data stellare 21.02.2007

Diario del quasi Arch. Aggiornamento delle 15.00
MIO DIO, COSA E’ QUELLO?!?!?
Ho appena visto il logo linkatomi da mito… santo cielo ragazzi, quello dovrebbe essere il “segno” che l’Italia lascia nel mondo? Ma poi, parliamo dell’articolo…
“Il logo per l’immagine dell’Italia creato da Landor Associates, vincitore del concorso, è composto dalle lettere “it””
Beh, complimentoni per l’arguto commento…
…disegnate con una curva morbida, che evoca movimento, flessibilità e fantasia.”
Questo mi ricorda molto un esame all’università. Un compagno aveva disegnato un complesso fondato sulla sovrapposizione di una griglia a cardo e decumano e due curve molto morbide, contrastanti, come queste due parentesi per capirci: )(. Il professore domandò: “Da dove nascono queste due curve?” e il mio compagno, preso in contropiede, rimase incerto nella risposta. Le due curve le aveva partorite lasciando correre la matita, senza un principio generatore, senza una logica progettuale. Gli erano piaciute e le aveva messe lì. Visto che il progetto era vicino al deserto, si inventò “Ho sentito una forte attrazione per le dune del deserto”. E il professore, vista la malaparata e capito tutto “A me sembra che tu abbia avuto un forte attrazione verso il culo della tua ragazza”. Ecco… diciamo che i conti tornano… Ma andiamo avanti…
La “ì”, di colore nero, nel carattere richiama il mondo classico e la tradizione italiana.
Ma devo veramente commentare? Potevamo metterci il vesuvio e una pizza, a questo punto…
È sovrastata da un punto di colore rosso.
Lo vedete? Rosso perchè ricorda la pummarola…
La “t” è verde, per rafforzare l’immagine di un Paese ricco dal punto di vista naturalistico
Ma veramente a me sembra l’affetta tutto che chef tony vende a 99 euro…
e, al tempo stesso, completare il tricolore, rendendo inequivocabile il riferimento all’Italia.
Lo giuro su quello che ho di + caro: se non l’avessi letto, il tricolore mi sarebbe COMPLETAMENTE sfuggito
Il carattere usato per le altre lettere della parola “Italia” esprime modernità.
Per me esprime la necessità di cambiare spacciatore… ci manca solo che mi inizi a parlare dell’armonia degli elefanti rosa su un prato arancione
Il fondo del logo è completamente bianco.
Grazie… l’avevo notato
il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Ricardo Franco Levi ha spiegato che il nuovo marchio ha ricevuto un’accoglienza molto favorevole presso il campione di cittadini che sono stati intervistati in proposito.
Ok ragazzi. Il logo è pronto. Ora dobbiamo sentire degli italiani a campione e stabilire se piace. Tu, ti piace? Beh, sì. E a te? Sì, certo! Ok, a te? Sì. Bene, direi che ci siamo… Sì, ok, ma forse il campione dobbiamo sceglierlo fuori dallo studio, che ne dici?
Fine aggiornamento

Voglia di lavorare oggi, decisamente pochina… Con la scusa, ho messo il pc a fare un po di controlli: anti-spy, anti-vir, verifica movimenti nel firewall… insomma, tutti quei controllini necessari per capire se TUTTO IL MONDO si sta facendo i cavoli miei, nel mio pc.
Bah, per ora nessuna “infezione” rilevata. Beato lui: io guardo gli annunci di lavoro e trovo parecchie “infezioni“. Mi ha divertito particolarmente la storia dell’architetto che si vuol vendere il timbro. Direi, così su due piedi, che possiamo dire:

1) Totale mercenarismo. Questa è una persona assolutamente disgustosa, priva di ogni amore per la sua professione. Non prendiamoci in giro: il 90% dei nostri cambi di lavoro, o semplicemente la scelta di un posto piuttosto di un altro sono dettati dai soldi. Ma da lì a venderci il timbo… Se non conoscessi i professori universitari, mi aspetterei che un individuo del genere venisse preso a schiaffi il giorno dell’iscrizione (perchè lo becchi al volo fin dall’università un mega-idiota di quel calibro), che venisse cacciato per manifesta indecenza. Ma poi penso a tanti professori universitari che ho conosciuto e mi rendo conto che cane non mangia cane…

2) Se poi non chiamano gli architetti per lavorare, ma i geometri o gli ingegneri, gli do pure ragione. Mi TOCCA dargli ragione!

Poi… i 30enni che traccheggiano… eh già, esistono. Qualche tempo fa citai il caso di una trentenne intervistata (mi pare da Ballarò), che alla domanda “Cosa fai?” ebbe il coraggio di rispondere “Niente” Co-come niente? Beh dai, studierai “No no. Niente. E’ che non ho ancora deciso“. A 30 anni? Non sai se devi andare all’università? Oddio… dimmi che almeno il diploma… no facciamo così: non dire nulla. Non aggravare la tua situazione… E mamma e papà che fanno? Ti mandano in vacanza a Rimini… Io penso che un genitore che ammazzi un figlio del genere, lo tagli a pezzi con una vecchia sega arrugginita, ne infili i tranci in grandi sacchi della spazzatura condominiali, chiuda i sacchi nella macchina e li porti in aperta campagna, dove li svuoti nella mangiatoia dei maiali di uno sconosciuto allevatore, dovrebbe essere incriminato per maltrattamento verso gli animali. Che razza di porcherie dai a un povero maiale? Carne tagliata con la sega arruginita! Ma sei matto?!
Sì signori: la “categoria” è rovinata dagli eterni 17enni, quelli che non vogliono crescere, che stanno bene a casa dei genitori. Gente niente male, va detto veramente. Ne ho conosciuti un paio. Uno particolarmente illuminante: il padre si era rotto le palle di averlo a spasso per casa e lo aveva mandato a lavorare dove stavo io. Dio, che esperienza… Visto che Ballarò non ha approfondito la situazione della Kretina, io voglio farlo… e “intervisterò” un giovane imbecille in modo metaforico, ricostruendo alcune conversazioni REALMENTE avvenute tempo fa sul posto di lavoro con alcuni di questi “esemplari” (nel frattempo il primo anti-spy mi ha dato risultato negativo. Avvio il secondo…). Chiamiamolo con un nome di fantasia: Gianni.
Allora Gianni?
Bella
Sì, vabbè. Cerchiamo di darci un contegno. In fin dei conti ci hanno appena presentato, no? Allora, come va?
Bella
Ok. Perfetto. Prevedo difficoltà comunicative. Dunque Gianni, cosa fai nella vita?
Studio




Ci mettiamo un complemento oggetto?

Università
Vabbè, le preposizioni articolate le facciamo la settimana prossima (vi ricordo che questo dialogo è realmente avvenuto)
Come va l’università?
BBene. Je sto a prevalé
Che in italiano corrisponde a…?
Oh ‘nzomma, so’ forte. Pisto ‘na cifra.
(Qualche secondo di silenzio, mentre aspetto la traduzione in cuffia) Ah, vai bene. Ottimo. Anche veloce. Bene bene… ma quanti anni hai, Gianni?
30
Beh, lungi da me criticare qualcuno per i tempi universitari: il sistema fa schifo e anche a me hanno fatto perdere 2 anni per la tesi
No (risata), io nun sto ancora aa tesi! Sto ar terzo anno
Al terzo ann… ma hai iniziato tardi?
No, finito il liceo
A 18 anni?
Sine
Ah… beh, avrai lavorato nel frattempo
None

Eh sai, ma a me mi piace annà a pesca!
E ti sei perso mentre tornavi? Vabbè, andiamo avanti. Come mai ti hanno messo a lavoro?
No, perchè vedi (risata), ‘nzomma, stavo là che stavo senza fa gnente e mi’ padre m’ha mannato a lavorà
Sant’uomo! Non poteva svegliarsi una dozzina di anni fa? Vabbè. Veniamo al dunque. I tuoi colleghi che rapporto hanno con te?
Bello (tirata su di naso e aggiustamento dei pantaloni). ‘Nzomma. Apposto.

Pausa
Alcuni episodi illuminanti realmente avvenuti con questi mini-cialtroni:
– spillate assieme a delle pratiche alcuni depliant della cuccia che voleva comprare al suo cane
– parcheggiato, nel parcheggio aziendale, in modo da bloccare l’accesso al vialetto d’uscita, in un giorno in cui non sarebbe dovuto essere in ufficio (parcheggiava lì e poi andava a prendere la metropolitana per andare all’università…), bloccando L’INTERO DIRETTIVO che stava cercando di andare all’aeroporto per tornare nelle città di origine. Alla cazziata che seguì rispose “Eh vabbè, allora nun assumete gente che studia all’università”
– pratiche disperse e dimenticate nei cassetti della scrivania
– pratiche macchiate con pizzette e caffè (alle 11 faceva pausa. Punto. Senza contare ritmi, situazioni, telefonate, fretta…)
– pratiche NON lavorate. Nel senso che venivano assegnate. Parcheggiate sulla scrivania per un paio di settimane e poi ritornavano misteriosamente nel mucchio delle cose da fare
– non una settimana di lavoro filata (5 giorni) per quasi 6 mesi
Questo giusto per capirci… mi fermo perchè temo che professionearchitetto non abbia i mezzi fisici per hostare una lista così lunga. Ora… uno che si comporta così, che rapporto può avere con i colleghi? Esatto: si fa finta di non vederli. E invece di prenderlo a calci nel culo, i genitori, che facevano? A uno di questi, alle 11, puntualissima, la madre gli portava la pizzetta in ufficio…

Riprendiamo
Allora Gianni. Che ne pensi della situazione attuale? Parliamo di quello che si legge sui giornali
Seconno me, quest’anno è bono
In che senso?
Ooo scudetto o stamo a vince’ noi
Capisco. Vaaaaa bene, chiudiamo… Senti, ti chiediamo un impegno: alcune colleghe hanno protestato perchè hai la tendenza a girare con la patta “aperta” e i pantaloni sbottonati (anche questo, realmente avvenuto). Capiamo la necessità di stare comodi a lavoro. Ma come rispondi alle persone che ti hanno mosso queste specifiche accuse?
Aò, e se a loro je ce casca l’occhio, io che devo fà? (risposta realmente data)
Perfetto! Grazie… può entrare il boia…

Cosa posso dire? Capita spesso e volentieri di avere un collega idiota, o conoscere persone che meriterebbero la morte violenta. Io, personalmente, ritengo molto + pericoloso un cialtrone, poichè ha il controllo sullo stipendio (e quindi sulla nostra VITA), ma devo dire che, ai fini di una crisi nervosa, anche questa figurina appena descritta, ha il suo perchè… (ah però… il secondo anti-spy ne ha beccati 26).
Io aspetto pazientemente l’antivirus… almeno qui, le infezioni, posso eliminarle in modo RADICALE.

Buona giornata ragazzuoli!

PS Pier, la lista sta arrivando… occhiolino

Questa voce è stata pubblicata in Senza categoria. Contrassegna il permalink.

4 risposte a data stellare 21.02.2007

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *