Ciao teste calde…
Chi l’avrebbe detto che il nome di Natalini avrebbe scatenato cotanta discussione? Riguardo alla lettera di Luca non mi pronuncio… lo lascio ad inchiocciolirsi nei suoi dubbi sui significati reconditi del termine buono. Per me e’ una questione eminentemente istintiva e ha a che fare con i termini “gioia e piacere per chi la usa“, oltre a soddisfare in modo elegante requisiti schiettamente pratici. Nulla ha a che fare coll’onesta’ professionale e il modo in cui si gestiscono i lavori: queste sono cose in cui non entro con giudizi estetici anche se ne riconosco il grande valore da un punto di vista etico e umano. Una brava persona non e’ necessariamente un bravo architetto (ah che scoperta incredibile l’acqua calda).
Anna grazie della lunga lettera… mi ritrovo in quello che dici. E’ sempre un po’ cosi’, non sai mai quello che farai finche’ non ti ci trovi dentro. Per ora so che ho bisogno di cambiare di brutto.
Sono seduto in mezzo ai detriti della mia vita degli ultimi 7 anni, aspettando il momento buono per ficcare tutto in contenitori vari e spedirlo da qualche parte. Mai mi sono sentito rimosso dalla vita di questa citta’ come adesso; tutte le forme di intrattenimento mi sembrano false e eccessivamente irreggimentate. Giro per la strada e mi sembra di essere in una bolla trasparente antiproiettile. Se radessero al suolo tutta Londra non me ne fregherebbe piu’ di tanto, anzi con spiccato cinismo forse forse penserei che in fondo se lo sono meritato. Sono molto razionale e ragionevole, mi comporto come si deve, ovvio, basta che non mi si chieda cosa penso. Meglio che non dica nulla, non vi piacerebbe. A nessuno interessa in ogni caso. Il prossimo fine settimana vado a Roma. Potrebbe essere l’ultima volta.
Se me ne vado e’ perche’ non voglio piu’ essere la persona che questa citta’ si aspetta da me. La Versilia, che palle, d’accordo, e anche Firenze ditto, ma per un po’ mi fara’ bene ritrovarmi a camminare per quelle strade e quei luoghi. Al meglio sara’ un riconnettersi, al peggio mi scaraventera’ nel “ma chi te l’ha fatto fare”, e sara’ comunque un buon punto da cui progettare un altro balzo.
Bacissimi
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