IL RITORNO A CASA
ho tardato tanto a scrivere questo post perchè il ritorno è stato un’inondazione di doveri, ai quali, ovviamente avevo perso l’abitudine.
quando ho aperto gli occhi la prima mattina in camera mia, avevo stampato sul viso, un sorriso che rimbalzava da una parete all’altra e riempiva tutta la stanza. Dopo 12 ore dal ritorno, quando nemmeno tutti gli amici erano stati informati dell’evento, era già pronto nel mio destino barcellonese, un lavoro che mi avrebbe rubato 12-13 ore al giorno, per circa 7 giorni.
Per entrare ancor di più in quell’atteggiamento naif da idealista-viaggiatrice-romanticasognatrice, vedendo già nitidamente, la mia posizione di scrittrice che si bilancia tra una economia e l’altra, mi ci sono tuffata a capofitto.
CONDIZIONI DELLA LA CASA
Non ho avuto, quindi, nemmeno il tempo di vedere in che condizioni i ragazzi, mi avevano lasciato la casa. l’ho scoperto questo finesettimana. a dire la verità niente male, con tutti i conmfort al suo posto! birre in frigo, scorta di carta igienica, e tutti i detersivi nuovi!
a parte questo devo dire che mi posso ritenere fortunata perchè:
il ferro è tutto graffiato in quanto un chiodino fuoriesce dal tavol da stiro, dico io, toglilo invece di rivinare il ferro, che è nuovo…
la mia padella antiaderente, testimone di numerose cenette prelibate, oramai è dabuttare, perchè ci hanno grattuggiato con coltelli e forchette, ed è venuto via, a pezzi, lo strato antiaderente….
nel bagno un neon è fulminato e nell’altro bagno il lavandino ha seri problemi nel tragugiare acqua, se ti lavi i denti devi stare attento, perchè si riempie subito…la mia analisi: è mezzo otturato…
Una parte del’imbottitura del divano è stata smontata, e aspetto la venuta di mia madre, affinchè con molta pazienza lo rimetta a posto.
tutte le piante alte sono morte.
per non parlare delle cose che non trovo e che chissà dove saranno…
di tutto ciò non ho minimamente parlato ai due fanciulli ai quali ho lasciato il mio appartamento, (saranno al corrente della mia minima scontentezza da questo blog) perchè , considerando quello che c’è in giro…, ripeto, posso ritenermi fortunata di aver trovato quasi integra la mia casetta.
emozioni E PROGETTI
“non ti viene in mente di dire : se muoio domani, per lo meno ho fatto quello che volevo?”
mi chiede Sandra, un’amica catalana, che ha fatto un giro del mondo, molto ridotto rispetto al mio, ma in ogni caso sempre RTW. Sandra ha già scritto due manuali su come si viaggia, e se li è pubblicati da sola.
è sabato sera, davanti ad una scadente pizza al prosciutto le dico:
“Si, realmente un pensiero del genere si fa….”
Mi sento in ogni caso emozionata, e molto più paziente, tollerante e flessibile.. In un altro momento avrei già chiamato 3000 volte Daniel per gridargli tutta la bile scaturata dalla sua poca attenzione per le mie cose.
mi sento come in una strada scivolosa, scivolo di qua e di là, a metà tra compostezza e vaga elettricità, ma senza aver paura di cadere. Ho solo bisogno del mio nuovo equilibrio, che spero non tarderà a venire.
confidando nelle mia memoria e nei miei appunti di viaggio, nei prossimi mesi il mio lavoro sarà quello di scrivere. Mi sono data una scadenza, entro la quale se il libro non è completato, si scende in campo architettonico, comunque.
E non solo per una esigenza economica, ma per una necessità fisica. ho bisogno di progettare. scrivere il testo su architecTour, mi fara in ogni caso sentire architetto, ma se non c’è disegno e non c’è discussione e vendita ai clienti delle proprie idee, probabilmente non c’è, per me, soddisfazione personale.
tra una manciata di orette, decolla il volo della ryanair, per portarmi a Roma. la trafila seguirà autobus, fino a Termini, e treno fino a Napoli centrale. Mi fermo in terra partenopea 48 ore esatte per tornare sotto la gonna materna qui a Barcelona. L’emergenza è davvero grave, lo so. in questi casi, mi sa che una preghiera a San GENNARO è veramente quello che ci resta da fare. Perchè per eliminare 5200 tonnellate di rifiuti, ci vuole solo un miracolo.
e quest’è.
statevi bene
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