Die lange Nacht der Museen in Hamburg

ARTE

Die lange Nacht der Museen in

Hamburg

WOLFGAN ZURBON

La lunga notte dei musei in Amburgo è una serata organizzata per stuzzicare l’appetito artistico dell’interlocutore, affinché nelle settimane seguenti, questi torni a visitare gli stessi luoghi, e se non tutti, almeno una parte.

Il biglietto che costa 12 euro, offre il trasporto gratuito su treni e autobus della città e l’accesso ai 42 musei amburghesi dalle 18 alle 2.00 del sabato e nell’intera giornata seguente. Con l’entrata in omaggio si regale un libricino nel quale sono dettagliatamente descritte le attività che si svolgono durante la serata speciale, le esposizioni permanenti e quelle temporanee. Da specificare che spessissimo in Germania le esposizioni temporanee non durano mai meno di sei mesi. Alla fine di ogni paginetta relativa ad ogni museo, si informa l’utenza dell’offerta culinaria che troveranno all’interno o all’esterno del museo. In alcuni musei abbiamo trovato dei banconi allestiti con torte fatte in casa e cocktail artigianali, in altri musei c’erano ovviamente i bar e caffè all’interno e in altri musei non aventi sufficiente spazio per ospitare anche se provvisoriamente, una piccola struttura simile, richiesta mangereccia era soddisfatta dai camioncini parcheggiati all’esterno con empanadas chilenas, falafel, o i mitici bratwurst.

Un servizio speciale di autobus collega le varie aree dei musei con numeri specifici.

All’interno dei musei si svolgono numerosissime attività, performance, videoproiezioni, danze e tantissimi concerti.

Abbiamo iniziato il nostro tour alla Deichtorhallen, una galleria d’arte e fotografia che si alberga all’interno di antichi magazzini all’ingrosso di frutta, verdura e fiori.

Nella Deichtorhallen Haus der photographie esponevano Herbert Tobias con la retrospettiva “blicke und begehren” con lavori effetuati dal 1924 al 1982, e Wolfgan Zurborn con la retrospettiva “drift” con fotografie scattate dal 1980 al 2006.

WOLFGAN ZURBON

Quest’ultimo mi ha letteralmente conquistata per la capacità di selezionare frammenti di vita quotidiana con particolare enfasi coloristica e dinamismo, esiste nel web un suo sito, sbirciate. Una sezione della sua esposizione era intitolata “China! Which China?” e lascio immaginare in paese così come si possa spaziare nella ricerca di dettagli ordinari ricchi di vitalità e quindi di colore.

Nella Deichtorhallen aktuelle Kunst c’erano invece due esposizioni: una dell’artista americana Cecily Brown, evidentemente ossessionata dalla morte e dal sesso, due temi ricorrenti nelle sue disperatissime opere, alla ricerca dei soggetti tra pennellate sovrapposte nervosamente, che sfociano in quadri semiastratti.

L’altra esposizione era di Herbert Brandl, un austriaco amante delle grandi dimensioni, infatti i suoi quadri sono spesso di 3x 4 mt, anche qui la volontà di confondere il figurativo e l’astratto, ma stavolta attraverso pennellate ondeggianti e di colori intensissimi.

HERNERT BRANDL

La terza tappa è stata il Museum Volkerkunde, che volevo da tempo visitare in quanto ospita una mostra temporale sulle maschere dei mari del sud.

Il tema dei mascheroni creati e utilizzati dai popoli della Melanesia per le loro danze e gli scudi grandi e colorati per allontanare gli spiriti maligni mi ha sempre affascinato. Molti mascheroni era dipinti su “tapa”.Le pitture su tapa (una specie di carta ottenuta battendo e pressando la corteccia di alcuni alberi) si distinguono per l’accostamento di rigorosi disegni a spirale e libere composizioni di figure di animali e piante. Altre maschere e sculture erano prodotte con vimioni, bambù, gusci di tartarughe, cocci di cocco ecc…

La luce soffusa che illuminava gli oggetti dell’arte oceanica mi ha ricordato l’allestimento al museo quai Branly ( Jean Nouveal), da poco visitato a Parigi.

Specialmente nella Papa Nuova Guinea le maschere ornate con manti di fibra, conchiglie, piume e foglie sono molto esperessive e spesso servono per provocare il nemico nelle autentiche guerre che ancora si fanno, o semplicemente servono per invocare personaggi mitologici che fanno da tramite tra vivi e morti.

Le modulazioni stilistiche e le tensioni espressive, spesso con la famosa lingua interamente fuori dalla bocca, per spaventare il nemico, sono le basi invece dell’ arte maori, della quale faceva bella mostra un baldacchino esattamente montato e decorato come quello a Rotorua in Nuova Zelanda, in cui assistetti ad una delle danze tipiche.

Gia belli stanchi, rimpizzati con un falafel e una birra fresca ci siamo diretti verso i musei: paleontologico, mineralogico e zoologico. Chi mi conosce sa bene che in una notte di musei a porte aperte no avrei mai speso il mio tempo per vedere i cadaveri imbalsamati nel museo zoologico, ma ho dovuto rispettare le scelte del 50% del gruppo e sorbirmeli.

In ultimo, il 6º museo è stato la Kunstalle, forse il più grande museo di Amburgo. Anche questo si divide in due edifici, in foto:

uno ospita l’arte contemporanea e l’altro l’arte moderna. Sulla facciata dell’edificio che ospita la prima collezione sono state proiettate delle varianti di facciata, spettacolari.

All’interno abbiamo visitato l’interessante mostra di Noble Gaste un impressionista di Bremen e l’esposizione di Sigmar Polke.

stanchi morti verso l’una abbiamo fatto ritornoa casa dolce casa.

che maratona. 6 musei in 6 ore.

AGGIORNAMENTO

La Nits dels Museus 2009

bhe….CHE DIRE, un amico che ha appena letto il blog mi ha detto che la stessa serata si é svolta ieri a Barcellona. meglio non pensarci…sigh..

tra i musei totalmente grtuiti ( senza biglietto di 12 euro)

“…Esta ciudad es bruja, ¿sabe usted, Daniel?
Se le mete a uno en la piel y le roba el alma sin que uno se de cuenta…”
(La sombra del Viento. Carlos Ruíz Zafón)

per la cronaca saró a BARCELLONA dal 18 al 25 giugno e dal 30 luglio al 10 agosto.

almeno questo….

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