Salut… Il collegamento a

Salut…

Il collegamento a 56k e’ di una lentezza esasperante.

Al bar Irene in piazza del mercato la sera suonano complessini jazz e bossa nova che si danno da fare per diffondere onde sonore di qualita’ accettabile. I cocktails non sono granche’ (mi dicono; io non bevo) ma il luogo e il fatto che il posto non e’ ancora sovraffollato rendono l’esperienza oltremodo piacevole. Davanti ai banchi del mercato chiusi la gente siede ai tavolini o sui gradini delle case e si trattiene per un po’.

Stonato in bicicletta ho ritrovato quella sensazione come di planare spinto dal vento. La-la-laaa, qualche canzone di cui non ricordo il nome, forse un classico. Arrivo a casa, mio padre e sua moglie hanno gia’ cenato da un pezzo ma nessuno si aspettava il rito completo con tutti i presenti.

Traccheggio, doccia. Le spalle un po’ strinate: il vento traditore mi ha fregato, e tutto il tempo passato a giocare con Cisco tra le onde e le correnti violente mi ha lavato via di dosso la protezione 12. Niente di grave, anche se odio bruciarmi.

Vedere il mio corpo che cambia colore mi stupisce sempre un po’, specialmente adesso che avevo perso l’abitudine…

Ho il foglio rosa (che, ah la delusione, e’ in realta’ bianco), per cui, a fianco di un complice patentato, posso teoricamente gia’ seminare il terrore sulle strade e divertirmi a verificare la resistenza di lamiera stampata e plastica contro laterocemento a varie velocita’.

Firenze e’ stata un po’ un incubo, anche se ho gia’ una potenziale offerta di lavoro. La citta’ e’ sempre piu’ senz’anima (echi di Cocciante), il lungo processo di sterilizzazione-museificazione del centro storico si e’ compiuto, inglobando anche l’Oltrarno, mentre nelle immediate periferie si costruiscono obbrobri monumentali.

Vado, e’ tardi, il traccheggio mi attende

Love