Che meraviglia! lascio per alcuni giorni il blog a se stesso, quasi alla deriva in calma piatta e al mio ritorno trovo dibattiti, controversie, una lite furente a colpi di improperi persino… l’idea che questa creatura finalmente viva anche senza di me mi riempie di gioia e orgoglio paterno.
Sono ammirato dal quadro preciso e puntuale tratteggiato da stefano, e mi associo: e’ purtroppo un problema di competenze sovrapposte, nessuno ce l’ha coi geometri (alcuni dei quali comunque, vista la risposta stizzita al mio entry precedente, hanno una coda di paglia lunga un metro, ben intrisa di benzina…).
D’altronde non si puo’ neppure dare la colpa a loro se le periferie sono noiose, pero’ non si puo’ paragonare il progetto di un architetto a quello di un geometra; ci vorrebbe un livello di perversione straordinario, come arraparsi selvaggiamente leggendo un catalogo di tubi in pvc o il manuale di istruzioni della fiat punto. E comunque quando le categorie professionali cominciano a sfottersi a vicenda (tipo l’ingegnere che dice che gli architetti non ci hanno i coglioni o l’architetto che dice che il geometra e’ una capra) e’ la fine e si cade nella macchietta, e allora arrivano anche don camillo e peppone.
Chi non vuole vedere piu’ in la’ del proprio naso fa un torto a se’ stesso prima che alla sua professionalita’:
La prosopopea dell’architetto non e’ una garanzia di rilevanza culturale, e mentre la mancanza di creativita’ del geometra non e’ da considerarsi un difetto perche’ non e’ compresa fra le sue prerogative, la retorica dell’ingegnere sorda alle implicazioni sociali e culturali lo e’, perche’ da lui in qualche modo ci si aspetta una soluzione piu’ complessa, rilevante, articolata.
Ma la verita’ vera e’ che non si puo’ saper fare tutto, o magari di certe cose si fa piu’ che volentieri a meno di occuparsi, per cui nasce questa cosa meravigliosa che si chiama collaborazione.
Sarebbe bello se potessimo lavorare tutti insieme, anche con gli artisti i fotografi i grafici i web-designer e i product & furniture designer. Penso proprio che sarebbe la mia situazione operativa ideale. Cross-pollination la chiamano gli inglesi.
Non si sa mai…
Yours Truly
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