data stellare 23.03.2007

Vorrei, prima di tutto, ringraziare Giuseppe per il parallelo con San Paolo, ma, e parlo a nome di tutti i miei amici, lo prego di non alimentare ulteriormente il mio ego già ingiustificatamente pompato. Almeno non finchè non verrà sistemato in piazza del campidoglio, in sostituzione del marcoaurelio, un mio nudo equestre con natura morta di pere e fagioli borlotti. Fino a quel momento ricordate che i sacrifici umani non li digerisco la sera (mi rimangono un po sullo stomaco) e sono molto gradite le vergini incatenate alle rocce e i banchetti rituali. Detto questo…
Ma sì! Parliamo del rapporto cialtrone-denaro! Andiamo a scavare nel torbido! Le Anna’s Angels (mi pare di aver capito che siete un po, e spero tutte con un completino di pelle aderentissimo, come impone la locandina del film. Certamente comodissimo e performante, nella rovente Los Angeles estiva…) mi portano a un punto importante. Il cialtrone è un animale da denaro. Lungi da me, cercare di delineare il cialtrone “standard” come novello Ombroso, ma dobbiamo conoscere il nostro nemico. L’amore morboso per l’accumulo è comune un po a tutte le specie di cialtroni sin oggi conosciute. Per lui, un’offerta a 250 euro al mese nasce dall’esigenza di mantenere il controllo su ogni spiccetto, non per reale conoscenza della situazione moderna che rende impossibile vivere con meno di 800 euro al mese (e non vi dico CHE vita). Un mio vecchio datore di lavoro (in nero, chiaro), aveva una teoria talmente idiota da risultare geniale: stampare fino a 4 volte sullo stesso foglio (fino alla totale illegibilità), perchè “è così che se fanno li sordi” (è così che si fanno i soldi). Il cialtrone non è attaccato al denaro per motivi ideali, consumistici, di scalata al potere, di mero accumulo. Non dobbiamo dimenticare che spessissimo i soldi non sono i suoi, ma quelli della madre, della moglie, della famiglia più in generale. E’ un personaggio profondamente superficiale, capace di vendersi e pubblicizzarsi come il più ignobile dei venditori di tappeti, e proprio in quanto tale, cerca di “produrre” denaro, poichè solo quello dalla vita ha avuto. Ovviamente non gli piace passare per avaro (anche ai genitori di un serial killer non piace sentirsi dire che il figlio è un assassino, anche se è una verità inconfutabile) ma i suoi comportamenti esulano dalla normale comprensione umana. Ho sentito di personaggi capaci di entrare a studio, e urlacchiare “Tutti a pranzo!“. Andare al bar con i collaboratori, pagare lui e poi non versare gli stipendi per mesi. E quando dopo 60 giorni senza paga, qualcuno osava farsi avanti e domandare “Ma i miei soldi?”, questi rispondeva spazientito “Ma come? Con tutti i panini che ti ho pagato!“. Ho sentito di personaggi presentarsi a concorsi lasciando in bianco lo spazio “collaboratori” pur di non lasciare nulla in giro che dimostrasse di avere collaboratori, e quindi paghe da dover versare, e quindi situazioni contabili da chiarire. Io mi meraviglio più di chi ha tra le mani questi elaborati e non fa 2+2 piuttosto che dei cialtroni che hanno il coraggio di fare una cosa del genere. Ora, io vi domando, ma secondo voi, questi signori di 60 e rotti anni, si fanno le notti davanti al pc, mentre 3d studio renderizza? Modellano con Maya fino all’alba? Saltano il pranzo per completare le planimetrie con autocad? Ovviamente no! Qualsiasi idiota con anche solo uno dei due emisferi cerebrali funzionante ci arriverebbe! Guardatevi attorno… quanti amici, colleghi, parenti, conoscenti hanno preso un progetto da zero, l’hanno fatto TUTTO, lavorandoci con amore, passione, dedizione; facendo notti, pranzi, giorni festivi. E poi al momento del dunque si sono sentiti dire dal Cialtrone “Va benissimo. Ma ci deve essere solo il mio nome!“? Tanti. Tantissimi. Troppi. Il cialtrone è anche questo: apparassitarsi al lavoro altrui, sfruttare i giovani e le loro idee, la loro forza. Il cialtrone è di animo povero, mercenario, disgraziato. E lo sa. E cerca di riscattarsi come può, in tutti i modi. Partecipa a feste, si fa vedere a eventi culturali, rilascia interviste con la frequenza con cui nonna papera fa le torte. Cerca di riscattarsi, cerca di dimostrare di non essere un vil cortigiano, abituato a tessere trame nell’ombra, ma uomo d’onore e di arti. Questi individui hanno la sensibilità artistica di una portiera di automobile. E dai loro progetti traspare tutta! Ma non vogliono che si sappia. Molti hanno trascorso la giovinezza (o almeno raccontano così) all’estero. La cosa ovviamente ha portato loro lo stesso approfondimento della conoscenza e della sensibilità artitica che l’ha portata a me la teoria delle superstringhe. Ma questo è un paese da “prima pagina”. Che vuol dire? I giornalisti hanno una dote innata: riassumere un argomento in un titolo di 4 parole, riuscendo a travisarne in modo TOTALE il senso dell’argomento stesso (in sole 4 parole cazzo!). Prendiamo ad esempio il concorso per la riqualificazione del lungomare di fregene. Fregene, a chi compete? Al comune di Fiumicino. E come sono riusciti, i principi della carta stampata, a presentare il progetto di riqualificazione? Come un’iniziativa di Veltroni. Noi siamo personcine che una volta sentito lo strillone, si documentano. Ma gli altri 60 milioni di italiani si accontentano del titoletto rubacchiato di sguincio in metropolitana per costruirsi nella loro mente un’idea. E da lì sono convinti di aver capito come gira il mondo. E li sentirai vivere di luoghi comuni, dire cose che non stanno ne in cielo ne in terra come “La notte bianca non serve a un cazzo! E porta anche disagi! La prima ha portato al blackout l’intera Italia!” (versione che resse i primi 2 minuti e mezzo, giusto il tempo di sentire un “OPS” venire dalla Svizzera). Li sentirai sparare a zero sugli operai dei cantieri edili “Uno lavora, altri 4 guardano!” (Idiota, ma in una buca di 1 metro per 1, come fai a farne lavorare 4?), sui restauri “Ah! Quella fontana è la terza volta che la restaurano! Chissà quanti soldi se so’ magnati!” (Kretino, i primi cantieri servono per studiare le reazioni del materiale da restaurare agli acidi che lo dovrebbero smacchiare e scegliere così il migliore), sui vigili urbani “Cani bastardi! Sempre al bar a bere il caffè” per poi aggiungere dopo aver trovato la multa sulla loro macchina in doppia fila “Cani bastardi! Ma non hanno un cazzo di meglio da fare che dare fastidio alla gente cha lavora?!”, sul calcio “Moggi è un delinquente!” (…no, ‘spe… qui ci siamo) e via dicendo. Ora, prendiamo un cialtrone che è stato a Parigi per 15 giorni. In quei 15 giorni, supponiamo, viene invitato da un amico a cena. L’amico ha un problema al bagno: si è incastrato lo scarico. Per un mero colpo di fortuna il cialtrone lo scastra. Viene ringraziat
o dalla padrona di casa
. A mezzanotte lascia l’appartamento e saluta il portiere di notte, facendo presente che se c’è bisogno di lui per eventuali lavori, è disponibile, specie adesso che conosce molto bene i problemi architettonici dello stabile, perchè è il consulente architettonico del signore del terzo piano. Rientra in albergo e saluta il personale, rispondendo alla domanda “come sta signore?” con un lungo sospiro compiaciuto “Stanco. Mi sono dovuto preoccupare di un problema tecnologico in un appartamento”. La mattina va a fare colazione, chiama a casa e dichiara di “aver ricevuto una commissione per importanti lavori all’intero di uno stabile al centro di Parigi”. Entro la fine dei 15 giorni, il suo CV sarà aggiornato con “Ristrutturazione di un isolato di Parigi”. Uno dei suoi amici (dopo aver ricevuto la promessa di un “contributo”) scrive annunci morturari “gazzettino di monculo sabina” e intitolerà “Impresa architettonica“, sotto titolo “I tecnici italiani conquistano Parigi” e poi si spiega nell’articolo come si può incastrare un cesso, il parere dell’esperto Gigi l’idraulico detto “er ventosa”, uno schema disegnato a mano dal figlio di una geberit, le interviste ai vecchi compagni di scuola etc etc.
E qui da noi, chi ha già solo scastrato il cesso a Parigi è un eroe nazionale, perchè tutto ciò che viene dalla Francia è raffinato, figuriamoci chi ha scritto quella roba sul CV e gli dedicano un articolo sul “corriere di culandia”! Presto, facciamogli fare una GRRRRRRRANDE opera di architettura!
E le cagate si diffondono… Non a caso: sono scastratori di cessi… Dimenticavo di aggiungere che al suo rientro in Italia, il cialtrone parlerà malissimo del signore che l’ha invitato a cena, perchè “Non mi ha nemmeno pagato la parcella“.
Non mi sono messo a citare, per amor di brevità, gli INCIUCIONI: registrazione di un contratto di lavoro il giorno in cui un operaio si fa male (e lo registrano oggi, con la data di ieri, per non passare guai). Far dormire in un gabbiotto in cantiere un ragazzo pagandolo la metà (perchè ti do dove dormire) e ottenendo il lavoro di un operaio e quello di un guardiano notturno con un quarto delle risorse etc etc
L’argomento non è chiuso. Non lo sarà mai finchè questa gente continuerà a esistere. Ma fino a quel momento, ragazzuoli, non possiamo che andare avanti e resistere. Meglio: resistere, resistere, resistere.
Buon proseguimento ragazzuoli!

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