L’altra settimana stavo facendo una ricerca su antiche foto di Venezia e la laguna, e tra un ponte ed un canale esattamente uguali a quelli attuali mi imbatto in questa immagine:

 

Immagine 53

 

Si tratta con molta probabilità di un plastico di epoca fascista. Eccola qui la laguna veneta, com’è ora, com’era ad inizio XX secolo e com’era 2 secoli fa. San Marco sta lí, San Giorgio Rialto stilizzato, le isole, Il Canal Grande. Semplice ma c’è tutto tutto. La Giudecca, la stazione e…. e …. cosa è quella striscia bianca? Oddio sacrilegio, eretici…UN PONTE che unisce la Giudecca con il Lido. Questo non è possibile è in-acc-ett-ab-ile. Eppure è lí e fa il pari con il ponte della Libertà e l’isola del tronchetto, entrambi di cemento e non originali. E allora?

Quest’immagine, senz’altro superata, puó farci ragionare sull’atteggiamento che spesso noi abitanti dell’Italia abbiamo. È vero si tratta di una generalizzazione, ma capirete che poi non è neanche cosí sbagliato il ragionamento. Il fatto è che noi italiani alterniamo due atteggiamenti riguardo l’attenzione con il patrimonio ambientale/culturale/paesaggistico/architettonico. Da un lato ci piace tanto ma tanto il cemento. Non diamo alle nostre pianure un valore intrinseco cosí aulico da essere degno di attenzione, e allora dai che si costruisce disordinatamente e senza criterio e soprattutto senza tregua, che tanto a noi piace che è un modo facile di fare soldi. E vaiiii: coste, pianure, montagne, colline…tutto è buono per aggiungerci ancora una piccola costruzioncina o una stradina, che tanto di terreno ce n’è in abbondanza e mica cambia molto no?

Ma di colpo ecco che ci troviamo di fianco, dall’altra parte della strada, un monumento, una cosa che, cacchio, ci piace, ci riconosciamo in lui. Chiamiamo l’operaio della betoniera e gli diciamo che quel muro alto e grigio non si farà perché qui….SI CONSERVA. E vai che esce l’archeologo nascosto dentro di noi. Di fronte a un monumento un italiano manco lo sfiora, manco ci taglia l’erba. Ed ecco che prima di toccare una pietra nella vecchia Venezia deve dare il consenso anche il doge, ed ecco che per restaurare una strada romana ci vuole una sfilza di archeologi da ogni parte del mondo. Atteggiamento corretto, niente da dire, ma spesso non ci accorgiamo che magari di fianco a quella strada c’è già una bella schiera di villette color blu, o che magari a fianco del monumento di San Marco ci sono una serie di negozi fluorescenti che di storico hanno ben poco.

Da cosa dipende questa differenza di atteggiamenti? A volte rimango basito, e sembra che ad alcune cose riusciamo dare un valore maggiore di altre. I muri decadenti di Venezia sono piú importanti delle belle via alberate della campagna veneta di qualche decennio fa. Ed essendo cosí si estremizzano gli atteggiamenti, e si arriva agli eccessi. E se provassimo ad immaginarci un altro orizzonte?

Come sarebbe se da domani tutto fosse cosí straordinariamente importante da essere conservato? Vuoi fare la muretta davanti casa…ti mando 2 archeologi. Vuoi investire e creare una bella lottizzazione in estrema periferia…ti faccio usare tecniche di costruzione medievali, per non deturpare l’esistente.

E come sarebbe se invece utillizzassimo come metro il menefreghismo ambientale delle nostre belle periferie? Oi mamma guarda quanto spazio in Piazza Navona, ci fai almeno 2-3 condimini, ed in pieno centro che poi le vendi al doppio del prezzo, le fontane le tiri giú e ci fai l’allacciamento con l’acqua potabile. E un bell’attichetto sopra il Museo Correr a San Marco? Acciaio e vetro che cosí da dentro si ha un bel panorama. Oddio che scempio direte…ma pensandoci bene, se noi imparassimo a dare al territorio/paesaggio lo stesso valore di un monumento storico, non ci sembrerebbe altrettanto aberrante la nostra mania costruttiva senza stile? Io lo trovo cosí…non penso che si deve ragionare per singoli oggetti, ma per insieme di oggetti/entità.

E poi sono convinto che un intervento intermedio sia possibile. Intervenire nell’esistente, in un modo attento, e capendo le vere necessità.

No?
Luca Girardini

www.lucagirardini.com

 

Ps: Pompei va in controtendenza, e non solo lei: la stanno trattando come se fosse un campo da arare.

 

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