data stellare 25.06.2007

Caldo. Tanto. Tantissimo. Pure troppo.
Uno scirocco fottuto ha abbracciato lo stivale, facendoci sudare l’insudabile.
Paolo stamattina ci segnala un ANNUNCIONE di quelli GHIOTTI! Di quelli che già vi vedo abbandonare i vostri posti per iniziare un’illuminante carriera accademica (illuminante, perchè quando vi darete fuoco per disperazione, i prof di ruolo, coglieranno l’occasione per cenare a lume di precario… ahò, e l’elettricità costa, eh!).
Ma devo un paio di risposte, che col tema di oggi, cercherò di esaurire. Le due figure da cui dobbiamo tenerci lontani a ogni costo sono l’INVIDIOSO e il MANIACO.
In realtà abbiamo già visto queste figure, ma solo marginalmente
Il maniaco non necessita di particolari presentazioni. E’ un sessista. Della peggior specie.
Ma Simone, mi domanderete voi, mie meravigliose, dinsinibite, provocanti e seminude lettrici (e co’ ‘sto caldo!), non hai un cazzo da fare che leggere il giornale tutto il giorno?
Ho già risposto a questa domanda nell’altro numero. Fatemene un’altra!
Ma Simone, qual è la peggior specie di maniaco? Eravamo abbastanza convinte che fossi tu!
Facendo finta che non abbiate mai pronunciato la seconda parte, vi risponderò dicendo che è quella che si circonda delle sue vittime. Cioè?
Considero le donne stupide, inferiori, cretine, fondamentalmente degli animaletti allo stato brado, buone solo per la riproduzione e le battute sconce?
Benissimo! Assumerò SOLO quelle.
Ma perchè, se le ritieni tanto inette?
Perchè, psicologia inversa (o invertita, in base ai gusti, certo!) sono inetto io! L’ambiente dell’architettura spicciola è ancora fondamentalmente maschile. Vuoi per tradizione, vuoi per “cantiere” (molti operai sono contenti di essere diretti da una donna, solo se questa indossa poca roba e di cuoio… certo che a dirla così, mi verrebbe quasi da fare l’operaio… mhhh… NON DISTRAETEMI CON QUESTE COSE, ANDIAMO AVANTI!). Quindi si cerca la complicità del collega o del sottoposto, quando dinanzi a una cazzata PODEROSA si scarica la colpa semplicemente dicendo “Ah! Questa è colpa di quella rincoglionita… Lo sai come son fatte le donne, no?“. Vi posso assicurare che ne ho sentite di atroci… non sentivo cazzate del genere dai tempi dell’asilo, quando si faceva a “maschi contro femmine“. Le prendo carine, le prendo laureate, le tratto di merda. In fin dei conti son femmine… Il tutto viene ovviamente condito da sguardi, occhiate lunghe, telefonate ASSOLUTAMENTE SENZA SENSO E FUORI LUOGO, battutacce che non lasciano spazio all’interpretazione. E si conclude con le seguenti frasi di rito:
a. dico queste cose, perchè vi tratto da mie pari e non faccio l’ipocrita facendo in pudico solo perchè c’è una donna (non piace nemmeno a me, che son maschietto, però, il fatto che ti aggiusti il pacco mentre mi parli…)
b. se hai capito l’invito e ci stai, BENE, altrimenti ehi calma frigidona: stavo solo scherzando!
D’altro canto, mi sono imbattuto anche nel sessismo al contrario: qualsiasi dibattito, tentativo di costruzione, scontro di idee, terminava con un secco “voi uomini non avete la sensibilità“. Punto.
Come se l’utero fosse un organo che secerne sensibilità e la prostata rutti.
Noi siamo sensibili, voi spaccate il cristallo dopo aver bevuto una birra.
Queste meravigliose forme di ottusità, queste menti piccole, stupide e sostanzialmente vuote, però, sono NULLA quando si confrontano con il meno nobile dei sentimenti. L’INVIDIA. L’invidia può essere anche di carattere sessuale (no, non mi riferivo all’invidia del pene… vi vedo piuttosto preparati, eh?) ma quando si applica a livello professionale, come diciamo a roma, fa li chioppi (fa il botto)!
L’invidioso non vive bene con se stesso. Questo è eclatante. Non vive bene con la sua (poca) professionalità, con la sua (inesistente) coscienza, col suo carattere. E lo deduciamo dalla necessità di URLARE il suo dolore affinchè TUTTI lo condividano con lui
Ahhhhhh (sospiro)
Ecco, quando sentite questo incipit, correte il più lontano possibile, perchè sta per iniziare…
IO dovevo
(scegliere una delle seguenti frasi)
fare il professore universitario
vincere quel concorso
avere quell’incarico
ricevere quella commissione
MA
(scegliere una dele seguenti frasi)
non sono abbastanza raccomandato (è pieno di amici deputati e senatori, ma, essendo un GRANDISSIMO CIALTRONE, è schifato e ripudiato da tutti…)
non me lo hanno permesso (accusa generica che può indicare dalla congiura dei commercianti di zona, al complotto internazionale)
il mondo è tutto in mano LORO (con loro si può intendere: comunisti, fascisti, democristiani, archistar, femmine, maschi, ammanicati, pazzi, ladri, mafiosi, delinquenti in generale, 4 tipi di formaggi diversi, pizze tonde, al taglio, faretti, abatjour, birre bionde, birre rosse, birre scure, birre doppio malto)
Ovviamente quello che cerca è la pacchetta
Noooooooooo! Povero architetto sfortunato! Non ci vogliono bene, vero? Ce l’hanno tutto con noi! Chi non ci vuole bene, eh? Chi ci dice maleparole? Fai vedere col ditino? Lui? Cattivo! Cattivo! Cattivo!
Inutile che dica che un Invidioso che leggesse questo, non si riconoscerebbe MAI. Probabilmente si farebbe due grasse risate, si asciugherebbe le lacrime sibilando “oddio è massimo! ehehehehehèugualeahahahahh… ohhhhhhddio… che ridere… oohhhhhcielo il pezzo del doppiomalteheheheheheheheheheh… e perchè, il complotto internazionale? gesùgesùgesù… oh… allora, torniamo a lavoro, va! Vabbè vediamo questa lettera va… ECCO LO SAPEVO! HANNO DATO A QUEL BASTARDO RACCOMANDATO DI MASSIMO L’INCARICO! Ce l’hanno tutti con ME! PERCHE’!? CHE HO FATTO?! NON ME NE VA MAI BENE UNA!” (spostandosi nel loculo dei caddisti, e teatralizzando la cosa in base al grado di disperazione. Passerà da “monologo pirandelliano” a “disperazione will smithiana“, il tutto con la regia dei Vanzina. I grandi possono anche interpretarla con magistrale attenzione ai dettagli: sguardo fuori dalla finestra, con raggio di luce “solido” di coreografia; afferrando il bavero della giacca del collaboratore, urlandogli contro la propria rabbia, ma con gli occhi lucidi per lasciar trasparire il dramma dell’uomo ferito; muovendosi per diversi angoli della stanza inveendo al cielo con ampi gesti delle braccia; sino a rimanere in silenzio, mordendo lo stelo di un fiore per comunicare al pub
blico il conflitto interiore
) e concludendo quasi sempre con un “Questa è colpa mia che NON HO MAI VOLUTO ACCETTARE COMPROMESSI” o, nei casi più sofisticati “Non ho MAI VOLUTO ACCETTARE UNA PROTEZIONE POLITICA!
Normalmente la rappresentazione finisce dopo quasi 20 minuti di monologo (che andranno recuperati la sera e non pagati, ovviamente). Applausi a scena aperta, 12 chiamate sul palco, critica entustiasta, scene di pianto sulle scale del teatro.
I caddisti/architetti si guardano in silenzio, mentre pensano che il capo sia dillà a piangere o a disperarsi cercando una soluzione.
Se qualcuno osa farsi avanti (magari per consegnare i fiori in camerino) lo troveranno il più delle volte mentre sta navigando con commenti del tipo “Ammazza che bocce! Ma queste so’ rifatte!” o telefonando “Onorè! Ma stavorta me dovete aiutà eh?! Nun famo come stavorta che avete preferito quell’artro! No, perchè se c’è da pagà, io pago eh!
Che Dio ci protegga…
Ragazzuoli, è Lunedì, ci sono 750 gradi all’ombra e dobbiamo tornare a lavoro!
Buona giornata a tutti!
Abbraccioni di rito!

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