6 Setttembre 2005     

6 Setttembre 2005

Eccomi tornato!

La vita negli ultimi giorni e’ stata scandita dalle lezioni mattutine di cinese, dallo studio pomeridiano nelle affollate aule dell’universita’ e dalle sperimentazioni culinarie notturne. Ho avuto una interessante discussione ieri con una mia amica relativa alla cucina cinese.. Cucina e medicina qui spesso si fondono e un buon cuoco (non parlo certo dei cuochi delle mense universitarie) deve abbinare i sapori in base alle loro qualita’. Certi cibi ad esempio, in particolare certi frutti, nonostante siano dolci e rinfrescanti, portano invece a scaldare il corpo durante il giorno e quindi dovrebbero essere evitati nelle giornate afose. La cottura dei cibi avviene qui in maniera molto piu’ veloce rispetto alle nostre abitudini, sia perche’ tutti gli ingredienti sono tagliati minuziosamente per potere essere raccolti con le bacchette senza bisogno di coltello, sia perche’ la fiamma del gas e’ molto piu’ intensa qui, sia perche’ i cibi sono spesso cotti in uno Wok (pentola tipica) con una base di olio bollente.

Cosi’ i cibi cotti velocemente mantegnono meglio le loro proprieta’ originali.

Qui si crede che per raffreddare il corpo non sia buona cosa ingerire sostanze fredde, ma sia molto piu’ salutare sorseggiare un buon te verde caldo.. Una cosa non mi e’ chiara: nelle aule studio tutti tengono sui tavoli oltre libri e penne grandi borracce termiche trasparenti contenenti acqua calda, foglie di te verde e fiori vari.. Ora, non ho ben capito se si tratta dell’applicazione degli antichi principi della medicina tradizionale o semplicemente e’ un modo per riscaldarsi visto la temperatura qui dentro arriva a 18 gradi grazie all’aria condizionata!(che anche l’aria condizionata sia contemplata dall’antica medicina cinese?).

Fortunatamente Beijing e’ una citta’ asiaticamente multietnica cosi’ si puo’ intervallare la cucina cinese (ottima, ma spesso un po pesantina) gustando dell’ottimo sushi giapponese oppure cuocendo sulla griglia in mezzo al tavolo della carne in un ristorante coreano, sorseggiando the, birra, vino di riso o liquore di prugna. Questo fine settimana con i miei nuovi amici cinesi (ci cui non riesco mai a ricordarmi i nomi) abbiamo affittato un piccolo pulmino+autista e siamo andati a visitare la montagna di LiShan.. Dopo una breve colazione a base di latte di riso e BaoZi (panini cinesi cotti al vapore ripieni di carne o verdure non ben identificate) ci siamo diretti verso i monti occidentali. Uscendo da Beijing, gli enormi condomini da 25/30 piani hanno cominciato a diradarsi lasciando posto a gigantesche industrie metallurgiche e infine a colline verdi coltivate a grano e ortaggi. Le strade che abbiamo percorso sulle montagne non sono vie di scorrimento principali, eppure la qualita’ dell’infrastrutture e’ molto alta (pavimentazione laterale differenziata, segnalatori acustici laterali e guardrail catarifrangenti), inoltre numerosi sono i cantieri in opera per raddirzzare il percorso grazie a ponti o sovrapassi.

Siamo incappati anche in una diga in costruzione. Non penso che verra’ utilizzata per la produzione di corrente elettrica, piu’ probabile come bacino idirco in caso di siccita’(come e’ successo quest’anno). La cosa spettacolare e’ immaginare che l’intera valle a ridosso della diga verra’ allgata! Arrivati alla base della montagna ci siamo concessi una pausa pranzo a base di spiedini di carne di montone speziata cotti ala brace e foglie di loto impastellate e fritte.. un poco appesantiti abbiamo proseguito verso la cima(questi sono i momenti in cui ho nostalgia del buon caffe’italiano). La montagna non e’ molto alta (circa 2400m) ma con una vista spettacolare che dona un assaggio dell’enormita’ della Cina. Dall’alto si scorgono numerose catene montuose che si susseguono e si accavallano fino all’orizzonte.. una curiosita’: sulle pendici dei monti le stelle alpine (che da noi sono introvabili) sono diffuse come le margherite!

Qualcuno ha voluto andare a dormire in albergo (Albergo??? Bettola!!!), ma noi abbiamo preferito testare la tenda comprata un paio di giorni fa e abbiamo campeggiato in mezzo ai prati subito fuori il paese.. nonostante i ragni la notte e’ trascorsa tranquillamente. Gli abitanti del minuscolo paesino hanno comniciato alle 7 di sera a sparare fuochi d’artificio in aria.. i primi 50 minuti sono stati entusiasmanti… ho cominciato a perdere la pazienza verso l’una di notte visto che la mattina mi ero svegliato alle 5.30 e non c’era verso di dormire con tutto quel fracasso! Del resto era sabato sera anche per loro e certo il microscopicocentro abitato non offre tante attrazioni!

Il giorno successivo ci siamo mossi verso XiaShan, una cittadina tradizionale che ha incredibilmente conservato nei secoli la sua identita’ e oggi e’ protetta dal governo cinese. Qui ho potuto apprezzare la genuinita’ dell’architettura domestica tradizionale cinese..

Il contatto con le montagne mi ha fatto venire voglia di viaggiare e cosi’ ho ripreso in mano l’idea che avevo abbandonato tre settimane fa.. domani si parte e si vola verso lo Yunnan: direzione Tibet! Baci a tutti!

10 settembre 2005

Ragazzi eccomi.. incredibilente tornato nel turbine digitale grazie a questo piccolo e accoglente internet caffe a Shangrila’ al confine tra lo Yunnan nel sud della Cina e il Tibet a 3600 metri sopra il mare. Difficile trovare le parole per descrivere gli ulitimi tre giorni di viaggio.

Partiamo dall’inizio.. ho trovato un bigliett
o molto economico per la capitale dello Yunnan, Kunming e ne ho approfittato subito..Io e HongBao, la mia compagna di viaggio, siamo partiti Giovedi mattina da Beijing verso Kunming, capitale della regione piu’ variegata della Cina: Yunnan significa in cinese ‘al di sotto delle nuvole’ e’ una regione enorme situata al confine con il Laos, la Birmania e l’India. La maggiorparte del territorio e’ in quota, la stessa capitale si trova a 1600 mslm. In questa regione ci sono una decina di microlimi molto differenti, partendo dal clima caldoumido tropicale del sud, alle aree dove regna perenne la primavera grazie al fortunato connubio tra l’altitudine e la latitudine, fino ai climi rigidi montani del nord. L’80% delle specie floreali cinesi si trova qui. Altrettanto varia e’ la presenza di differenti etnie (in cina se ne contano una 50ina nonostante il 98% della popolazione sia di etnia Han), qui sono diffuse piu’ di 40 etnie differenti! Ma cominciamo a descrivere le avventure degli ultimi 3 giorni: Partenza Gioverdi’ mattina, arrivo a Kunming, ricerca di sacco a pelo per le strade della citta’ in attesa dell’autobus notturno in partenza per Lijang. Cena a base di complicatissimo piatto tipico locale, le cameriere poratano al tavolo i seguenti ingredienti: -brodo bollente, che mantiene il suo calore nella scodella enorme grazie ad uno spesso strato superficiale di grasso di maiale -carne cruda di maiale -piedini di maiale -verdure oltremodo piccanti -ossa non ben identificate di mucca -rape -uova di anatra -spaghetti di riso crudi Bisogna porre tutti gli ingredienti nel brodo bollente e aspettare qualche minuto che tutto si sia ben cotto.. In questo modo relegano al cliente il compito di prepararsi il proprio cibo! Economico! Questo cibo ha avuto il potere di risolvere alcuni piccoli problemi di digestione che erano incsorti negli ultimi tempi.. santo minestrone cinese! Dopo questa cena trimalcionica, abbiamo lasciato il tavolo con la classica enorme quantita’ di piatti vuoti ‘ noi europei abbiamo l’abitudine di agghindare le nostre tavole con mille posate, ognuna per ciascun piatto, qui le posate sono solo 2, le bacchette di legno, ma la quantita’ di piatti, piattini, scodelle, ciotole, fondine che si distribuiscono contempaoraneamente sul tavolo durante un pranzo e’ inverosimile a causa del fatto che nella cucina cinese non c’è alcun ordine da rispettare, tutto si mangia contemporaneamente afferrandolo direttamente dalla portata centrale. La notte è trascorsa sull’autobus notturno fornito di numerosi letti a castello, ogni letto è per fortuna fornito di cintura di sicurezza, visto che la qualita’ delle strade è spesso catastrofica a causa delle piogge e degli smottamenti del terreno e il rischio di venire scaraventato per terra è consistente! Siamo arrivati al mattino a Shangrila, citta’ in quota gia’ oltre i 3000 metri. Posto paradisiaco per gli ippie cinesi. Negli anni 90 un forte terremoto ha distrutto la maggiorparte degli edifici costruiti recentemente, mentre non ha arrecato danni agli edifici storici costruiti in muratura di terra cruda e legno. Il governo si è cosi’ convinto ad incentivare la costruzione secondo le tecniche tradizionali e a restaurare il centro storico che poco dopo è stato dichiarato bene culturale dell’umanita’. La citta’ vecchia si inerpica sulla montagna in un groviglio di strade ciottolate e stretti canali che fanno fluire acqua limpidissima utilizzata per lavare i vestiti e le stoviglie. La dimensione di vie e piazze ricorda Venezia se non fosse per il fatto che tutte le case sono alte al massimo 2 piani. I colori brillano sfumando dal verde delle piante, all’azzurro del cielo, al rosso dei denglong, le classiche lampade cinesi, ai colori dei mattoni di terra cruda. Il bar sta ora chiudendo e non ho tempo per racccontarvi la notte passata in tenda in un casolare sulle sponde di un lago, del viaggio in autostop verso Shangrila’ e della cena a base di spaghetti con il huofuo (lo spirito sacro reincarnato in corpo umano) presso il piu’ grande tempio buddista della cina dove abbiamo passato la notte.. Appena trovero’ un’altro interet cafè cercherò di descrivervi questo viaggio allucinante per le vie dissestate della catene che precedono l’himalaya.. A presto

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