Giovani colleghi, cari amici vicini e lontani… quale onore, anche Renzo Piano-piano partecipa al blog! E quali perle di saggezza lascia cadere con nonchalance verso noi poveri bruti che ci aggiriamo nella notte dell’intelletto… Non penso che la mia vita sarà più la stessa dopo un tale abbagliante incontro.
Peccato che non sia lui, e probabilmente nemmeno suo lontano parente, anche se mi sta simpatico e dice delle cose vere.
Ad ogni modo, un po’ mi dispiace che la posta sia diventata il muro del pianto dell’architettura, e non posso negare di aver fatto la mia parte nel convogliare il malcontento; se rileggo gli ultimi miei post noto che la gamma emotiva spazia tra la malinconia plumbea e lo humour nero con sconforto senza speranza. Meno male che almeno sono fuori dal tunnel-nel-nel…
Non so, io aspetto ancora un po’.
Comunque Roberto & altri, l’idea di aprire bottega a Londra -o altrove- non è balzana come sembra, io sto provando una cosa analoga a Firenze (partecipazione ristrutturativa a ministudio preesistente) ed è faticoso, ma non impossibile.
Ammetto di essere piuttosto disilluso e fiacco ultimamente (le temperature stagionali e le percentuali di umidità non aiutano), ma sono convinto che una volta inquadrato bene il problema e individuato il bersaglio, basta scaricare tutte le energie lì verso il nucleo e alla fine qualcosa cede e si apre, ci fa entrare, anche solo per una gita.
Mannaggia… ieri un fulmine ha colpito un albero in giardino e mi ha fritto la scheda di rete del portatile, risalendo il cavo ethernet su su fino alla mia stanzetta al primo piano. Il problema è che è integrata con la scheda madre, per cui cambiarla vuol dire praticamente comprare un computer nuovo .
Sigh… un’altra cosa che al momento non mi posso permettere, visto gli introiti.
Vabbè, abbiamo scansato le bombe, sopravviveremo anche ai fulmini.
Placebo in piazza napoleone a Lucca: bello anche se molto “contrived”, ovvero si sono un po’ risparmiati, e da bravi inglesi non comunicavano col pubblico. Mr.Molko ha una bellissima voce e alcuni pezzi sono belli. Che meraviglia trasformare una piazza urbana in sala concerti, anche solo temporaneamente. Uno non può che apprezzare la agile multifunzionalità delle piazze italiane, vanto ed archetipo della convivialità urbana. Le panchine e i bar attorno diventano parte del concerto, e i 30€ di ingresso sono ben spesi per accedere ad una situazione multiforme ed interessante come quella che si crea grazie all’evento.
Besos
Aggiornamento: oh gioia! la scheda di rete non era stata arrostita dal fulmine, era solo partita la configurazione del router. Miracolo! Risono in rete.
xxx
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