è mezzanotte e piove a Tokyo. è la mia ultima notte qui…domani si rifà la valigia, destinazione Kyoto!
c’è stato un piccolo imprevisto di viaggio. Non ero preparata agli addii delle persone che conosco poco a poco, e di quelle che ho conosciuto nei mesi scorsi su internet e poi sono state gentilissime con me qui. Marina e Nicola sono delle persone fantastiche, ho salutato prima una e poi l’altro perchè scendevamo a fermate di metro distinte tutti e tre…. e notare gli occhi lucidi in entrambi mi ha commosso. Di per se già sono troppo sensibile, poi se ci metti che noi tre siamo stati insieme quasi tutto il finesettimana, ci siamo confidati cose, raccontato storie e piccoli segreti, fatto mille foto, è normale che il distacco mi sta u pò stretto. Quindi quello di stasera è stato il primo ritorno nella dimora (provvisoria, come lo saranno tutte le altre) con tristezza. e siamo solo all’inizio, ce ne saranno tante ma tante di belle persone da conoscere ne sono sicura, e vai con le lacrimucce!!!
ore 10 am I’m in Tokyo.
UNA SERATA IN DISCOTECA NEL QUARTIERE DI SHIBUYA!!
dedicato a Paolo…..
Ci dirigiamo verso Shibuya, l’attuale piazza in cui è facile sclerare a Tokyo se non sei napoletano e se non se abituato al kaos. La piazza più trafficata della città.
Shibuya è impattante, esci dal metro e magari non ti aspetti di essere aggredito da così tante persone che circolano e da tanti neon colorati che le illuminano.
Io e Paolo entriamo in vari bar e in sushi bar, dove deliziamo il palato con autentiche mini opere d’arte. Dobbiamo raggiungere il Camelot, un disco-bar, ma sappiamo solo che si trova a shibuya e nient’altro. Ci hanno detto di chiedere, perchè e un posto famoso, ma le prime 10 persone non ne sanno nulla. Mi accorgo di un ragazzetto con i capelli tinti di rosso e un cappellino verde che ben mi fa sperare. Ci avviciniamo e gli chiediamo l’informazione, risposta affermativa dice che lo conosce e mentre fa per spiegarcelo, lo blocco e gli chiedo di accompagnarci, esita, insisto, un momento, due, e poi con i suoi amici ci incamminiamo verso il Camelot. Paolo mi guarda e mi dice che ho una faccia tosta senza precedenti, gli lancio unos guardo molto napoletano e gli faccio “ma cosa credi, che il giro del mondo si fa così?” e giro la mano destra su stessa in movimento rotatorio. yeeeeeeeeee
i giapponesi sono molto disponibili e in genere felici di esserti utile, perchè non approfittare?
tutto il mondo è paese, riusciamo a beccare delle riduzioni ed entriamo per 1000 yen ( 6,5 euro) con due consumazioni incluse, che risulteranno molto annacquate!
ambientino cool, moquette rossa alle pareti nei corridoi, luci viola e lampadari di cristallo. In una stanza di fianco alla pista ci sono i parrucchieri e una fila di ragazze che asepttano di essere trasformate a colpi di lacca. Figata. e il fotografo che ti ritrae prima e dopo…
ballare in pista, quando fai parte del 3 % di razza occidentale e assorbire i gran sorrisi di cui sono capaci i giapponesi è veramente delirante. Pop, commerciale e house, un mix per scatenarsi come di deve.
I bagni contrariamente a quelli delle discoteche di Barcellona, hanno l’aria condizionata a 3000 e non ti fai la sauna…quando entri il coperchio del water si alza automaticamente, spettacolo! In genere i water giapponesi, scopriro poi,hanno perfino la resistenza che riscalda il piano d’appoggio affinche non ci si geli al sedersi. Una amiriade di lucette ti fanno capire che sono veramente cessi dell’ultima generazione!
Finiamo mezzi brilli al piano superiore di un caffè nella piazza di Shibuya, da dove si vede bene la piazza che adesso è mezza addormentata, raccontandoci i momenti della serata in cui ci eravamo separati e ridendo del fatto che Paolo non è riuscito a baciare una giapponese, perchè lei gli ha detto che loro non si baciano mai in pubblico!!! che ridere, nemmeno in disco…
scendiamo, ci avviciniamo al taxi e spettacolo!!! la portiera si apre da sola! nemmeno a New York mi era successo…
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