Trovare lavoro a Londra…parte

Trovare lavoro a Londra…parte prima
Considerazioni generali: inglese si o no?
(post di Rosy, notare colore blu!)

Allora…vorrei cominciare a parlare un po’ dell’argomento cruciale che credo interessi molti dei lettori di questo blog, a giudicare dalle testimonianze che abbiamo ricevuto…ovvero...come si fa a trovare lavoro a Londra?

Dunque, a poco a poco cercherò di spiegare tutto quello che so, dal curriculum ai colloqui, con vari links annessi e connesi, prima però vorrei fare delle premesse.
Io attualmente ancora sono alla ricerca e ho sempre fatto di testa mia, nel senso che non ho avuto indicazioni da nessuno, insomma sono un autodidatta, diciamo che mi sono un po’ buttata allo sbaraglio…
Quello che sono riuscita a rimediare fin’ora sono stati un bel contratto di lavoro per Filippo (vedi post precedente) e una serie di colloqui (interviews) per me, alcuni sostenuti due settimane fa, altri ancora da sostenere nella settimana tra il 12 e il 17 di Dicembre. Tuttavia c’è da dire che, oltre ad avere avuto già un’esperienza lavorativa a Londra circa 4 anni fa (ho fatto uno stage nell’ambito del Progetto Leonardo), è da più di un anno che sto cercando di esplorare il mondo del lavoro inglese nel campo dell’architettura, sia tramite il web sia tramite le varie conoscenze che lavorano nel Regno Unito, quindi diciamo che di informazioni ne ho acquisite moltissime.

Ad ogni modo quello che racconterò è ovviamente legato alle mie esperienze personali, e non escludo assolutamente l’esistenza di altre strade o di altri riferimenti importanti per trovare lavoro a Londra.
Quello che posso dire anzi è che vale tutto e il contrario di tutto.
Non credo infatti che la possibilità di avere un lavoro nella capitale inglese sia necessariamente vincolata a degli elementi standard, vedi il livello d’inglese, le modalità di impostazione del curriculum vitae, l’assistenza delle agenzie di recruitment (che lì funzionano molto bene, dicono…) ecc ecc, ovvero non che queste cose non contino, ma secondo me non sono decisive. Se avete letto il post precedente forse vi sarete resi conto che Filippo ha praticamente trovato lavoro da un giorno all’altro, in più dall’Italia e con un livello di inglese fondamentalmente scolastico…
Con questo attenzione, non voglio dire che l’Inghilterra è il paese di bengodi e si trova subito lavoro e non ci sono difficoltà, anzi…il caso di Filippo è piuttosto raro, e quindi non va preso come termine di paragone…Diciamo che è stato abbastanza fortunato..dico abbastanza perché, nonostante quello che vi racconta, nel 3D lui è molto molto molto ma moooooolto bravo, oltre ad avere competenze di graphic design molto ampie e variegate, e questo è stato immediatamente riconosciuto dallo studio a cui aveva mandato il portfolio…
C’è anche da dire che il suo profilo professionale, pù legato all’immagine, è meno vincolato all’aspetto normativo, che invece tocca più da vicino noi architetti e che purtroppo ci penalizza un po’ di più quando si va a lavorare in un paese straniero.
Insomma tutto questo per dire che per trovare lavoro in UK contano tante cose, non ultima anche un pizzico di fortuna, della serie capitare al momento giusto nel posto giusto, ma soprattutto conta essere molto determinati e consapevoli delle proprie capacità.

Una cosa che ho capito facendo i primi colloqui a Londra è che lì davvero non ci si può improvvisare, sono estremamente esigenti (anche nelle modalità di impostazione dei colloqui), e soprattutto estremamente settoriali. Molte volte noi architetti italiani siamo abituati a lavorare senza un orientamento specifico, o meglio sono pochi alla fine quelli che hanno la fortuna di lavorare esclusivamente nel settore in cui, per laurea o per altri titoli, o semplicemente per passione, sono specializzati..diciamo che noi ci troviamo quasi sempre a fare un po’ di tutto, anche perché, data la carestia generale, gli studi stessi fanno un po’ quello che capita ( a dir la verità anche a volte sconfinando in ambiti che con l’architettura hanno ben poco a che fare….).

Ecco in Inghilterra non è proprio così.
La prima cosa da capire è il campo d’interesse e isolarlo: progettazione, interni, restauro e conservazione, progettazione urbana, grafica 3D, architettura dei trasporti, design, cad…Non che non ci siano studi multidisciplinari, ma solitamente sono organizzati in sezioni con diversi responsabili e i ruoli sono ben distinti…della serie non vale la regola del tutti fanno tutto.
Una volta capita questa cosa secondo me bisogna valutare un attimo quelle che sono le effettive e reali competenze nel campo. Inutile dirlo, avere una buona esperienza in un determinato settore associata ad un buon livello di lingua sono le carte vincenti per trovare un buon lavoro in fretta, tuttavia questo non significa che chi non le possiede non possa riuscire ugualmente. Bisogna semplicemente accettare di partire da un livello più basso da quello che si avrebbe (diciamo pure che si dovrebbe avere) in Italia, se si ha la competenza ma non la lingua, più basso ancora se non si ha né la competenza né la lingua.
Solitamente i livelli sono legati alle figure junior, middle e senior, appunto in base agli anni e alle esperienze di lavoro, e a loro volta ognuno di questi ruoli ha altre diramazioni. Quello che voglio dire è che se uno ha già un po’ di esperienza in Italia, però non ha un gran livello d’inglese, magari potrà iniziare come caddista, come junior o assistant (tutti lavori che comunque sono si gran lunga meglio retribuiti che in Italia), col tempo e il migliorarsi della lingua potrà sicuramente avere più responsabilità e, tra virgolette, avanzare di ruolo.

Per chi invece ancora ha poca esperienza anche in Italia, e per di più parla poco l’inglese, la cosa che mi sentirei di consigliare, premesso che un corso intensivo d’inglese prima di partire sarebbe utile a tutti, a meno chè non abbiate già avuto esperienze nel Regno Unito, è di preventivare un periodo di 6/7 mesi per calarsi un po’ nella realtà linguistica. Il chè vuol dire che, a meno che non si abbiate (beati voi!) risorse per sostenervi in altro modo a Londra, città notoriamente non proprio economica, prendere in considerazione, ahimè, la possibilità di fare un lavoro diverso dall’architetto. Dico ahime perché so benissimo che con una laurea sulle spalle e magari anche qualche anno di lavoro non è facile andare al lavorare al Mac Donalds o robe del genere, tuttavia le opportunità sono tante, e solitamente in un tempo più o meno di 6/7 mesi, sempre se si è sufficientemente determinati, si riesce ad ingranare con la lingua e a cominciare a cercare qualcos’altro…D’altronde è per questo che i neolaureati sono in questo senso avvantaggiati a fare questo tipo di passo, perché se da una parte non hanno ancora l’esperienza, dall’altra magari si fanno un po’ meno problemi ad accettare un lavoro più umile all’inizio rispetto a chi, magari più grandicello (vedi la schiera dei trentenni a cui appartiene anche la sottoscritta), ha già un’esperienza e un ruolo sulle spalle, probabilmente però non riconosciuti e valorizzati in Italia… (capito Valentina?).

Ma vorrei a qsto proposito riportare le parole del nostro vicino di blog Simone:

Domandatevelo una volta per sempre: è più difficile imparare una nuova lingua e vedere i propri genitori una volta all’anno o combattere per un posto in un call center e vivere da frustrati per tutta la vita?

Insomma io credo che la lingua non sia un vero ostacolo se veramente volete iniziare a lavorare a Londra, ancora più importante è la determinazione.
Se poi davvero non sapete proprio niente niente niente d’inglese, al punto che non capite se vi chiedono “what’s
your name?”, beh, allora forse vi conviene optare per la Spagna….
Scherzi a parte, conviene sempre andare la dove si possono sfruttare al meglio le proprie potenzialità e in Europa di contesti lavorativi interessanti ce ne sono tanti, quindi, soprattutto se non siete propriamente dei neolaureati, scegliete con coscienza un luogo dove vi potete mettere in gioco con più facilità e magari con un livello di rischio un po’ più basso.
Fermo restando che secondo me più vuoto di quello che c’è attualmente in Italia non si può trovare, quindi coraggio a tutti quelli che hanno voglia di saltare!

Baci a tutti

Rosy

PS Nel frattempo, per chi volesse farsi un’idea di chi sono gli italiani a Londra e magari cercare qualche lavoro per cominciare a mantenersi mentre si impara la lingua consiglio i siti:

www.italianialondra.com
www.italiansoflondon.com

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