fattoquello che si doveva fare (parlare con la nonna, ovverosia l’orale per l’esame di stato), comperati alcuni regali fra feltrinelli e seeber, attendo sviluppi per la stagione delle feste. L’esame in sè: tanto tremito e stage fright prima dell’occasione di dire quello che sapevo con alcuni errori e rimarchi ovvi e poi mi hanno chiesto pure i ferri nell’aggetto della gronda. Meno male che me li ero guardati, perchè anche se il c.a. è materiale non isotropo io in realtà l’ho sempre considerato tale.
Sono fiero di essere stato promosso col minimo dei voti, e anche se mi avessero dato il massimo la soddisfazione sarebbe stata la stessa: meglio un bel piatto di carciofi fritti.
Similitudini fra l’esame di guida e l’esame di stato ce ne sarebbero a cercarne: entrambi da sopportare come uno scappellotto non necessario dallo zio triste grigio nevrotico purchè si decida a sganciarti le diecimila lire di rito. Entrambi comportano una necessaria umiliazione (in realtà assolutamente non necessaria, ma guai ad entrare in polemica) perchè si ha il torto di essere ancora privi di quel bollino/certificato/pezzo di carta che ci permette di esercitare una certa funzione peraltro normale nell’odierno mondo d’oggi.
Mah, ho già rimosso, devo dire. Riesco con difficoltà ad immaginarmi in paranoia a studiare le contorsioni del sistema legislativo.
Ma cambierà questo paese? Succederà qualcosa? Da qui difficile dire. Si sa quello che non va ma il tappo è troppo incancrenito, è tutt’uno col collo della bottiglia. La gente non ha le idee chiare, la verità è una questione di opinione e orientamento politico e tutti pagano il privilegio di abitare nel bel paese a caro prezzo, abbastanza tagliati fuori dal resto dell’europa.
Come si fa a far finta di niente e avanzare commenti educati a margine quando le proprie opinioni sono non diverse, ma diametralmente opposte da quelle dominanti/che informano lo sviluppo del paese? Anche solo ad esprimere un’opinione (cosa che in regime democratico dovrebbe essere non solo tollerata ma incoraggiata) si passa per estremisti. Alla fine uno si ritira nel mondo delle idee platoniche o nella televisione via satellite.
Adesso ho finito quello che mi ero proposto di fare tornando in Italia. Patente-EdS: missione compiuta. Secondo il programma, dopo la pausa natalizia potrei anche tornarmene da dove sono venuto. Ho però un lavoro part time di insegnamento presso università americana fino a maggio.
Devo fra l’altro ricercarmi casa nel nuovo anno che non posso più stare dove sto. Mi attacco malvolentieri ai posti se devo combattere, quando so che tutto sommato sarebbe meglio andarsene: mi lamento per la mancanza di una “base” ma ho paura di perdere la mobilità.
Sarebbe opportuno capire cosa voglio.
Grazie della posta,
xxx
p.s.: in realtà ho ancora attacchi di panico quando passo in prossimità di aereoporti, per cui non è ancora il momento di andare.
16 risposte a fattoquello che si doveva