e la storia continua……..

ORE 21.35

Qualcosa bolle in pentola….

MATTINA

Ma sciaosciaosciao popinii!!! Oggi mercoledì. Giorno di mercato. E’ una giornata splendida, di quelle da standing ovation al padreterno.
Per chi si fosse appassionato alla mia situazione astrologica, oggi la parola d’ordine sembra essere ottimismo…ma mi piace interpolare con quello che ho sentito alla tv stamani, che mi promette la nascita di una storia d’amore nell’ambiente professionale…mi aggiro circospetta per lo studio…chissà chissà ch avrà l’ardire…
Ma veniamo a noi…allora un pochino mi leggete…ovvìa su, tanto lo so cosa volete da me.

Riassunto delle puntate precedenti:
Un illuminato conte di una sostenibilissima contea, nel corso delle sue narcisistiche farneticazioni mattutine ha una subitanea rivelazione. Ne informa tosto il gran cancelliere: tutti i fabbricati della contea dovranno essere armonizzati. Purtroppo il conte non è ancora addivenuto a capo del come concrteizzare la lodevole inziativa. Pertanto, esige che non si costruisca più nulla; e distrugge con una serrata e incontrovertibile dialettica le ottuse obiezioni del gran cancelliere. La sala risuona ancora delle safgge parole del conte quando…

Le chiarine di palazzo squillarono superbe nell’accogliere il messo principesco e tutto il cucuzzaro suo. Il corteo era invero assai sontuoso. Seguivano il messo alcuni paggi di corte recanti delle voluminose tele arrotolate. “Mi onoro di recarvi liete novell da parte di sua maestà il Principe” esordì cerimonioso il messo facendosi lentamente da parte “che si pregia di palesarvi, primo tra tutti i conti, il sudato risultato degli ultimi trascorsi mesi“. Tosto le tele si spiegarono all’unisono, offrendo alla vista del conte e del cancelliere una meravigliosa rappresentazione, finemente colorata, del territorio principesco. “Queste sono le Tabulae Indirizzamentii ” spiego con un gesto teatrale il messo, “instrumentum magnum di cui si è dotato il principe per tutelare le meravigile del territorio suo tutto, armonizzando con un partic…“-“Oh Cielo conte, ma allora lei è veramente il conte più illuminato della contea più sostenibile!” esclamò concitato il gran cancelliere rivolto al conte, incrociando le mani in segno di adorante venerazione. “Stavo giusto portando a canoscenza il cancelliere delle mie illuminate intenzioni, curiosamente del tutto analoghe a quelle manifestate dal princ..” – “Per l’amor di Dio conte, il principe si è tanto raccomandato: che non si costruisca più edifizio alcuno, a cagione del fatto che potrebbe arrecare nocumento alla realizzazione dell’instrumentum magnum!“. “Capisco perfettamente cosa intende dire…” disse il conte incrociando le gambe e guardando lontano “e…mi dica: come li vorrà i novelli edifizi il principe? Tutti di pietra? Tutti di mattoni? Intonacati?“. “Ma amoroso, ma secondo te io che ne so? Non lo sa nemmanco lui!” rispose stizzito il messo, allargando le braccia con fare teatrale. Si scharì la voce e proseguì. “Trattasi come può immaginare di un’opera lunga e laboriosa; le indicationes opprimono la coscienza del principe di una pesante responsabilità. E poi le indicationes andranno scritte su codici per essere divulgate, andranno preparati gli editti, diffusi per tutto il principato….“- “Ci vorrà uno, due anni per decid…” – “Che mi venga un colpo conte” lo interruppe divertito il messo, sbattendo rumorosamente le mani “lei è di gran lunga più ottimista di quello che pensavo!“. “Ma…e i nostri architetti??” chiese di bel nuovo il cancelliere “Ri-cazzi loro!!” rispose preparato il conte. Poi si alzò dalla sedia e prendendo sotto braccio il messo “Dato che non abbiamo nessuna premura” gli sussurrò in fare confidenziale “mi onoro di offrire a lei e a tutto il cucuzzaro suo dei gustosi tarallucci accompagnati da vino sincero…ho scoperto che stanno proprio bene assieme e che di questi tempi non mancano mai sulle più sontuose mense dell’impero“.
Nel frattempo a corte…
Certo che io e te abbiamo fatto proprio un bel lavoretto” disse il re al reale gran cancelliere, contemplando le tele riccamente istoriate del Planum Generalis Regnii “ora resta solo da decidere come vogliamo gli edifizi: mattoni? intonaco? pietra?” continuò pensieroso, lasciandosi andare all’indietro sul trono. “Sua maestà, ci pensi con calma, non abbia premura; la responsabilità, per quanto degna delle sue regali spalle, è molta. Ma permettetemi di insistere sire; avremmo fatto meglio ad avvertire i nostri principi di non costruire novelli edifizi, nel mentre che ci pensiamo” – “Oooohhh guarda mi hai scartavetrato i regali zebedei con questa storia; vai, pigliati tre o quattro paggetti finocchi come te e andate a giro a novellare la faccenda“. Ed il sire restò solo e pensieroso nella sala del trono, mentre il sole splendeva alto nel reame più sostenibile dell’impero…

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