plateau
ovvero in stallo. stasi, vita sospesa in posizione non molto confortevole, nel mio caso specifico. La schiena fa male, non troppo. L’insegnamento mi rende e mi soddisfa. Idem. L’amore? L’amore funziona. Idem cum patatis. Non trovo altra parola più calzante per definire la situazione. C’è un fantastico pezzo di space dub degli Orb che dura 35 min. che si chiama plateau, su OrbLive93. Mi piacevano molto gli Orb negli anni 90, quel disco l’ho consumato. Era un continuum psichedelico che potevi ascoltare a partire da qualunque punto fino a qualunque punto. I pezzi si fondevano l’uno nell’altro, inglobando come nell’ambra frammenti di trasmissioni radio e televisive, canzonette e discorsi decontestualizzati e surreali in varie lingue. Il piacere del suono in sè, una wunderkammer sonora.
Mi sento come se stessi progettando i particolari di un progetto che non esiste.
Pochi minuti fa ho contemplato semiseriamente per la prima voltà la possibilità di iscrivermi su facebook. Poi ci ho ripensato. Adesso la sto considerando di nuovo. Magari trovo qualcuno nella mia stessa situazione e possiamo scambiarci idee ed opinioni. O si risolve in un ennesima perdita di tempo e in un bagno di inutlle mediocrità con conferme di aspettative deluse. Boh. Mi fa fatica.
Giuseppe, quella frase voleva dire che da alcuni punti del mondo ti senti molto lontano da tutti quegli altri luoghi del mondo dove nascono nuovi generi musicali, si osservano nuovi stili di vita, vengono mostrate al pubblico cose mai viste prima e ti godi l’illusione che la società si trasformi sotto i tuoi occhi in tempo reale. E’ un’osservazione lapalissiana sotto una caramellatura di nonsense.
Very me, tendo a darmi molta importanza. Che palle, come faccio a reggermi, e soprattutto a rileggermi.
ma le tastiere istrumente musicale? che dire? spedire? forse tenere! o magari regalare!
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