Salve salve… (glup, compressa di paracetamolo 500mg).
La settimana passata col suo turbine caleidoscopico di emozioni, stress, attriti, pensieri velenosi, sesso (CiscoKid cosa sarei senza di te? Un pietoso sgorbio perso in desideri piu’ grandi di lui…) mi si e’ finalmente abbattuta addosso come onda anomala di tossine in rilascio. Starnutisco a raffica come un tarantolato e vado giu’ di te’ al ginger e suddetti rimedi sintomatici.
I due fronti della vita produttiva si sono finalmente assestati in una configurazione stabile, nel senso che allo studio hanno cominciato a lamentarsi come da copione che sono li’ “solo” 4 gg. alla settimana, e il corso all’universita’, dopo aver raggiunto un culmine giovedi’ scorso con gli esami (o crits che dir si voglia), mi da’ soddisfazione e mi calza addosso come una muta.
Uno: Review dopo due mesi di lavoro da MBA. Solite lamentele e dialogo fra sordi, da cui alcuni brevi ma rappresentativi estratti:
Mi dicono che tutto cio’ e’ normale, di non preoccuparmi. Io non riesco.
Non sono i capitolati (che qui si chiamano specifications), e’ l’attitudine ipocrita del datore di lavoro che pretende di interessarsi al tuo benessere, partecipando a schemi tipo “investors in people”, e in realta’ insacca ore ed ore di lavoro gratis ogni settimana, e in pratica ci manda avanti il business. Mi riesce sempre piu’ difficile avere simpatia e mostrare solidarieta’ con chi lavora 10 ore al giorno secche e weekends per mandare avanti i lavori di qualcun altro. Ed e’ un virus che si replica infettando professionisti di generazione in generazione: quelli che lavorano dalle 8am alle 7pm poi quando aprono il loro studio si aspettano dai dipendenti lo stesso tipo di sacrificio.
Ma la vita?
Ma tutto il resto delle cose?
Io dal canto mio mi sono reso conto che se devo sbranarmi per il lavoro sara’ il mio. Mi dispiace se questo non mi rende appetibile a potenziali datori di lavoro, ma adesso che ho avuto l’illuminazione non torno indietro; faccio tutto quello che devo fare, ci metto anema e core e pure tutto il pacco ma quando suona la campanella qualcos’altro inizia.
Poi quando sarai morto chi se ne frega se la planning application e’ stata consegnata giovedi’ invece di martedi’. E se penso ai momenti d’amore a cui gia’ rinuncio mi viene l’angoscia.
Dunque avanti con tutto il resto please.
Due: Gli esami per gli studenti del terzo anno a Brighton, con io che arrivo li’ completamente pesto da tre giorni di attriti coi miei nuovi colleghi di lavoro e una nottata, la sera prima a casa davanti al computer fino alle 3 a rifare la grafica agli hand-outs per presentarli alla commissione.
Strano come quando qualcuno del crit panel (che,a parte me all’inizio, fanno di tutto per indisporre i candidati) critica uno dei tuoi studenti, tu ti senta giudicato a tua volta, li’ davanti a tutti con le gambine di gommapiuma e la bocca secca. Io, dicevo, all’inizio parto armato di tutta la solidarieta’ e spirito di incoraggiamento, poi quando cominciano a fioccare i risultati di autopsia e le esaminazioni post-mortem dei tessuti, mi accorgo che devo dire qualcosa di preciso e ad hoc. E mi viene bene in genere, tanto che vengo pure immediatamente citato. Che sia un gioco per autolegittimarsi? Meglio rimanere fermi. Le cose vanno comunque dette, nonostante la naivete, la vanita’ e le incursioni alla cieca nei territori sconosciuti degli studenti.
La cosa fondamentale e’ dare loro qulcosa che possano usare, uno spunto da cui poter vedere le cose criticamente. Nessuna macchia.
A presto.
Lotsa lurrrve
3 risposte a Salve salve… (glup, compressa