Hmmm… sono appena uscito dal cinema, ho visto Dogville di Lars Von Trier. Che dire? Vorrei non ricorrere a iperboli, vediamo se mi riesce: bello? Si’, molto. Inspiring? Exceptionally so. Duro? Abbastanza, ma dati i precedenti uno se lo aspetta. Intellettualmente stimolante? Indubbiamente. Posso immaginare che non sia piaciuto a tutti, ma il mio giudizio e’ questo. D’altronde non ci si puo’ aspettare un giudizio diverso da uno che a vent’anni aspettava le 11 e mezza di sera per seguire le avventure di Franz Biberkopf nel serial Berliner Alexanderplatz di Fassbinder alla TV. A questo punto muoio per sapere i turgidi retroscena del girato: ho sentito dire che ha segregato tutti gli attori per settimane in un set tipo campo di concentramento, sottoponendo mostri sacri tipo Lauren Bacall a ogni tipo di situazioni scomode. Ho visto nel trailer alcuni estratti da un videobox che aveva installato sul set in cui gli attori sconcertati si lamentavano delle condizioni “canine”. Non mi meraviglierebbe che avesse tenuto nascosto il finale a tutti gli attori fino alla fine. Vorrei dire di piu’ ma rischio di rovinare la visione a tutti quelli che ancora non lo hanno visto. E se avete ancora almeno un po’ d’amore per il cinema per favore andate a vederlo. L’unica critica e’ che e’ forse piu’ teatro che cinema, ma io non sono un purista quindi me ne frego. Tornando a casa, riguardavo nella metro i manifesti pubblicitari di The Dreamers di Bertolucci, affissi in ogni angolo, che alla luce del rigore del Von Trier mi appare traboccante di infinita autoindulgenza e istinti voyeuristici da vecchio segaiolo bavoso, pur nel suo splendore puramente visivo.
Per il resto una domenica letargica, passata perdendosi in metro con Holgie e Piet fra una mostra di Yoko Ono chiusa (che il diavolo se la porti anche lei…che senso ha tenere una mostra chiusa di domenica? non penso che la sua epopea dello scarafaggio ricevera’ un’altra visita dal sottoscritto), un desiderio di bagno turco negato (domenica women only session, sorry), e infine meritata apoteosi con cappuccino in un caffe’ in St.Martin’s Lane gestito da ragazze est-europee agghindate da discoteca. Il tutto in una una temperatura esterna da fare invidia a Novosibirsk. Se domani fa cosi’ freddo dubito di andare allo studio in bici. Se non altro per non investire i pinguini. Comunque il sole orizzontale faceva dei bei giochi sulla guglia di St.Martins-in-the-fields.
Un abbraccio forte.
Alla fine sono andato con la bici: il calvario dell’autobus e’ peggio del freddo della Siberia. Never mind the penguins…
Sono a fare schizzi sulla carta quadrettata isometrica… che ganzata!
Stamani ho gia’ avuto la mia botta di stress: l’ufficio ha deciso di impiantare sul bordo del mio tavolo, gia’ pieno di roba e disegni, un enorme scaffale a tre piani in previsione del nuovo lavoro in Cina. Dopo la prima incazzatura furibonda, mi e’ stato detto che potevo usare il mio lato degli scaffali, e ho scoperto che in realta’ la cosa mi ha liberato un po’ di superficie, di modo che adesso ho almeno spazio per disegnare (sempre in A3).
Il freddo persiste, la superficialita’ della gente anche. vedi tutti questi (e queste) ragazzotti/e, agghindati e atteggiati, pretendenti al trono del big brother/pop idol di turno, tracannano alcopop, si mesciano a ciocche e squittiscono forte ad ogni bischerata: anche se li guardi con disapprovazione, si sentono fighi, convinti che in fondo tutti vorrebbero essere come loro che vorrebbero essere come qualcuno in TV. Non guardo certo pattume, merci beaucoup. Mi meraviglio solo che siano cosi’ tanti e pensino di essere “the new big thing”. Altri si rivestono, tentano timidamente; tutti a Londra si sentono in dovere di trovarsi un personaggio, uno stile, anche se mal digerito e rigurgitato o rifritto migliaia di volte. Dio che banda di mongoloidi!
Pensieri come questi mi attraversavano il cervelletto ieri mentre giocavo a bowling nel Pepsi Trocadero dietro Leicester Square, con le sue 12 piste fluorescenti e la musica a palla (come uno faccia a concentrarsi o rilassarsi in quel casino e’ un mistero… forse sto invecchiando). Ben venga qualcosa di vero e cruento, anche il buon Lars con tutto il suo odio per se stesso e la sfiducia nel genere umano.
E noi che pensavamo che dopo il punk, il new-romantic fosse un po’ troppo superficiale…
Sto sperimentando con i settings radiosity di Lightwave… very nice
Una risposta a Hmmm… sono appena uscito