around london

cittini cari, buondì e buon inizio settimana..la mia sarà una settimana corta, dato che venerdì è previsto il rimpatrio per onorare con i dovuti crismi il 30esimo (sigh) genetliaco dell’architettessa. ricorrenza che a onor del vero cade il 19 ma siccome son tirchia (anche di ferie) ho deciso di chiedere solo il venerdì.

è domenica mattina, sono le 10.03, il tempo è splendido e incredibilmente ho aperto gli occhietti a un’ora consona a un giorno festivo: le sette. mi sto per così dire costringendo a rimanere in casa almeno la mattina, dato che dormendo poco e stancandomi abbastanza, poi, più che la stanchezza, nel corso della settimana mi sale l’acido e il giramento di co****ni. soprattutto la settimana appena trascorsa non è stata esattamente rilassante sia in termini fisici che mentali: oltre ad aver corso a destra e a sinistra per motivi personali/casalinghi, venerdì ho avuto la prima consegna seria, di un lavoro che seguo solo io con il socio anziano, il che significa sostanzialmente che seguo solo io. in realtà più che una consegna si è trattato di preparare tutta la documentazione da mandare alle ditte per fare le offerte, un piccolo appalto diciamo. il tutto nella fattispecie sono, oltre ai disegni, alle missive formali e ai moduli da compilare da parte delle ditte, quella che viene definita specifications of works, che è un misto tra capitolato generale e speciale d’appalto, relazione tecnica, contenente alla fine la descrizione sommaria dei lavori – diciamo un computo metrico senza le quantità, che le ditte devono prezzare. il tutto condito da appendici, schede tecniche, foto…insomma altri nomi e forme leggermente diverse, mischiate e amalgamate in altri modi, ma cose note. quando venerdì pomeriggio tardi sono uscita dallo studio mi sono sentita leggera e tutto sommato soddisfatta di me stessa, dato che tutto questo ambaradan lo avevo gestito io e si era arrivati alla fine. la parte più ostica è stata naturalmente inseguire e farsi “considerare” (avrei usato un altro termine poco adatto a una gentildonna…) da patrick, che ha la perniciosa tendenza a sguisciare via come un gozzuto anguillotto quando meno te lo aspetti, lasciandoti lì come una cozza con le tue scartoffie da firmare o un discorso a metà. questo per dire che, dopo aver macinato i chilometri anche ieri, stamattina sto cercando di orizzontalizzarmi sul letto e dedicandomi ad attività che non mi portino più lontana di mezzo metro dal letto stesso. due in particolare: scrivere il blog e compilare lo “staff appraisal“. trattasi sostanzialmente di un questionario a risposta aperta, diramato dallo staff amministrativo dello studio, grazie al quale si può esporre, in modo opportunamente preconfezionato, il proprio sentire: cosa ti piace/non ti piace dello studio, e perchè? quali sono gli aspetti più difficili? e quelli che ti piacciono di più/di meno?che tipi di lavori vorresti fare? hai qualcos’altro da dirci? il 23 giugno alle 2pm, sono stata scheduled per parafrasare e commentare il questionario davanti ai soci e a nicky dell’ufficio di cardiff, la zazzerina più cotonata e retrò d’inghilterra: abbigliamento e soprattutto acconciatura che mi riportano ai tempi di “casa keaton” o “genitori in blue jeans“. sto questionario mi sta indigesto come tutte le cose da compilare e me lo sto rimpallando da giorni, solo che il 18 devo rimandarlo compilato a zazzera jo.

in realtà in questa domenica mattina volevo anche raccontarvi la gitarella di sabato scorso, in diletta compagnia, ma lo dividerò in due puntate. un una londra semideserta la mattina alle otto, raggiunta a stazione di waterloo, siamo partiti alla volta di hampton court,

forse la residenza più splendida e vasta di tutti i palazzi reali inglesi. adagiata sulle rive del tamigi e circondata da 24 ettari di giardini, è associata soprattutto ad enrico VIII: i fantasmi delle sue numerose mogli si dice che tutt’oggi vaghino senza requie per le stanze degli appartamenti reali. le principali sezioni visitabili sono gli appartamenti di rappresentanza di enrico VIII, con la bellissima great hall, il cui soffitto a capriate intagliate e sontuosamente decorate è una delle cose più stupefacenti che ho visto finora in UK, e che ha meritato il torcicollo che ne è conseguito. qui gli attori di shakespeare si esibivano davanti a elizabetta I. sempre del periodo tudor sono le enormi cucine,

restaurate di recente: immensi ambienti con enormi camini anneriti, utensili, attori in costume che preparano piatti seguendo ricette del XVI secolo. infine, altre tre sezioni: i king’s apartments appartenenti al re william III, i queen’s apartments della moglie di william III, entrambi realizzati a cavallo del XVIII sec e pensati con finalità di rappresentanza e cerimoniali. le georgian rooms, mostrano invece l’aspetto più familiare e privato dela vita reale.

alcuni dettagli…

la selva di comignoli, uno diverso dall’altro, che mi hanno ricordato gaudi’

bene per oggi ho finito di tediarvi.

domani o nei prossimi giorni foto, curiosità e amenità. vado a compilare il questionarietto…sciao cittini, cheers!

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