venerdi!!!domani arriva laurina!!!!!

ma buongiorno cittini! in apertura, una notiziona che ha fatto crollare una delle poche certezze che avevo qui a londra: il canadese non è canadese, ma bensì di washington. questo è quello che ho appreso pochi giorni fa mentre ci recavamo in un posto tristissimo, east croydon a fare il “rilievo” di alcune parti di una chiesa da restaurare. le virgolette sono per onestà intellettuale, dal momento che il rilievo della copertura si è limitato ad alcune foto, alla conta delle bocchette di aereazione e alla misurazione dell’inclinazione con il suo strumentino…mi voleva stupire con effetti speciali, “altro che laser” avrà pensato. quando dopo un quarto d’ora di ameno passeggiare sul tetto della chiesa mi ha detto “bene, abbiamo finito“, la solita eleonora del subconscio ha risalito di nuovo la trachea e ha detto “really?!? “. però mi ha detto che posso proporre l’acquisto di un laser alla prossima riunione di studio che si terrà il 18 febbraio p.v. e a cui la signoriamiaillustrissima è invitata in quanto facente parte dello studio di cui sopra. pare che questa cosa del monday meeting sia stata riesumata adesso dopo anni e anni perchè con tutto il lavoro che c’è patrick e i due associates (l’ex canadese e una ragazza tedesca…sono circondata da tedesche) ammettono serenamente che non ci stanno più capendo una mazza dei lavori che hanno, di chi ci lavora, del punto a cui sono e di quanto frutteranno. la cosa che mi lascia un po’ più perplessa è che nel corso d questo meeting, ciascuno di noi, a rotazione una volta per uno, avrà tempo un quarto d’ora per fare un piccolo speech, potrà parlare che ne so, di un programma al computer, di una procedura particolare di pulizia della pietra, or whatever. “basta che sia collegato all’architettura“, ha detto patrick tutto sgargiulo con il gozzo che ondeggiava festoso, e tutti giù a ridere…me compresa naturalmente, questo cosiddetto umorismo inglese probabilmente mi sta rincoglionendo. ho dato una sbirciatina al calendario dei discorsini e ho visto che almeno fino a luglio sono salva, non mi tocca.

parliamo di altro. se esistono delle cose di cui ormai sono dipendente di cose invece l’architettessa con la cappellessa (ne ho una nuovissima e molto british, dono di un, diciamo, ammiratore…) potrebbe e vorrebbe fare a meno? in ordine sparso.

– il thè al basilico, che era nascosto in un angolino del cucinotto dello studio, e io ho detto “vedi l’hanno pure ammoscato chissà che bontà, ma io sono più furba di loro”…una cosa detestabile, ho provato ad allungarlo con ancora più acqua per renderlo ingoiabile con il risultato che ne avevo di più da ingoiare

– l’usanza di non tirare l’acqua nel bagno delle donne in ufficio

– il dolore alle chiappe sul finire di una lunga giornata lavorativa, soprattutto sul finire della settimana

– le arance che spesso sono una via di mezzo tra una prugna rinsecchita e una pallina da squash

– il check dell’allarme antincendio che suona ogni mercoledì alle una in ufficio che mi fa perdere ogni mercoledì alle una dieci anni di vita

– il risveglio di default, ingiustificato e fastidioso, alle cinque meno dieci la mattina

– l’odore di pesce fritto la mattina alle otto

– la sinusite che aveva accusato un duro colpo quando mi ero trasferita nel creteshire e che ora, come si dice dalle mie parti, sta riprendendo pigolo

bene cittini cari, potete tornare a lavoro.

un abbraccio speciale a stefania c.: ti sono, anche se suona strano dirlo, vicina.

e da loveridge road…anche per oggi è tutto.

ciao cittini, have a nice week end!

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