Alcune note ai lettori, prima del mio consueto snocciolare;
1) Se Natalini e’ un buon architetto io sono Miss Mozambique 1998. L’isolato chiuso Viennese come base per l’urbanistica del XXI secolo?? Ma che si fuma “l’architorpore”? Meglio tornare alle caverne allora, meno reazionarie, piu’ rilassanti. Il sonno delle tendenze radicali genera rigurgiti postmoderni comunque.
2) Federico, la prossima volta che mi mandi 20 copie del tuo post 20 vengo a casa tua e ti tiro il collo. Tanto so dove abiti. Dito epilettico? Altro che relax, ti ci vuole la ketamina a flebo.
3) Francesco from Manchester: non mi dire queste cose che mi mandi in paranoia di nuovo: ho letto la direttiva europea, ho parlato con l’ARB tre volte; se non hai l’esame di stato non ti puoi iscrivere. E poi ormai l’estate in Italia me la faccio comunque.
Rileggendo fra i vostri post, mi rendo conto che a volte esagero nel mio ignorarli. Ci sono proposte di connessione e scambio che mi rincuorano…
Ad ogni modo, stavo pensando di usare il blog come I-Ching e interrogare il vuoto della pagina per prendere alcune decisioni: tipo sto qui seduto a informarmi su spedizioni internazionali e bollette da disdire e mi chiedo se veramente voglio recidere tutti i legami con Londra. Fino a che punto? Qualcosa in me (forse la stessa cosa che mi ha portato a recidere i legami con Firenze nel ’98) vorrebbe solo chiudere, finire, tirare una bella riga a penna e ricominciare da una bella pagina bianca, pulita. Ma la solita vocina saggia e opportunista, il pappagallino appollaiato sulla spalla, ripete che e’ meglio non fare terra bruciata, che non si sa mai, che in fondo qui, almeno sul lavoro, mi vogliono e mi tengono in ottima considerazione, per cui meglio approfittarne etc. etc. per cui in un prossimo futuro, visti i chiari di luna in Italia, mi converrebbe anche tornare.
Ed eccoci qui al dunque. Cosa lasciare in casa, quanto considerarla mia?
Anche se sono in procinto di comprarla, e’ ancora una casa in affitto.
Intanto ho cominciato a buttare ciarpame inutile, cosa che avrei comunque dovuto fare da tempo. E’ bello disfarsi di roba, ti fa sentire libero. Non ricordo chi e’ quell’artista contemporaneo che ha fatto un’installazione con una macchina che distruggeva tutti gli oggetti di suo possesso.
Il francescanismo forzato dei cowboy urbani…
love
9 risposte a Alcune note ai lettori,