Ancora e sempre: verra’ il giorno in cui non mi porro’ piu’ il problema di trovare uno studio compatibile con quello che voglio fare. Il problema va ovviamente affrontato da un’angolazione diversa, ovvero perche’ aspettare dall’esterno una situazione gia’ fatta in cui esprimersi quando in realta’ possiamo CREARLA da noi stessi?
Costruirsela attorno, bisogna. Prima lezione: lo studio di qualcun altro non potra’ mai funzionare per te al 100% perche’ e’ stato concepito per fare ricco ed esprimere creativamente le idee di qualcun altro, ovvero il tuo boss. Architetti stipendiati sollevate i musi occhialuti dagli schermi e guardate in alto: esiste anche per voi un futuro indipendente. Vincete la paura e la pigrizia e organizzatevi come hanno fatto i vostri superiori prima di voi. Fatti non foste a viver come cad monkeys ma per seguir la via della libera professione.
Ho rivisto alcuni colleghi ed ex colleghi di Alsop allo show di fine anno della Bartlett School of Architecture – che a mio avviso e’ sempre la migliore scuola di architettura di Londra, non so se del regno unito… anche se mi dicono che cose ottime escono da Sheffield – e quelli che sono restati non mi hanno fatto una buona impressione direi; a forza di essere trattati come pezze da piedi dal management si sono bevuti il cervello. Aiuto… che coppia di poveri idioti (Panache&Tanache). Comincio a vedere il mio licenziamento come una benedizione (a blessing in disguise?). Qualcuno ha voluto risparmiarmi il peggio, un’interminabile fase difficile senza possibilta’ di redenzione finale ne’ futuro, perche’ comunque vada TU non ne farai parte.
Nel frattempo l’mp3 player scarta da Prince agli Audioslave senza scomporsi.
G, what goes up must come down e vice-versa. Se fossi sempre felice finirei come quei ratti a cui per crudele esperimento fu dato il controllo tramite pulsante del proprio orgasmo: mi friggerei il sistema nervoso. Percio’ mi avoco qui il diritto di dire quello che mi passa per l’anima, sia esso nero o rosa. Voi come lettori avete dalla vostra il diritto di scelta, ovvero se i miei guaiti vi disgustano potete sempre leggere paperinik invece. O meglio ancora tutti e due. Me e paperinik. Non necessariamente nell’ordine. Plomp, plomp… rumore di stivaletti a molla sui marciapiedi umidi di Gower St.
Vado a buttarmi tra le braccia di Morfeo sperando che ben mi accolga.
Yours Truly
2 risposte a Ancora e sempre: verra’