data stellare 10.05.2007

Ci sono episodi di Star Trek che non mi fanno impazzire. Quando si tratta di conflitti con i Romulani, o delle guerra Cardassiane non c’è problema. Ma quando iniziano i “pipponi” sul ponte ologrammi o alcune avventure nel passato, non impazzisco. Cielo, le vedo, è sempre star trek! Vado avanti, sapendo che DOPO ci sarà un nuovo episodio che mi piacerà sicuramente. Questo per giustificare il rapido excursus di questi giorni sulla mia tesi e sull’università. Chiudiamo momentaneamente la parentesi… a chi fosse interessato a sapere come finisce… oh beh, l’enterprise alla fine si salva sempre, no? Anche io mi son laureato… tutto sta a sapere COME. Diciamo che QUESTA STAGIONE la chiudiamo qui. Più avanti, quando mi sarà tornata un po di ispirazione, ricominceremo da dove ci siamo interrotti.
Torniamo a parlare di lavoro. L’altro ieri sera, ho seguito Ballarò. Puntata interessate: si parlava, tra le altre cose, dei figli d’arte. Io ho sempre vissuto in modo ambivalente questa mia natura: figlio di un professionista che non esercita più, da cui però, mi è stato possibile imparare tanto sulla professione. Un po come Luke e Obi WanCon la differenza che conosco mia sorella e mio padre non è un ex grande attore di teatro.
…almeno credo. Oh beh, chissene! Andiamo avanti. Il suo “studio” è sempre stato abbastanza cucciolo, a conduzione familiare e con pochi personaggi a bordo. Quando mi sono avvicinato al mondo dell’architettura già ufficialmente lo studio non esisteva più, ma era relegato nell’appartamento sempre chiuso di uno zio (anche lui con questa insana abitudine… di fare l’architetto non di lasciare sempre chiusi gli appartamenti). Abbiamo lavorato un po. Non moltissimo. Con mio padre sempre con un piede tra la libera professione e incarichi all’interno di aziende private. Finchè un bel giorno non ha ricevuto una proposta decisamente allettante, e ha chiuso il discorso. Saltuariamente mi molla qualche “sola” (alla romana), di amici suoi che non pagano ma permettono di rimanere in esercizio. E di tanto in tanto, conoscere dei personaggi assolutamente fenomenali. In questo modo sono cresciuto con un piede avanti (esperienza e innegabile vantaggio di un figlio d’arte) e un piede dietro (nessuna base, studio o attività professionale di parte su cui CONTINUARE a costruire). In questa posizione decisamente scomoda (ma sempre meglio che a raccogliere saponette nelle docce, certo) ho affrontato la trasmissione dell’altra sera. Ho sentito dire un paio di cose interessanti da destra e da sinistra (giusto per chi mi accusa, di tanto in tanto, di manifesta faziosità):
1. Il mercato in questo paese NON esiste. E se c’è, è fatto male. Ottima considerazione. Temo non occorresse scomodare un professore universitario: era sufficiente chiedere a uno dei numerosi architetti costretti a fare gli impiegati come la pensavano circa le possibilità che QUESTO paese ha in serbo per loro.
2. Chi sarai, che farai, dove e come lo farai, dipende molto da quale parte della barricata sei nato.
E su questo vorrei spendere due parole… Chi ha già sbattuto il nasino contro il muro dell’Italia, sa bene che la realtà più diffusa è questa. Nasci “bene”? Sei già diversi metri avanti. Oh certo, poi ci sono l’ambizione, il desiderio personale, le capacità e anche le occasioni. Ho sempre detto che lo studio col grrrrrande open space, la segretaria che vi aspetta sorridente fuori dalla porta dell’ascensore col caffè, i lauti stipendi etc etc sono piuttosto rari. Esistono (mi dicono)… ma per la rarità con cui ci si presentano, andrebbero protetti dal wwf (e spesso NON sono in Italia). E per il resto? Per il resto… un ricchissima percentuale di cialtroni. Un meschino essere che non fa architettura, non la sa fare, che campicchia tra un cliente e l’altro (e tutti molto poco raccomandabili), che non ha mai gli stessi collaboratori (periodicamente lo mandano tutti a quel paese) e che mette questo genere di annunci:
Studio di progettazione cerca architetto max 30 anni, laurea minimo 110/110, con almeno 5 anni di esperienza, perfetta conoscenza lingua inglese, perfetta conoscenza cad, 3d studio, photoshop, grande disponibilità, totale dedizione al lavoro, capace di redigere esecutivi, capitolati d’appalto, computi metrici, fascicoli del fabbricato. Si valutano Curricula (anzi: curriculum, ignorando il plurale latino, o peggio: curriculums… all’inglese!). Asternersi privi requisiti. Il possesso di auto/moto sarà requisito preferenziale
Poi c’è il piccolo mondo degli onesti. Quelli che mettono in regola i loro dipendenti, che li pagano, che gli fanno un contratto.
Avviso ai naviganti: io considero “contratto” ESCLUSIVAMENTE i tempi determinati E i tempi indeterminati. In occasioni eccezionali, ALCUNI contratti a progetto (ma dipende più dal datore di lavoro, dalla sua onestà, che non da questa ignobile forma di schiavitù legalizzata). Gli stage, i tirocini, le collaborazioni a partita iva a 800 euro lordi al mese e tutte ‘ste cazzate non le prendo nemmeno in considerazione. Chi le offre non meriterebbe di essere preso in considerazione. Meriterebbe un sacco di altre cose, ma poi la buoncostume ci fa chiudere bottega.
Le chiacchiere, dicevamo a monte, stanno a zero ragazzuoli: se nasci bene, è meno probabile che si approfittino di te. Perchè si ha uno studio in cui rifugiarsi alla fine dell’università, perchè è meno facile che qualche cialtrone si approfitti di noi (non perchè siamo più svegli, ma per non infastidire papino) etc etc.
Poi ci sono delle figure ibride. Ne abbiamo già parlato, ma oggi sono in vena di riassunti e comunque è bene rinnovare loro il nostro disprezzo: gli “A“. Sono quelli che NON PROVENGONO DA UN CONTESTO INERENTE I LORO STUDI, ma per un’ottima situazione familiare non hanno (o non avrebbero) bisogno di lavorare. Entrano nel mercato del lavoro, spinti a calci dai genitori che non ne possono più di avere questi imbecilli in giro per casa tutto il santo giorno, e pur di fare qualcosa, accettano stage gratuiti, tirocini a 250 euro al mese, rimborsi spese occasionali, collaborazione a partita iva a 500 euro/mese lordi. E spappolano il mercato. Ecco… questi andrebbero linciati molto più degli altri. Perchè sono quelli che rispondono “eccomi” quando il cialtrone ci urla “vattene pure! sai quanti ne trovo al posto tuo?!“. Sono quelli, per riportare l’ardita metafora di un amico, cui puoi riempire il piatto di merda e, stanne tranquillo, loro la finiranno TUTTA. Sono quelli che “tengono duro” anche difronte alle peggiori carognate. Quelli che quel posto se lo tengono a tutti i costi, perchè altrimenti i genitori li sbattono
fuori. Santo cielo, poi esistono i poveri disgraziati che accettano queste robe perchè NON c’è NIENTE ALTRO. Onore e gloria a loro… ma gli altri?
Le considerazioni su questa professione, o almeno sul suo lato economico, non si fermerebbero qui. Molti ragionamenti andrebbero fatti a monte e a valle. Si dovrebbe parlare della casta chiusa imposta dall’abilitazione, si dovrebbe parlare dell’ambiguità legislativa che vede gli architetti contendersi il lavoro con i geometri e gli ingegneri senza mai chiarire in modo netto e preciso chi può fare che etc etc
Ma per oggi abbiamo già parlato moltonon riesco a scrollarmi di dosso questo sonno orribile e mi aspettano la bellezza di 2 cene a casa dei miei genitori questa settimana…
Per il momento, tanti auguri a mia sorella per il suo compleanno e un abbraccio a tutti i ragazzuoli che con tanta dedizione, tutte le mattine, si impegnano per leggere le mie cavolate!
Buona giornata a tutti!

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