Don’t
push
me,
‘cause I’m close to the
edge.
I’m trying
not
to
lose
my head.
Aha- ha-ha-ha,
It’s like a jungle sometimes,
it makes me wonder how I keep from going under…
Hmm… la mostra un po’ una delusione. A parte il lavoro di Nath, onesto e rilevante, nulla di che. Nel bombardamento di immagini fatti cose persone notizie a cui siamo sottoposti, niente lascia il segno, nemmeno una scalfitura. Unica altra cosa, una installazione sulle pareti con centinaia di palline di plastica azzurra che ad un esame piu’ attento si rivelavano testine di uomo-ragno. Carino.
Il resto, noia. L’introversione cronica degli inglesi li porta a creare opere chiuse in loro stesse. “vieni, guarda dentro il mio giardino segreto, vedi com’e’ interessante…” Cercano di farti sentire speciale solo perche’ ti danno il permesso di guardare dentro, e una volta all’interno, noia mortale, un girare e rigirare le solite quattro forme e concetti, motivato da una vanita’ abnorme e infantile. Il vero unico sforzo ciclopico e’ per mantenere una corazza, tanto impenetrabile quanto inutile fra il mondo e loro stessi.
Intanto penso all’apertura delle avenues di New York e come si respira bene camminando laggiu’.
Be-bop, don’t stop.
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Mi chiamo Federico, laureato a Firenze nel 96, recentemente approdato a Bologna dopo 7 anni a Londra e svariati a Firenze. A Londra, in cui vado spesso, ho avuto una lunga parentesi da Will Alsop, e il sogno di quel continuum fra oggetti, mobili, architetture e masterplan continua a tenermi impegnato, insieme all'insegnamento e altre amene attività. A parte quando mi ritiro in isole di pigrizia autocostruite che tento di difendere strenuamente dall'avanzata delle truppe del profitto mio schifo tuo. Questo è il mio blog personale e mi assomiglia molto. Get ready for the ride...
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