l’oceano

“Papà papà dove è l’oceano?”

Questa è la frase che ha accompagnato il mio privo arrivo in Spagna…

Al tempo non avrei mai pensato che molti anni dopo sarei stato in una stanza della sterminata Madrid a scrivere della mia esperienza quasi triennale nella penisola iberica.

Da quel giorno di attesa per l’oceano sono successe molte cose: ho finito le elementari e fatto le medie, poi le superiori e perfino l’università

Ora sono architetto da ormai un paio d’anni, e sto vivendo nella capitale iberica da alcuni mesi.

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…complicata questa introduzione al blog in cui dovrei parlare di 2 anni e mezzo di permanenza in terre spagnole, dovrei raccontare le prime avventure, l’impatto con la lingua, con le abitudini, con le tradizioni e con la gente…ma forse per tutto questo c’ho un blog intero a disposizione.

Quindi faccio un breve riassunto dei passi fatti per arrivare qui e vivere attualmente a Madrid.

La mia prima decisione di spostarmi in Spagna avvenne per colpa dell’erasmus. Un giorno sfogliando la lista delle possibili città (e non so bene perché) di andarmene a La Coruña, una cittadina della Galizia (sull’oceano sorriso) che prima conoscevo solo e unicamente per aver ascoltato il nome della rispettiva squadra di calcio. Passai in quell’angolo della Spagna un anno indimenticabile e bello carico me ne tornai per finire Architettura a Venezia…qualcosa mi era rimasto dentro, la voglia di muovermi ancora.

Una volta finita l’università avevo chiaro di spostarmi ancora, spinto dalla curiosità “oceanica” di confrontarmi con realtà nuove, questa volta da lavoratore. Fu così che decisi (e non so bene perché) di fare il salto alla grande città e mi spostai nella “repubblica indipendente di Catalunya” ovvero Barcelona, alla ricerca di un lavoro che ben presto trovai e altrettanto ben presto persi. Ci rimasi un anno e poi non so bene perché presi ancora la decisione di spostarmi; non contento della grande città traslocai qualche mese fa nella grandissima città, dove ora mi trovo e lavoro.

Galicia, Catalunya, Madrid…tre mondi nello stesso stato, tre modi di vivere, tre stili di gente e di usanze. Diverse città, strutture, modi di vivere gli spazi, diversi sviluppi nel tempo.

E allo stesso tempo svariati aspetti che li accomunano.

Se penso a quello che mi immaginavo della Spagna prima della prima partenza ricordo solo degli stereotipi classici: festa, caldo, si mangia tardi, flamenco etc. Ora da qui sento parlare di boom economico, di crisi, el problema de la vivienda, l’architettura e lo sviluppo incontrollato…solo una cosa è rimasta come me la immaginavo :”…stasera si esce…; ) ”

Quindi partiamo, anzi sono già partito tempo fa…

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