietra. Ebbene. Durante i lavori di restauro della Chiesa dei Chierici, la Igreja dos Clérigos, uno dei gioielli del Nasoni, è uscita allo scoperto una cripta del XVIII secolo e tra le 20 sepolture che vi sono state trovate si ritiene che una possa appartenere proprio all’architetto toscano. Attendiamo l’esito delle indagini, che saranno lunghe e complesse.

L’altra sera ero all’inaugurazione della sede di una nuova associazione culturale, nata dalla creatività e dalla forza di volontà di alcune amiche italiane. È stata l’occasione per rivedere tanti volti noti del fenomeno chiamato: “gli italiani a Lisbona”.  Le storie che ci siamo raccontati erano tutte di tre tipi: c’erano le storie di successo, beati loro; quelle di insuccesso e quelle di…“vita grama, tra le difficoltà”.

Ora. Armiamoci di una buona quantità di populismo e facciamo una piccola considerazione. Molti sono gli italici che per questioni di pecunia son dovuti emigrare in paesi più o meno lontani. Emigrare e non…«migrare». Questi paesi, per forza di cose, non possono essere tutti gradevoli e ospitali, ma i nostri sconosciuti italioti hanno staccato il biglietto d’andata senza troppe pretese. Proprio in questo momento, sono impegnati in lavori anche avvilenti (quando necessario), svolti con lo spirito di chi sa sempre mettere sul tavolo tanta tanta buona volontà e onesto impegno. Per tutti questi italiani, dalla «vita grama, tra le difficoltà», non c’è posto negli altari delle patrie. E quando troveranno le loro sepolture, nelle cripte di qualche antica birreria, a centinaia di chilometri di distanza da Roma,…salvo smentite, è certo che a NESSUNO verrà in mente di metter su indagini «lunghe e complesse» per scoprire (e poi celebrare) le identità “de noartri”. MA, il populismo, è “roba” da comizi urlati.

Attenzione! Attenzione! Ultime notizie dall’ITALIA: Magnifico Rettore “accusato” di aver preso parte alle elezioni di Miss Università. Gli puntano il dito: il giornale del Partito della Nzione e le tv del Partito della Nazione.

Ecco. Bene. E allora, Expo o non Expo, a fronte di tutte le follie che l’Italia ha da offrire, anche architettoniche, converrebbe agire nell’anonimato. Ben venga l’anonimato oltreconfine. Meglio perdersi tra la folla di impiegati brasiliani, tedeschi, lisboetas, newyorkesi. Meglio non apparire. Se il cibo è la nostra fonte di sostentamento, meglio considerare l’ipotesi di una Pizzeria Bella Düsseldorf, lasciando in penombra il Vesuvio e ogni relazione con l’ex Bel Paese. Impegnamoci affinché le nostre cripte rimangano anonime e le sepolture irriconoscibili. E se vogliamo mettere in vetrina un’offerta culturale, meglio usare nomi d’arte locali, promuovendo la creatività della gente del posto.

Ed in tutto questo, è giugno. Il mese delle sardine antoniane.

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