Il congresso mondiale degli

GLI ESITI NEGATIVI DEL CONGRESSO MONDIALE DEGLI ARCHITETTI TENUTOSI LA SETTIMANA SCORSA A TORINO.

Il congresso mondiale degli architetti, che si è tenuto a Torino dal 29 giugno al 3 luglio, al quale ho partecipato, è stato spaventoso. E non parlo solo dell’organizzazione ma anche dei contenuti delle conferenze, di una pochezza sconcertante.

Ma andiamo per ordine:

i punti dolenti dell’organizzazione si possono così sintetizzare:

  • Per la festa di inaugurazione era previsto un gran buffet all’aperto nella Reggia di Venaria Reale. È venuto a piovere e l’organizzazione era sprovvista di un piano B. Non avevano un’alternativa.
  • La previsione di utenti alle conferenze, forse secondo gli organizzatori, meno interessanti, era malfatta, calcolata nel peggiore dei modi. Sono state affidate a questo tipo di simposi, delle insignificanti salette da 50 e 100 posti , senza traduzione e senza aria condizionata. E si sa che la partecipazione al congresso ha contato con oltre 7000 architetti. È o non è, semplicemente ridicolo tutto ciò?
  • In realtà anche le conferenze- workshop, sponsorizzate da differenti imprese, non hanno avuto una giusta previsione dell’affluenza. Il WS- Soft-Stone Origami di Pietra, è stato un workshop, presenziato da Kengo Kuma, che commentava e illustrava le poliedriche funzionalità della pietra si è tenuto nella sala londra, capienza 210 persone. Conferenza che ovviamente non abbiamo potuto seguire, essendo irrespirabile l’aria di un afoso luglio, e ancor più compressa dalle 300 persone di cui un centinaio in piedi.
  • Le conferenze principali, le cosiddette Lectio Magistralis, si sono svolte tutte nel Palavela, una arena con capienza 8250 posti, ma non era presente nessun servizio navetta, che collegasse, questo edificio con il lingotto. Per cui se una conferenza terminava alle 11, e nel lingotto ne iniziava una allo stesso orario, si rischiava di perdere almeno mezz’ora di contenuti.
  • Gli apparati delle traduzioni, si distribuivano, solo in due dei 4 settori antecedenti alla sala principale del Palavela, ciò significa che all’uscita in un caldo torrido, con la gente che spingeva, abbiamo dovuto passare più di un volta, 20 minuti in una calca infernale, per recuperare il documento e depositare l’apparecchio. Al momento in cui, io ho chiesto ai dipendenti, tra l’altro volontari, perché non erano stati distribuiti gli apparecchi anche negli altri due settori, cosa che avrebbe favorito la circolazione e lo snellimento del tutto, evitando collassi e perdite di tempo inutili, mi è stato detto ” non abbiamo personale”, frase raccapricciante in un congresso mondiale, che si tiene ogni 3 anni.
  • La climatizzazione: mancava aria condizionata in moltissime sale, situazione da lasciare senza parole.
  • Le traduzioni: non c’erano in tutte le sale, e in un congresso, non mi stanco di dirlo, mondiale , a cui partecipano almeno 130 paesi, è davvero vergognoso.
  • La mostra architex, avrebbe interessato molto di più, a mio avviso, a case di alta moda e non agli architetti. Voglio essere clemente e dire che probabilmente avrebbe interessato degli interior design, ma non Architetti. Scenata pubblicitaria di pessimo gusto.
  • Le altre esposizioni, come quelle degli stand degli ordini professionali, squallidi, con cattiva illuminazione, senza aria condizionata, ambienti sporchi e privi di attrazioni interessanti.

I punti dolenti delle conferenze sono soprattutto relativi alla mancanza di spessore, alla carenza totale di preparazione, all’incompletezza dei discorsi alla loro divergenza superflua da parte degli esponenti, scelti probabilmente, giocando a dadi.

  • La specialist session riguardante l’ architettura spagnola, si è svolta nella sala berlino, senza traduzioni, ed è stato un inerte ed insignificante elenco di slides, commentato ancor più mediocremente dal moderatore, il quale si soffermava sulle immagini non più di 30 secondi. Un lavoro inutile, senza spiegazione dei progetti, alcuna, senza contenuti e senza nessunissima poetica.
  • Nella simposum Biblioteche: spazi per la cultura e la democrazia, ci si aspetta di godere delle spiegazioni e delle diapositive inerenti a progetti di biblioteche. Ebbene no, la tavola rotonda era presenziata da più bibliotecari che architetti! Per i primi 90 minuti non si è parlatoi minimamente di architettura. Capisco che la presenza di uno specialista del settore è importante, ma uno, non 3 o 4!scandaloso, russavano tutti, e te credo!
  • La ridicolezza ha toccato l’apice nella Main session From-To: l’architettura per gli spazi della mobilità, di cui era il moderatore il direttore di Domus, Flavio Albanese. Ci si aspetterebbe di ricevere informazioni su nuovi progetti inerenti aeroporti e stazioni, giusto? E invece no, arriva Gary Chang, autore di una brillante conferenza nel primo giorno, che si dimena sul from Honk Kong to Torino, illustrando le foto, brutte e fatte male, del suo percorso antistress, dalla Cina all’Italia, per arrivare al congresso. Foto che spaziavano dalla sua stanza presa in aeroporto alle immagini dei cessi pubblici ecc… Dopo di lui un architetto ottantenne, ha cominciato ad illustrare un piano regolatore di Monaco ” questo che vedete ad esempio, è un mio disegno di 30 anni fa….” Ma siamo pazzi? Veniamo ad aggiornarci e ci fate vedere i progetti di 30 anni fa?
  • Mi sono sentita offesa. Per la mia preparazione e la mia professionalità, che non ha nulla a che vedere con contenuti di basso costo, come quelli esposti.
  • questa post-lettera di protesta è stata mandata a : il mattino, il manifesto, il corriere della sera, il giornale dell’architettura, repubblica, l’espresso.

le migliori esposizioni: PETER EISMANN, KENGO KUMA, BORIS PODRECCA E DOMINIQUE PERRAULT.

architetti che per altro ho seguito e intervistato in altre occasioni.

nota degna di nota: la compagnia: elena,marco, piernicola, vivian, paolo, andreina.grazie a voi tutti per aver sopportato le mie soffiate di naso, dovute ad una insiegabile influenza estiva.

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