Guten morgennn…
Il sole e’ venuto, e’ restato per un giorno e mezzo e se n’e’ andato. Come al solito. Periodo di stanca, mancanza di dialogo e interazione. Pigrizia che invade le membra e l’intelletto, dolce e rassicurante, come un oppiaceo. Penso al cielo d’agosto che nel mediterraneo e’ quasi bianco, al piacevole frescolino la mattina fino alle dieci, l’ora in cui da bambini mia madre ci portava al mare. L’odore dei tamerici, la sabbia bagnata dopo il temporale notturno, i costumini di spugna Petit Bateaux gialli e rossi delle mie cuginette. Random memories a tema estivo. Gia’ a 14 anni ero un metro e ottanta, per cui il posto davanti nella cinquecento (beige) mi spettava di diritto. Il tettino apribile, un lusso per tutti. La piscina a forma di fagiolo del Bagno La Bussola, il gusto dell’acqua salmastra+cloro. La fantastica invenzione del bikini, e le corse dei maschi italiani da spiaggia per vedere Maria Grazia Buccella in topless. Ogni tanto passavano gli aerei e buttavano campioncini e freebies attaccati a piccoli paracadutini, la gente si buttava in mare nell’acqua bassa per catturarli. Si mangiavano le arselle vive pescate infilando le dita nella sabbia, poi un giorno mia madre disse che era meglio non mangiarle che aveva letto sul giornale che c’era rischio di salmonella. Il mare era cristallino e con un po’ di fortuna si trovavano stelle marine grigie a cinque punte. La mia mania per aquiloni e giocattoli volanti e la caccia spietata alle vespe e alle meduse dal canotto. Mina alla radio (insieme), mia madre che telefonava alla sua amica Marita per fargliela sentire, parei di Emilio Pucci e zoccoli del Forte di vernice verde menta, lo stesso verde menta della Citroen Dyane. Il sapore delle pesche dopo un lungo bagno in mare, le dita grinzose. A volte andavamo in patino, e l’acqua al largo era di un blu notte che all’inizio mi faceva un po’ paura; poi grazie alla pazienza di mio padre siamo stati iniziati, e allora niente piu’ crisi ne’ ciambelle (i braccioli sono stati inventati un po’ dopo). Penso che la mia ciambella avesse una testa di cavallino o qualcosa del genere. Mmmm, il finto pesce e il vitello tonnato, l’orologio al quarzo con i diodi rossi luminosi. 1977. La sensazione che c’era qualcosa d’altro, pericolosamente attraente, dietro l’orizzonte del mondo in cui vivevo rinchiuso. Alla televisione in bianco e nero trasmettevano gli anni di piombo…
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