racconto orientale

ore 13.31 mattinata tranquilla di lavoro, squilla il cellulare, è Oscar, strano non chiama mai, in orari di ufficio

“tengo dos malas noticias para darte”

ingoio aria

“la primera es que me he jodido la rodilla jugando al futbol”

e io” dejame adivinar, la segunda es que no vendrà mañana a barcelona y no nos vemos el concierto de DEPECHE MODE juntos”

e lui” pues esto.”

segue un lunghissimo triste silenzio.

ore 00.25 Turchia-Libano-Messico-India tutto in una notte. Lezioni di yoga, danze indiane e magistrali acrobazie che si mescolano ai profumi e alle pietanze d’oriente, ho assistito ad uno spettacolo unico….

Quando Willy ed io siamo arrivati, all’entrata della Paloma, c’erano si e no 200-300 persone, Valeria e Manuela non si vedevano, in effetti erano le 8.15 e l’appuntamento era alle 9. Chiediamo cortesemente ad uno dei ragazzi che facevano il servizio d’ordine se, una volta a aperte le porte del locale, la fila si snelliva rapidamente per quelli che avevano i flyer …la risposta positiva ci entra nelle ossa come la voglia che avevamo di farci un panino….

Andiamo in un bar anonimo ma non maleodorante, ultimamente mi sta venendo la mania del puzzo di fritto e di troppo fumo, soddisfiamo le pancette e ritorniamo all’attacco alle 8.40.

Incredibile la fila adesso faceva il giro dell’edificio, c’erano mille e più persone, andiamo in fondo dove ci tocca. Dopo 15 minuti siamo già a mezza fila…mi raggiunge valeria, guarda che con i pass non c’è da fare la fila….

Entriamo, per chi non c’è mai stato, la Paloma è davvero di grande effetto. Willy mi stringe a se, e mi ringrazia per averlo portato in un posto così…Centenario teatro barocco, la Palma, ha mantenuto la sua composizione in parte inalterata, e la sua decorazione, varie volte restaurata, in buono stato. Gli ordini dei palchetti sono due, inferiore, al cui livello si giunge dopo una sola rampa di scale dall’entrata e quello superiore, di forma anulare entrambi, si interrompono solo per lasciare posto al sontuoso palchetto reale, disposto ovviamente di fronte allo scenario. Nel soffitto, giocano soavemente, accarezzando le decorazioni floreali in gesso e stucchi, ovali proiettati, dando l’idea del polline per forma e per colore. I palchi marginali sono rischiarati da sfumature di luci verdi, rosse e blu. Nel centro l’enorme sala, per l’occasione è stata adibita con materassini, ricoperti di stoffe dorate con arabeschi, sovrapposti a sgargianti tappeti orientali, che vista l’affluenza s’intravedevano appena…. E lateralmente con effimere bancarelle che vendevano prodotti algerini, peruviani, libanesi, stoffe, argenti e pietre preziose. Nell’aria il profumo dell’incenso alla vaniglia…s’impadroniva delle narici smaniose..

Disposti in maniera alquanto strategica anche un paio di chiringuitos, uno, quello messicano, era illuminato da una luce verde, proveniente dai tentacoli di un lampadario trasparente, vendeva lasagna azteca e nachos con guacamole, che dopo una fila lunga ma piacevole, mi sono arrivati tra le mani ed erano squisiti….l’altro accordo alimentare vendeva dolcetti libanesi e pakistani, alle mandorle, ai pistacchi e al cocco, molto profumati.

C’era gente dappertutto, sulle fasce laterali del teatro, nei palchi mediani, superiori e seduta sui materassini e sui tappeti, ragazzi stranieri, arabi, catalani, color cioccolata, giapponesi, capelli lunghi, cortissimi, rasati, rossi, biondi, blu, o semplicemente raccolti in uno scialle nero attorcigliato…

La prima attuazione è stata ad opera di uno studente di yoga, dal fisico decisamente ben scolpito, la seconda da un maestro di yoga. Quest’ultima consisteva in una vera e propria pratica di yoga, le ultime frasi me le ricordo “sciogliete il corpo, rendetelo leggero, mettete le mani una sull’altra, in posizione concava, e ripassate la coscienza,immaginate di essere la fiammella di una candela bianca, una piccola fiammella che va verso l’alto, fatelo due tre volte, magari prima di andare a letto…” se la ripasso oggi la coscienza non mi sento proprio a posto forse dovevo andare a lavoro invece di stare a casa, perché alla fine il raffreddore non era così forte….

Il secondo evento, è stao acrobatico, dal rosone centrale del soffitto del teatro spiccava fuori un anello di metallo, dal diametro adatto ad un acrobata, allo stesso anello vi erano allacciati due fasci di stoffa , sulle quali un ragazzetto, dai pantaloni dorati, si è divertito ad andare su e giu, magistralmente e con veri atti acrobatici, mentre giusto sotto di lui, c’erano incantate e spaventate le teste di noi spettatori!

Poi è stato il momento del Bhangra, la danza indiana del 1500. un misto di musica moderna, elettronica e ancestrali suoni indiani: eccoci di fronte fino al fenomeno bhangra esaltato dagli indiani Panjabi

una voce soave, la introduce ed escono i ballerini dai vestiti svolazzanti, con colori vivacissimi e turbanti bianchi. Lo spettacolo vuole essere una sorta di lezione di danza, e il pubblico accetta con entusiasmo l’invito…

che notte!

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