Sara ad Hanoi

Ardire, per poi partire, e’ sempre una scelta coraggiosa, specialmente quando la si affronta a 28 anni e ci si dirige verso una destinazione completamente fuori da ogni abituale “cartolina turistica” come Hanoi, capitale del Vietnam.

Il Vietnam rappresenta una di quelle economie asiatiche che stanno vivendo una grandissima fase di sviluppo e dove il panorama architettonico nazionale sta creando una precisa e raffinata risposta per una committenza internazionale attenta a nuovi hub asiatici che possano offrire soluzioni interessanti sia per il business che per il mercato del leisure, ma dove ancora tutti quei punti di riferimento del nostro lifestyle occidentale vanno riaddattati o addirittura reinterpretati.

E per raccontarci la sua esperienza a Hanoi… c’e’ Sara!

Dopo essermi laureata in architettura a Ferrara nel 2006, ho lavorato un poco in Italia, poi a Dublino, dove però dopo un anno mi sono ritrovata di nuovo a casa, anch’io come molti altri vittima della crisi. Ma come dicono, a volte “si chiude una porta, si apre un portone” ed eccomi da 15 mesi in Asia, dove di porte da aprire ce ne sono davvero molte.

Ardire & Partire…ma quando si parte?

Quando si arde abbastanza da essere convinti di riuscirci e da non farsi scoraggiare da imprevisti e difficoltà.

Come hai scelto la citta’ dove vivi?

Non l’ho scelta, è capitata. Nella mia ricerca di lavoro mi ero orientata verso un’Asia in qualche modo più occidentalizzate e rassicurante come Hong Kong e Singapore. Poi uno studio europeo mi ha messo in contatto con delle persone qui e così, un po’ per caso, è iniziata la mia vita hanoiana.

La tua quotidianita’, nella citta’ dove vivi, in un flash

Pausa pranzo. Fa caldo. Distesa sulle sedie in legno scuro a pancia in giù, con i piedi che sbordano cerco di intercettare la scia del ventilatore che ronza in qualche angolo non lontano. Da sotto il tavolo vedo Minh dall’altro lato. Si gira dalla mia parte. Ha i tratti del viso ben disegnati, gli occhi e il contorno delle labbra sembrano ripassati col carboncino nero. Taho e Hung dormono appoggiate sulla scrivania davanti al computer acceso sulla pagina di Facebook. Dalla porta aperta del bagno arriva il tintinnio delle scodelle che Ngo sta risciacquando. Di sottofondo i clacson dalla strada. Unica voce umana quella calda e sussurrata di Dung che seduto a terra, gambe incrociate, commenta la partita a scacchi che sta facendo con Ha. Sorride, probabilmente sta vincendo. Ancora cinque minuti. Poi caffè nero con ghiaccio e si ricomincia.

Le 5 cose che ti mancano dell’Italia

– il cielo terso

– la luce fino a tardi delle sere d’estate

– affettati, formaggio e pane

– la tovaglia sulla tavola

– l’atmosfera del centro a metà mattina

Le 5 cose che non ti mancano dell’Italia

– la diffusa sensazione che i tempi migliori siano ormai andati

– la sfiducia della mia generazione

– il non riuscire a mantenermi facendo il mio lavoro

– i non-contratti

– la politica

Come vivi la lontananza dai tuoi cari e dai tuoi amici?

Per fortuna che c’è Skype!

Come si vive il gap culturale, se c’e’, con i tuoi nuovi colleghi, amici,…

Come un arricchimento, anche se a volte crea distanze insormontabili. Poi c’è gap e gap. Quello più grande tra occidentali e asiatici, quello tra europei e altri occidentali e quello tra italiani e…il resto del mondo! E devo dire che sorprendentemente ritrovo alcuni valori italiani più nella cultura vietnamita che in altre occidentali: come per esempio l’importanza e l’attaccamento alla famiglia e il “culto” del cibo.

Dove ti vedi da qui a 5 anni?

Forse in Cina, comunque in Asia. Ma davvero chi lo sa…

La tua definizione di architettura

“Optmism is what drives architecture forward. It is the only profession where you have to believe in the future. You can be a general, a politician, an economist who is drepessed, a musician in a minor key, a painter in dark colours. But architecture is that complete ecstasy that the future can

be better.” (Daniel Libeskind)

La tua idea di architettura in un’immagine

La tua idea di design in un’immagine

Consigli per i 5 sensi: film da vedere, cd da ascoltare, piatto da assaggiare, profumo da scoprire, sei piu’ digitale o manuale?

In tema Vietnam: accendete un incenso, sedetevi a terra su una stuoia e, mangiucchiando qualche fogliolina di menta e coriandolo, guardatevi “Il profumo della papaya verde” di Anh Hung Tran. Sono più manuale, ma attratta con meraviglia ed entusiasmo dalla potenza del digitale.

Da dove trai ispirazioni

Credo come tutti: mi guardo in giro, visito siti internet e leggo riviste immagazzinando appunti mentali, scritti e link da cui poi attingo all’occorrenza.

Toglietemi tutto ma non…

La mia tazzina di Lavazza Rossa con una puntina di zucchero!

In questo momento considera che tra tutti i lettori puo’ esserci una ragazza come te, in un piccolo paesino di una delle tante periferie italiane che, pur avendo due grandi ali…e’ in attesa di un soffio di vento. Cosa le consiglieresti

Di abbandonare la speranza di trovare lavoro prima di partire, per quanto ho visto è molto difficile. Quindi se le grandi ali ce le ha davvero, di buttarsi: una volta rotto il ghiaccio ci si accorge che non è poi così difficile, non ci vuole poi così tanto coraggio e ci si domanda cos’è mai che ci frenava!

Un aspetto da valutare molto attentamente prima di poter esclamare “questa destinazione …si puo’!!!”

Informarsi bene sulla reale domanda di lavoro e sul costo della vita in relazione agli stipendi. Capire anche quanto tempo ci si può permettere di impiegare, economicamente parlando, nella ricerca del lavoro vivendo nel posto prescelto.

Da poco hai debuttato on-line con il tuo blog :  http://newarchinvn.wordpress.com e sin dai primi post ho notato offrire un’interessante fotografia del Vietnam. Raccontaci qualche cosa di questo progetto

Il Vietnam sta crescendo moltissimo, ma rispetto ad altri paesi dell’Asia e’ ancora sconosciuto nell’ambito dell’architettura contemporanea.

Non e’ “glamour” come Singapore o “avanti” come il Giappone, non ci sono i trasparenti grattacieli di Hong Kong, ne’ i hybrid link cinesi diSteven Hall e nemmeno i moderni interni degli alberghi thailandesi.

Recentemente Renzo Piano ha vinto il concorso per la concert hall di Hanoi, questo puo’ probabilmente dire che in realta’ gli “archistar” non tarderanno ad arrivare.

Al momento pero’ quello che viene realizzato sono grandi pezzi di citta’ fatti per lo piu’ da palazzoni di cemento e da lunghe vie rettilinee di villette tutte uguali con decorazioni “in stile coloniale francese”.

Nel mio blog cerco di trasmettere una immagine di questo Vietnam vista con i miei occhi da un architetto occidentale. Spulcio tra quello che c’e’ di nuovo, dagli interni all’urbanistica, alla ricerca di qualcosa in controtendenza, non necessariamente eccezionale, ma se non altro fatto per bene, pensato per poterlo vivere, non solo in funzione dei soldi e della velocita’. Vediamo quello che ne verra’ fuori.

Questa voce è stata pubblicata in ardire & partire, Oriente, Vietnam e contrassegnata con , , , , , , , . Contrassegna il permalink.

13 risposte a Sara ad Hanoi

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *