e luce fu. Até à próxima, Gabriele

Quando guardavo Porto, dal cucuzzolo di alcuni suoi picchi, o dalle fessure di una delle sue stradine, di quelle che precipitano con violenza sul Douro, ecco vedete…in quelle particolarissime occasioni, capitava di sentirmi un po’ solo. Forse sono l’unico che rimane ammaliato da questo piccolo mondo antico, mi dicevo. E comunque, non mi preuccupava molto…l’esistenza di altri “sensibilizzati”. Poi ho scoperto le fotografie di Gabriele, e da quel momento per me è stato molto utile capire che: no, non ero solo.

Ci ha lasciato un amico di tutti. Una persona di cui non avevo notizie da molto tempo. Eravamo rimasti orfani di nuovi scatti, adesso siamo i testimoni della sua generosità.

Ogni architetto cova dentro di sé la mania di essere un buon fotografo. È per certi aspetti/scatti lo stesso dramma che vive anche la Letteratura. Sono un genio, amore mio, ma il Mondo ne è ancora all’oscuro. Secondo me, l’unica cosa che possiamo fare è cercare di rappresentare le scene di questo Mondo, e le storie in esso contenute,…con la maggiore onestà possibile. E anche se non ho capito molto bene cosa questo voglia significare, sento ad occhi chiusi che è quello il cammino da percorrere. Lo hanno marcato coloro che, per noi e prima di noi, da soli, senza il consolo di nessuno, sono stati lanciati nell’oscurità della notte…vai avanti tu, ed esplora. Che noi ti seguiamo.

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