grande richiesta

grande richiesta questo post sarà scritto in due lingue. la traduzione in spagnolo sarà inserita domani, per problemi dovuti al sonno da parte della sottoscritta…:-)

SONAR Un festival con dignità

Il Sonar è sempre stato un evento importante nella scena internazionale e della musica elettronica e dell’arte digitale. the Cure, Bjork, Chemical brothers, sono stati negli anni passati alcuni degli ospiti di questo grande
festival.
Quando una delle colleghe è entrata nella nostra area di lavoro con un blocchettino di biglietti per il Sonar, ha cominciato a chiedere se li volevano per la manifestazione diurna o notturna. Non avendo la minima idea di come fosse il Sonar day, li ho chiesti per il sabato sera. Poi più tardi non essendoci stato un autentico fenomeno strappabiglietti ho chiesto a Tania se a parte due biglietti x la sera, me ne poteva dare anche uno di giorno, detto fatto.
Il Sonar non è solo un festival di arte multimediale, e sperimentazioni musicali, il Sonar è molto di più. E una grande esperienza. E io mi son trovata a viverla per puro caso, non avendo prima di ieri, il minimo conoscimento della musica elettronica.

SONAR DE DIA
Sono entrata da sola nel recinto verso le 4. i partecipanti tutti ammanettati con un braccialetto di carta-plastica, irremovibile che per toglierlo, ci volevano solo le forbici.
Il primo impatto è stato incredibile. Nel piazzale retrostante del CCCB, che in termini pratici è grande come mezzo stadio, affacciano il purissimo edificio di Meyer, il Macba e l’edificio del CCCB. Quest’ultimo fu inaugurato nel 1994 e nacque come centro di cultura contemporanea, multidisciplinare. La dialettica del convento Dels Angels rimodellato con il nuovo edificio di cristallo, inclinato di Piñon e Viaplana riflette stupendamente gli edifici del barrio antico. Con i suoi 15.000 m2, il CCCb ospita da anni il Sonar. La spianata era coperta da un manto artificiale verde, e la folla era assolutamente stupenda. Ragazzi che mangiavano, che bevevano, fumavano, ballavano, cantavano, fumavano. Capelli a spazzola, rossi, verdi, viola, trecce, piercing, tatuaggi, costumi da bagno, piedi scalzi, accendini all’opera per scaldare hashish, briciole di marijuana che cadono…foto, tantissime..
moltissimi scatti riempiono il recinto…

una giornata in cui tutti i musicisti, e i dj avevano il know-how giusto per coinvolgere la folla
gli stili:
funky- tecno- house- drum and basse, hip-pop, tutte le forme possibili per deformare suoni con le più avanzate tecnologie, erano presenti.
le zone:
i percorsi chiusi collegavano il Macba al CCCB, arginando 4 zone in cui contemporaneamente si esibivano dj e musicisti:
·Sonar villane
·Escenario hall
·Sonar complex
·Sonar dome

Nello stesso tempo le esposizioni d’arte erano aperte al pubblico. al CCCB una su Chernobil, raccapricciante, sulla quale vorrei fare un post, più in là…

I salmi tribali che si potevano ballare e apprezzare si ascoltavano in un’atmosfera anni 60, nel lunge, decorato con soffici divani neri e bianchi, i pezzi migliori per me sono stati quelli di MIM Legoego, Polonia, e Nina Kraviz proveniente dalla Russia.
Nel sonar village dove appunto c’era il palco principale, tra campionatori e sintonizzatori virtuali, il giapponese Tucker, ha letteralmente mandato in delirio il pubblico, me compresa. Si sbatteva sulla yamaha arrivando a suonare con i piedi in alto e ancora le mani sulla tastiera. Dopo di lui la massa si è spostata per prendere posto nel Sonar Complex, dove nobukazu takemura, altro giapponese, ha avuto un esito notevole. Sempre nel villane, alle 21 ha suonato il mito tedesco Schneider TM, ma io con tutto il rispetto per la musica sperimentale ero piantata davanti alla tv per vedere 22 polli che si danno da fare dietro ad una sfera di cuoio.

comida
Perimetralmente al village, tra il finto prato e l’autentico bar, postazioni –comida. Il piatto clou del giorno, piadina italiana, farcita con salsa al pesto, pomodori freschi e sottili fette di formaggio light, andavamo tutti in giro con le nostre imitazioni di burritos.

incontri tra italiani
Essendosi scaricate le batterie della mia pseudo-macchinetta fotografica, essendo io uscita per comprarne delle nuove, ed essendosi rivelata la spesa inutile, in quanto le maledette pile appena comprate non reggevano il peso multimediale, mi sono avvicinata ad una ragazza piccoletta, con un taglio molto americano, intenta a fotografare il rosso dello stand Vodafone, che devo dire era veramente interessante. Dopo il primo approccio in spagnolo, la scoperta di essere entrambe italiane, le spiego la mia situazione rispetto alle batterie e la ardente voglia di immortalare il ricordo di questo stupendo festival. Risulta che dai suoi racconti, vive a Londra da 5 anni ed è laureata in fotografia e mi fa volentieri degli shots. Birretta insieme e le mails e i numeri sui nostri rispettivi taccuini…balla tipa davvero.
Lo sforzo più grande per me è stato non fumare, in un festival così non puoi NON FUMARE!

SONAR DE NOCHE

…….sigo mañana ..es que me estoy muriendo de sueño. lo siento.

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