Sono andato in piscina

Sono andato in piscina alle 7 stamani. Un’esperienza orribile, grazie tante. Invece di andare per rilassarsi, gli abitanti di southlondon (terra dimenticata da dio che io per fortuna abbandonero’ presto) vanno per caricarsi di aggressivita’. La stessa atmosfera di Oxford Street di sabato pomeriggio, con gente che ti travolge e ti sbatte addosso senza chiedere scusa con la peggior faccia di bronzo, e un sacco di competitivita’ inutile, fine a se stessa.

“si, in effetti stavamo pensando di lasciare l’isola.”

E poi non ce n’e’ uno che sappia nuotare: gli danno dentro come tanti manovali, roteando le braccia con la testa mezza fuori dall’acqua e le gambe che affondano, convinti di essere tutti dei Mark Spitz o di fare chissa’ cosa. Dio che tristezza. Come non mi sento in sintonia con questa gente. D’altronde qui ti insegnano che fare le cose”with a sense of purpose”, ovvero con determinazione, e’ piu’ importante del chiedersi “come” si fanno. E’ un lusso quello. E allora lasciate che la gente civile tipo gli italiani si occupi del come (sperando che qualcuno ci paghi per farlo) , e continuate pure a dibattervi nell’acqua iperclorata in bruta ignoranza.

Ma with a sense of purpose, mi raccomando.

Amen

Per rispondere a G.: ho mangiato del cibo schifoso da un piatto non risciacquato (che qui piatti e bicchieri di norma non vengono sciacquati; li lasciano tutti saponosi a scolare, per cui ti mangi sempre del gran detersivo) . Mi ha fatto bene alle finanze ma malissimo allo spirito. Dovro’ passare i prossimi mesi a disfarmi di tutte le brutte abitudini antisociali e le miserie spirituali che mi si sono accumulate addosso volente o nolente.

Se sono stato felice qui (occasionalmente) e’ perche’ sono stato fedele ai miei principi. Comunque non posso dire che Londra mi abbia reso felice. Mi ha dato un conto in banca con carta di credito, un lavoro stipendiato, una base organizzativa, ma non di piu’.

E nel piatto non ci sputo, ci vomito.

Ari-amen