Sono a casa, alle

Sono a casa, alle 11.54 della mañana….cosa insolita, sono tornata ieri da Milano e sulla scrivania regna un’anarchia dell’ordine caotico che da sempre mi appartiene …. c’e’ di tutto: libri, l’arte della serenità, perché gli edifici stanno in piedi, Gaudi della Tachen, il libro del collegio degli architetti di Barcellona…..vari articoli d’architettura del quotidiano La Vanguardia, compresse di coda di cavallo, dischetti fucsia, cd: basf, sony, tdk, princo, matite colorate, una rollina, gomme da masticare,fazzolettini di carta, un salvadanaio di latta, vuoto da due anni, istruzioni della macchina digitale nikon, caricabatteria nokia, un posacenere, il mio inseparabile pacchetto di camel light che recita un cardinalizio: FUMAR PUEDE MATAR e l’unica cosa che da senso a tutto: la foto di mamma e papà all’università nel giorno della mia laurea. In tutto questo caos, trova spazio il tappetino del mause…heee che tappetino è?raffigura il lampadario spettacolare del Palau della musica di Barcellona, sconvolgente opera architettonica di Lluis Domenech i Montaner, modernista, ( mentre lui progettava il Palau , nel 1904 Otto Wagner progettava a Vienna l’edificio della Postsparkasse e Josef Hoffmann il sanatorio di Purkersdorf…. )bei tempi quelli…..

Sto in malattiadovutaastress e non solo, motivo numero due: confusione professionale…attualmente collaboro (o meglio la tiro avanti tutta) con un’impresa di riabilitazioni integrali dove le funzioni che svolgo sono:

  • Mantenere contatti con i clienti
  • Rilievi dei siti da riabilitare
  • Progettazione degli stessi
  • Contatti con gli industriali
  • Elaborazione dei preventivi finali
  • Seguimento e direzione dei lavori

Tutto mi travolge, mi piace parlare con due cellulari contemporaneamente mentre squilla il fisso dell’ufficio ed è per me… mi piace sporcarmi di gesso nei cantieri, tornare a casa con i miei bei capelli lunghi diventati stopposi per la polvere e sentire l’odore del mio lavoro addosso, andare a lavorare vestita stile operaio, con pantaloni coi tasconi a vita bassa e scarpe da inzaccherare, disegnare un particolare costruttivo con la spatola nella calce , mentre tutti gli operai mi guardano attentamente, mi piace (a chi non piacerebbe?) stare sui gradini dirigenziali di una giovane impresa che cresce, mi conquistano giorno dopo giorno i cantieri che vanno avanti, mi rattrista quando si chiudono perché i lavori sono terminati….

Però…..la mole di lavoro non è direttamente proporzionale a quelle che sono le mie entrate, lo stipendio fisso arriva sempre puntuale ma le percentuali sui progetti si perdono per la strada…. E tardano….molto… troppo….e io non sono proprio il tipo che sollecita chi di dovere a darmi ciò che già da un pezzo mi spetta…..

“Chi di dovere” è il mio capo, un ragazzo di 39 anni che ha messo su l’impresa dal nulla, un ragazzo semplice con la voglia di vivere una vita da film… al quale forse il contatto con i soldi gli ha fatto un brutto effetto. Se dice apertamente davanti a noi collaboratori che a casa possiede tipo dieci piante di marijuana, probabilmente non è l’unica pianta dagli effetti speciali che conosce a fondo…a buon intenditor….e poi si vede ……….a volte viene stravolto in viso, si dimentica le cose….

Insomma non è proprio l’ideale di responsabile di una impresa…. è forse già questi motivi sono sufficienti per accarezzare l’idea di andare via, e se davvero lo faccio mi piangerà il cuore, perché in fin dei conti sto veramente bene, non ho orari, cosa fondamentale e ogni volta che vado in Italia per un finesettimana, prendermi un lunedì o un venerdì non è mai stato un problema…

Per questo ho preso dei giorni di riflessione…..nel frattempo ho da valutare tre proposte di lavoro

  1. in uno studio di architettura dove hanno vinto 3 concorsi in 2 mesi, (piatto ricco mi ci ficco no?)hanno due piani particolareggiati da sviluppare, zone vergini da urbanizzare e edificare, e il progetto di una scuola da eseguire, hanno bisogno di un architetto che abbia conoscenze quindi, sia di architettura che di urbanistica. Mi hanno fatto il colloquio, sono interessati a me, anzi si può dire che lo sono molto…. Però a me non interessa il compenso economico che offrono, gli ho detto di pensare al rialzo e quindi di richiamarmi….
  2. Uno studio di architettura dove l’architetto capo si chiama Michelangelo….sarà la passione sfrenata per l’arte ma già ha un punto a suo favore…. Comunque con loro ho fatto due colloqui e vale la pena raccontarli:
    • Da premettere che l’unica cosa grigia che ha questo studio è che si trova a un’ora di treno da Barcellona. Avevano ricevuto il mio curriculum (mandato tipo tre settimane fa, di risposta ad una loro offerta di lavoro, in un giorno d’ira in cui mi premeva ricevere una parte delle percentuali famose) e mi avevano mandato una mail e fatto tre telefonate. La terza telefonata la ricevetti (tra l’altro stavo a studio e neanche potevo tanto sbilanciarmi perché c’era gente presente)in un altro giorno tipo quello dell’invio del curriculum e mi decisi a fare il colloquio. Pomeriggio primaverile ma piovigginoso, mi riceve il socio di Michelangelo, più giovane di lui, sulla trentina, e Dopo avermi ascoltato con attenzione, comincia a spiegarmi che la mole di lavoro è aumentata vertiginosamente e a parte ampliare l’organico dello studio dove ci trovavamo, hanno bisogno anche di personale in un secondo studio che stanno aprendo, e del quale lui è il responsabile.

Mi spiega quindi che nell’altro studio, c’e’ da mettere su la totale organizzazione dei progetti, stimolante senza dubbio e che avrei una flessibilità di orari totale fino a quando non arriverebbero le altre figure professionali, tipo disegnatori, segretaria ecc…insomma tirava l’acqua al suo mulino…poi entra in questo salottino annesso allo studio, Michelangelo e comincia a fare la stessa cosa…. (lui invece è il responsabile dello studio dove ci trovavamo) cioè tirare l’acqua al suo mulino, affermando che è dallo studio principale che escono i progetti pìu interessanti e più grandi, che avrei a mia disposizione un paio di disegnatori…ecc…. poi hanno chiamato un terzo architetto collaboratore e gli han detto di portare i disegni dell’attuale progetto al quale stava lavorando…bla bla bla…insomma è arrivato un momento in cui dopo la mia esposizione su come deve essere l’architettura, che chiaramente lasciava intravedere tutta la mia passione per la professione, me li sono ritrovati davanti tutti eccitati e attenti… era una situazione veramente bella…. Poi mi hanno chiesto quale era per me lo stipendio ottimale e gli ho detto giù una cifra …(stupidaaaaaaa l’offerta di lavoro la fanno loroooo son loro che devono sbilanciarsi cazzarola, ma a queste cose si pensa dopo…nel silenzio di un treno che sfreccia verso casa…)

L’incontro al vertice si è concluso dopo 2 ore passate, tra sorrisi y hasta pronto, nos lo pensamos mutuamente….

§ Il secondo incontro fatto ieri dopo una notte stupenda senza sonno, per gioco forza e anche perché avevo l’aereo a Bergamo alle 6…. quindi…..e dopo un primo colloquio alle 14, il terzo che vi spiegherò e uno alle 15 (il primo di cui ho parlato) era solo con Michelangelo. Avevo la stanchezza che mi urlava nelle ossa e nella pelle…. E la fame che mi urlava nello stomaco e il sonno negli occhi….Siamo scesi, dallo studio e siamo entrati in un macchinone esagerato con tanto di computer a bordo…non mi chiedete che auto era, non mi fisso mai su questo tipo di cose…. E siamo andati a fare un tour per i cantieri, una decina, per farmi fare un’idea di come lavorano, poi dopo un oretta e mezza siamo tornati nell’edificio modernista della piazza principale, dove appunto è situato lo studio. Mi ha chiesto le mie impressioni e poi ha toccato il testo “dindi” affermando che il compenso sarebbe anche più alto di quello che ho chiesto io. Mi ha salutato caricandomi di articoli, un librone sulla città di Manresa, una rivista che parlavo di un opera loro, e mille altri foglietti, aggiungendo così ti farai un’idea più chiara ancora….Insomma è stato veramente carino, e poi non ci sono pieghe storte a quello che mi offrono, solo che io voglio lavorare a Barcellonaaaaaaaa.

3. Il terzo colloquio è stato brevissimo, con una responsabile Italiana dell’impresa Fubert, i progetti per grandi clienti italiani, Diesel, Benetton, Replay, Gas, Mandarina Duck, vengono dall’Italia e hanno bisogno di qualcuno che li coordini qui. Presenterà la mia lettera e il mio curriculum al dirigente (anche lui italiano) e mi faranno sapere. Questa cosa mi alletta, ma non mi esalta perché l’essenza dell’architettura è proprio il progetto, che qui, tra le mie funzioni sarebbe assente. Però è anche vero che i negozi che realizzano loro, sono stupendi……si vede la mano italiana…

la classe non è acqua….

Bhe vi saluto vado a farmi un massaggio, con tutto sto dormire in aereo, autobus e treno…ho la schiena a pezzi….

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