È domenica

Credibile, non impossibile…probabile. Anzi, frequente. Un cambio di punto di vista che può capitare a tutti. A fronte delle difficoltà quotidiane (di quelle che si possono incontrare lavorando e vivendo oltre i patrii confini), può sorgere spontanea la riabilitazione del nostro vecchio caro sberleffato stivalone, così ricco di imperfezioni e amenità ma anche carico di tanto senso logico, competenze (anche se sempre meno apprezzate) e umorismo. Sono questi i pensieri che ci potrebbero accompagnare nei momenti di “lontana apprensione”.
I grandissimi, gli eccelsi, coloro che tanto hanno fatto sognare con le loro opere (OMA, Gehry, Hadid, Siza e tutti gli amiconi loro) ci hanno insegnato che “nel nostro campo” non esiste limite alla fantasia e alla creatività. Anzi, non esiste limite in generale. Non ci sono territori, confini, razze, religioni, dittature, politche, politici che possano permettersi di non farci lavorare, impedendoci di esprire ciò che di più divino abbiamo dentro.
Oggi più che mai potremmo sentire nostre le parole: «così gli ultimi saranno primi e i primi ultimi, perché molti sono chiamati, ma pochi eletti». Gli ultimi sarebbero quei lavoratori a giornata chiamati sul calar della sera a zappare la vigna del padrone di casa. Durante il dì non si era presentato nessuno. Nessuno capace di offrir loro del lavoro. Ma adesso, per quello che daranno in termini di fatica, impegno e produzione, riceveranno quanto preso dagli stessi colleghi che invece hanno «sopportato il peso e il caldo della giornata». Questo tanto per fare bella figura con le citazioni bibliche e per farci capire che non è ancora (mai) passato il tempo per inseguire le vie degli eccelsi, con il nostro stile e le nostre opere, convinti sempre di più che sarà poi il tempo a fare le somme e a lenire le immancabili ferite del nostro orgoglio.

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