Nossa! quanta birra si scolano ‘sti brasiliani…beh, io mi devo adeguare alle usanze del posto…ma a differenza di quanto immaginavo la pinga- o aguardente-o cachaça- non è la bevanda preferita dalla popolazione giovane, persino le famosissime caipirinhas non rappresentano l’ oggetto del desiderio che mi aspettavo…sarà perchè è inverno? Tranquilli, ci sono comunque più di 30 gradi!
Un’ondata di prevedibile saudade sta tormentando gli ultimi giorni, ma sono sicuro che è l’effetto provvisorio della visita a Rio: sconvolgente.
Viaggiare da soli è un lusso di cui spero potermi giovare in futuro…ci sono pro e contro ma l’efficienza con la quale si utilizza il tempo è inimmaginabile, e poi…farsi trasportare dalla città verso mete che le cartine non consigliano…seguire l’entropia degli eterogenei sguardi che offre la <>, addentarsi nei quartieri più disparati.
Sarà l’influenza delle derive urbane attraversando i territori attuali della metropoli contemporanea (stalker docet), sarà l’aura Flaneur (Benjamin)che mi ha invaso in queste circostanze di decadentismo carioca (carioca è aggettivo solo per Rio, non il resto del Brasile), sarà una intima propensione al nomadismo che mi sprona e mi guida verso l’ignoto…che poi si rivela molto palpabile come le mie tasche. Sarà la sete di conoscenza che apre dei varchi incolmabili, che mi risucchiano là in basso con una forza e intensità catastrofiche…
<<tristeza não tem fim
felicidade sim>>
Tom Jobin e Vinicius de Moraes
La tristezza non ha fine, la felicità sì
Questa è la frase con cui inizio il racconto di 5 giorni sambando per RIO…ah cominciamo con il sambodromo, viale con palchi dove ammirare la furia del carnevale più pazzo del mondo!
progetto di O. Niemeyer
Danzare il samba è una vera passione per i carioca, anche i più giovani spesso si ritrovano nelle numerose scuole di samba, sarà per la musica dal vivo o per i movimenti sinuosi e scattanti (sembra una contraddizione, me ne rendo conto) delle scatenate ragazze?
Uno dei quartieri che si animano la sera è la Lapa, dove passa l’antico acquedotto, di giorno è abbastanza desolato:
Voglio una città con solo maggiolini
La sera si può optare in un locale funky, altro genere che impazza soprattutto nei quartieri più poveri, in primis nella favelas…a Rio la favela di Rocinha conta 127000 abitanti, la più grande del sudamerica!
Spiaggia di ipanema: tramonto sul quartiere di Rocinha
A proposito di spiagge…io mi sono beccato la pioggia, ma non oso immaginare con le giornate splendide del resto dell’anno!
Rio é una <>, la posizione geografica regala viste mozzafiato…dal Pão de azucar al Cristo Redentor…la cittá si sparpaglia in ogni direzione…risale i <>, le colline, o si infiltra tra le strette vallate dei pendii, o meglio ancora si stiracchia lungo i candidi litorali delle
spiagge di Copacabana e Ipanema.
E´impressionante la compresenza di recentissimi grattacieli e antichi palazzi,risalenti a quando
questa metropoli rivestiva il ruolo di capitale del Brasile. Ora é Brasilia.
Il nuovo fagócita quella parte di cittá paralizzata, ferma nel tempo, che aspe
tta di trovare una nuova
identitá, ma che attualmente é esposta a seri rischi di estinzione. Io sospetto che non troveró la stessa cittá se vi dovessi ritornare…il rispetto per la storia é subordinato alle esigenze di carattere
finanziario…il tutto soggiogato da una instabilitá economica-socio e culturale che non permette
previsioni credibili.
Nuovo e antico: la cattedrale a sinistra (terribile, è la prigione di Brazil di Terry Guilliam), l’edificio della Petrobras sullo sfondo mentre il bonde (il tram) passa sopra l’acquedotto che dalla Lapa permette di raggiungere St.Tereza.
Edificio Petrobras:
apprezzabile il gioco di pieni e vuoti, ma schiavo ancora di una rigida simmetria
l’arrogante, insulsa e pretenziosa cattedrale di Rio. anni ’70: no comment
ma poi ti ritrovi in questi “larghi”, all’improvviso, una traccia di una Rio di un tempo…e mi sovvien l’eterno, e mi immagino a Lisboa
Largo de Guimaraes a Santa Tereza
E´incredibile l´identitá peculiare che ogni quartiere detiene, si passa dal centro costellato di banche,
uffici, negozi ai quartieri come LAPA o Sta TEREZA che mi ricordano tanto la mia amata Lisboa, con il <>(il tram) che stride e raschia per le vie del borgo.
La storia cozza con il presente:
abbiamo investito un’auto!
confeteria Colombo, altra testimonianza di un fasto carioca
qui invece torniamo agli uffici portoghesi durante la colonizzazione:
il Real gabinete portugues de leitura, superiore!
Osservare Rio dall’alto del Corcovado, colle ove è stato collocato il Cristo Redentor…il vero protagonista della vita carioca!38 metri di cemento per un abbraccio da urlo!
la vista sulla spiaggia di Ipanema e Leblon, che ne dite?
Praia di Botafogo davanti al Pão de azucar…dove alloggiavo io
ORA un pò di architettura…quando Le Corbusier inviava i suoi schizzi a Niemeyer, Lucio Costa, i fratelli Roberto per quel Ministeiro de educaçao e Saude che inaugurò l’architettura moderna in Brasile:
Un’altra opera di prestigio è il MAM, museo d’arte moderna, di Afonso Reyde terminato nel 1964:
una struttura modulare sostiene i due piani del museo e permette di usufruire di piante libere, il primo piano è completamente libero, il secondo è appeso a cavi metallici che partono dalla copertura
Anche se l’opera di Niemeyer è costellata di progetti discutibili, ho apprezzato questo intervento anacronistico per il Museo d’Arte Contemporanea di Niteroi, sull’altro lato del fiume.
E’ stato realizzato tra il 1991 e il 1996, con un design che riporta un pò indietro negli anni…a quelle magiche sedie di Saarinen, che inviluppano il corpo umano…
O forse un’astronave aliena, qualcosa di anormale e affascinante…
L’interno è uno spazio intimo e metafisico, che avvolge lo spettatore e lo pone a contatto diretto con le opere esposte:
Ah, viaggiare per la città spenta…di giorno così affollata, di notte abbandonata a se stessa..o allo straniero in cerca di una avventura segreta e rischiosa…
la parte più suggestiva di Rio è stata proprio questa passeggiata sotto la pioggia, bagnato fradicio, al freddo e felice.
Non mi ricordo quando, ma appena vedevo una fila di persone mi accodavo per assistere anch’io a qualcosa…che si è rivelato essere uno spettacolo di Samba, con la spiegazione della storia e dei vari generi…
e un musical sui pregiudizi del popolo brasiliano:
Altro capitolo, al ritorno a BH, è stata la visita ad una favela: quella di Ouro Preto.
Sono andato con l´universitá che sta facendo un progetto con gli abitanti…é una favela tranquilla, una delle +piccole…a me ha ricordato la realtá di 50 anni fa nelle contrade delle mie parti, quando le case si tiravano su alla buona, con la terra all ínterno, il punaro delle galline a lato, l´orto appena distanziato, le fogne all´aria aperta…vi sembra cosí pazzesco? a me no!
Un pó alla volta le cose si possono sistemare…certo ci vuole l´aiuto esterno di un ´istituzione, che
coordini gli interventi…ma pensavo peggio, quello che rimane problematico é la violenza e la mancanza di istruzione.
ORA CHIUDO!Ho la testa piena! Ormai non riesco a filtrare le informazioni, ma non mi fermo no! Vado avanti con
questa scorpacciata di cultura sudamericana!Fino all´indigestione…avró tutto l´inverno per
cazzeggiare!
UN ABBRACCIO GRANDE COME L’OCEANO CHE CI SEPARA!
A presto,
Matteo
spero il prossimo racconto sia da Brasi
lia…