Pesce
sedicesimo: capitale
capitale. Energia potenziale nascosta nelle cose. Vocazione. Possibilità. Speranza insita. Via di sviluppo. Qualcosa che è dentro e che freme per venir fuori. Prendi l’aria.
Nell’aria è nascosto il segreto che fa reggere gli aerei. In essa c’è anche il segreto che fa ondulare i capelli, stando su una collina quando c’è vento: gli animi romantici ci vedono persino il segreto della poesia, dunque.
Hernando de Soto vede nei paesi poveri un capitale che ammonta a 9,34 trilioni di dollari.
Circa il doppio dell’offerta totale di moneta in USA.
Circa il totale di tutte le imprese quotate nelle principali borse dei venti paesi sviluppati.
20 volte l’investimento estero diretto totale nel Terzo Mondo
46 volte tutti i prestiti della Banca Mondiale negli ultimi tre decenni
93 volte l’assistenza allo sviluppo da parte dei paesi sviluppati al terzo mondo.
(da “Il mistero del capitale” Hernando de Soto, Milano 2001 Garzanti)
La vera povertà dei paesi sotto-sviluppati è la mancanza di riconoscimento formale dei diritti di proprietà.
Spiegazione: hai una casa, vivi in una casa, certo. Come hai un’attività, magari. Ma senza riconoscimento giuridico non hai niente, e non servi a niente in un mercato che vada oltre il tuo quartiere e l’organizzazione illegale di cui fai parte. Nel mercato globale non esisti.
Ma esisti lì, nei bassifondi metropolitani, in cui in miliardi nelle tue condizioni hanno trovato il modo di sopravvivere, sviluppando il potenziale e ottenendo un surplus da quello che appena sanno fare e di quello che appena hanno.
Un’ auto così è trasformata in taxi. Una cucina trasformata in ristorante. Un albergo, una bancarella. Degli stracci in vestiti. Dei vestiti in sartoria.
E’ l’informale baby, brulicante e fumante nel Terzo Mondo urbano come nella New York delle Gangs rappresentata da Martin Scorsese, o nella Londra industriale di Karl Marx .
Qui, dopo duecento anni il capitalismo comincia da capo.
Ma al posto delle fabbriche nelle capitali ottocentesche, nuovi idoli inducono disperati e intraprendenti a vivere negli squatter settlement: il tenore di vita , l’istruzione, la specializzazione in qualcosa che sanno fare o possono fare, la lontananza dal sudore contadino (grazie alla tecnologia: campagna = disoccupazione, come da noi cinquant’anni fa). Anche la mitica rete globale ha i suoi nodi nelle città (da internet ai gate aerei).
Nodi planetari, porte di connessione al mercato: nelle periferie di Città del Messico, San Paolo, Lagos, Nairobi, Bombay si concentra l’energia potenziale e violenta del nostro tempo sottoforma di una massa febbricitante ed energica di esseri umani.
La Terra sta cambiando sotto la spinta di questo capitale misterioso, illegale e informale, scaturito dalla formalizzazione di un mercato che è inclusivo di un solo terzo di popolazione mondiale.