AAAARRRGGHH… oggi pomeriggio avevo scritto una roba bellissima ma ho perso tutto quando ho tentato di confermare le modifiche. Apparentemente il server di professionearchitetto ha deciso di andare offline proprio mentre io scrivevo bravino bravino il mio diario. Ho cacciato un urlo bestiale. Sono sicuro che i vicini non ci hanno fatto caso. Ecco a voi dunque una breve parafrasi:
Ciao befanotti, sono ancora a Firenze facendo nulla o quasi. Stamani ho telefonato così per sfizio alla segreteria dell’Ordine degli Architetti chiedendo alla gentile ma abbastanza spaesata segretaria informazioni su come iscrivermi all’ARB inglese riuscendo (se non è chiedere troppo) ad evitare quella eterna farsa dell’esame di stato. No way, niente da fare: in pratica al momento attuale i governi degli stati europei riconoscono le lauree delle principali università italiane ma poi per la registrazione agli ordini locali ognuno è re a casa propria. E a casa sua la perfida albione vuole i suoi architetti tutti belli incartati e confezionati compreso il cellophane. Comunque la segretaria mi prenota un appuntamento col presidente, che è sempre una cosa interessante; non che stia trattenendi il fiato nell’attesa, ma mi dovrebbe telefonare (quando non si sa).
Il fatto è che io non sarò comunquein grado di darlo prima di novembre, dato che a Aprile ho 3 deadlines 3 tutte insieme (me topino).
Mi sento in attesa da tempo immemorabile, l’attesa come mio vero mestiere… ci scusiamo ma le nostre linee sono per il momento occupate, primavera di vivaldi gracchia dal ricevitore in un eterno loop, visioni di limbo dantesco, architetti sepolti nel ghiaccio vino alla vita che si guardano di sottecchi. Per le linee degli uffici governativi forse sarebbe meglio I feel Love di Donna Summer/Giorgio Moroder… è altrettanto lunga e reiterabile all’infinito ma più divertente, e ho il sospetto che suoni meglio attraverso la cornetta. Inoltre i gemiti e i sospiri di Donna (non che nessuno ci creda veramente, tanto finti quanto la visione bucolica della primavera di vivaldi) esprimono meglio il senso di disagio dell’utente telefonico contemporaneo.
Nel mestiere dell’attesa il problema sono i pomeriggi: se uno non li impiega facendo sesso (il lavoro non conta perchè è una forma di masturbazione) cosa fa? Beve tè e/o caffè ed evita accuratamente di impegnarsi in alcunchè di costruttivo fino a che non arriva la sera, liberatoria e clemente che passa una mussola sulla fronte distendendo le increspature corrucciate ed i sensi di colpa (per chi ancora ne fa uso).
Il computer della mia sublime amica non ha porta usb per cui le mirabolanti immagini di cui vorrei corredare questi inani discorsi dovranno aspettare il mio ritorno a Paperopoli (sabato).
Nel frattempo David Sylvian e Robert Fripp mi limano le unghie dell’anima. (soul manicure).
State bene, vogliatevi bene.
Un saluto
xxx
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