Nonostante appena arivato abbia dovuto studiarmi un bel po’ di cose sul feng shui, per contribuire allo sviluppo di un progetto basato sul principio dei “cinque elementi”, non ho nessuna intenzone di fare il professorino ripetendo la lezione a memoria, tanto piu’ che queste cose sono descritte benissimo nei manuali.
Mi piacerebbe pero’ parlare del “feng Shui da marciapiede”, quell’insieme di atteggiamenti e di modi di fare che poi hanno generato regole per noi un po’ misteriose e quindi affascinanti.
Va detta una cosa: io ho sempre odiato il Feng Shui. L’ho sempre considerata una cosa da signore ricche annoiate che passano il tempo leggendo di campi energetici, cristalli, pianeti in settima casa e acque dagli strabilianti poteri. Tutto questo (e molto altro) in un miscuglio di cultura orientale, credenze popolari, (brutta) letteratura e musica sempre uguale a se’ stessa che prende il nome di New Age.
Non voglio pero’ parlare di questo, altrimenti poi corro il rischio di tirare fuori “la mia parte intollerante”. Per quello c’e’ sempre tempo…
Insomma dicevo che quando si gira per le strade cinesi, quando si parla con i cinesi (sempre che uno che vive a HK possa considerarsi cinese, ma per ora i miei orizzonti sono piuttosto limitati), ci si rende conto che quei principi hanno una radice culturale forte.
Prendiamo per esempio la linea retta. Qui, per quanto possibile, in architettura non si usano linee rette. Gli edifici di nuova concezione che fanno largo uso di elementi geometrici rigidi vengono guardati con diffidenza dagli abitanti di HK, quasi con preoccupazione.
Sembra una cosa strana ma e’ proprio cosi’: quando ho proposto il concept di un parco costruito con linee geometriche, mi e’ stato detto che no, dovevo pensare a qualcosa di piu’ “quiet”, perche’ la linea non curva, anche se spezzata, anche se usata con criterio, rappresenta sempre un artificio, e’ sempre fonte di tensione.
E’ per questo motivo che qui nei centri commerciali ci si perde:quelli piu’ lussuosi di Central cosi’ come i mercatini coperti che si trovano qui a Wan Chai sono costruiti su linee curve, senza una logica apparente. Non ti danno un punto di riferimento e dopo avere girato per un po’ non sai piu’ dove ti trovi.
Non parliamo poi di come camminano le persone. Appena arrivato qui ho conosciuto un architetto portoghese che mi ha detto: lo sai perche’ qui a HK c’e’ questo casino per strada? Perche’ la gente non va dritta. Perche’ per loro l’ “andare dritti” e’ una cosa diabolica.
All’inizio l’ho presa come una battuta, ma effettivamente e’ cosi’.
Un consiglio quindi: se un giorno vi troverete da queste parti a camminare per strada magari nelle ore di punta (vale a dire dalle 7 del mattino a mezzanotte) e siete in ritardo, mattetevi l’anima in pace, farete un favore alle vostre coronarie.
L’inno alla linea curva pero’ e’ il thai chi. Andare al parco la domenica mattina e’ uno spettacolo incredibile. Decine e decine di persone: bambini, giovani, anziani, da soli o in gruppo, si muovono lentamente, con gli occhi chiusi, in questa sorta di danza che da noi e’ stata scippata dalla suddette signore annoiate, ma qui e’ una pratica comune.
Va beh, post senza capo ne’ coda questo. E’ ora di pranzo e ho diritto alla mia ciotola di riso.
solo due cose:
Eleonora, la parola revisione rievoca in me ricordi fatti di stanzette umide in cima a scale improbabili, percorse le quali ti trovavi di fronte a foglietti tipo “la revisione con il prof… e’ stata spostata alla prossima settimana”. Brutti ricordi. Potremmo fare un club di veterani fiorentini, che dite?
Federico si’ bravo, la sensazione e’ proprio quella di Lost in translation, con la differenza che li’ si trattava di una solitudine ovattata, da hotel. La mia e’ stata, almeno nel primo periodo, una solitudine un po’ piu’…come dire…pulp . Un giorno di questi postero’ le foto dello splendido luogo che mi ha ospitato per circa tre settimane…
3 risposte a Feng Shui da marciapiede