Un amico mi ha inviato un link ad un articolo apparso sul Corriere riguardo al razzismo:
Io così gli ho risposto, e il tema rientra nel topic dei post precedenti: perchè ho lasciato Londra.
Ho avuto anch’io dei vicini giamaicani a vauxhall e ho avuto non poche difficoltà e anche sheer abuse… una volta ho dovuto chiamare il padrone di casa perchè ad agosto, il carnevale giamaicano, questi gli davano dentro con lo stereo per giorni a fila, ubriachi come schifi (nonni e nipoti allo stesso modo) e quando mi sono lamentato mi hanno aggredito con furia e supremo sdegno dicendo che chi k**** ero io per dirgli cosa dovevano fare senza essere nemmeno inglese, e mi sono dovuto barricare in casa per evitare di farci a botte (ma con la nonna, ubriaca dura e urlante, mica coi nipoti!).
Il padrone di casa mi ha detto che era meglio se ci parlava lui, essendo inglese, che così questi gli davano retta. Comunque io di lì a poco me ne sono andato a stare da un’altra parte (a Brixton, dalla padella nella brace!), anche perchè i miei coinquilini erano dei ventenni coatti senza un minimo di abitudine alla convivenza.
In inghilterra alcuni giamaicani si comportano come bambini viziati da un ex-regime colonialista. Siccome sono stati schiavizzati e hanno praticamente costruito le infrastrutture del regno unito, si sentono in diritto di fare come gli pare e rispondono solo alla regina, come se avessero una dispensa dalle regole della convivenza civile. Hai presente “fai la cosa giusta” di spike lee? una roba del genere…
Alla fine non sai più con chi prendertela, se con gli inglesi schiavisti o con questi che sono delle bestie, fatto sta che ci rimetti tu.
Parlare di queste cose va bene perchè questi devono capire che non possono fare come gli pare quando si trovano in una società europea, come fanno normalmente, ma secondo me non è facile farglielo capire, e la razza c’entra relativamente. C’entra molto la loro cultura, che si può cambiare con un lavoro di educazione, mentre la razza non si cambia.
L’alternativa facile è eliminarli tutti o relegarli in ghetti, che non mi sembrano soluzioni accettabili nè risolutive in una società che si definisce democratica.
Nella società multietnica e multirazziale tutti pagano per gli errori di tutti, e le ferite e le menomazioni di un popolo si ripercuotono sugli altri. L’unica salvezza è pensare che non sarà sempre così, e la convivenza a lungo termine diverrà pacifica. A londra sei, penso, in uno dei principali epicentri di questa situazione e ne subisci gli effetti ogni giorno.
Per me era anche un po’ troppo in effetti.
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