seratine a camden… (taglia e ricuci)
Ciao mi’. Ciao everyone else, vicini & lontani.
Ah, una serie infinita di donne adolescenti in zatteroni borchiati neri con top neri a scollatura profonda (e estesa da push-up corazzati) e crocioni di bigiotteria messicana al collo. Dio come li ho gia’ visti. Dio quanti ce ne sono. Goths. Cyberpunk. Whatever (la qualsiasi, purche’ sia stata gia’ fatta e legittimata dalla storia) .Gia’, sono i naughties-gli anni zero, i zeranta (?!). Marciano barcollanti verso la metropolitana in vari gradi di ubriachezza perdendosi tremila volte durante il tragitto. Interagiscono in modo confuso con bottiglie in mano. Conversazioni collettive deliranti e poco costruttive. Capelli jet black cotonati in colonne pluridirezionali. Sotto si intravede l’espressione annoiata del tipo delle fotocopie dell’internet cafe’ sulla high street. Venerdi’ sera del bank holiday weekend, uno dei tre dell’estate. Tre merdosi lunedi’ festivi in tutta l’estate. No, per dire, uno dovrebbe anzi essere contento. Comunque e’ piacevole alla fine, come natale carnevale e l’occupazione: all’inizio entri e dici oh cazzo che palle, guardali’ li’, che pensano di fare, io ho altri problemi… e poi ti ci ritrovi invischiato e ci provi gusto, almeno per un po’. Poi puoi andare a giro a dire che ti ha cambiato la vita e merdate del genere, se proprio proprio ti scappa.
Comunque la cosa e’ breve, di una brevita’ fatta di episodi minimi: scenette minime in metropolitana che durano meno di tre minuti. Minirivolte silenziose e inefficaci, amori improvvisi e travolgenti che si consumano in un roteare d’occhi. Crolli rovinosi e definitivi con successive rinascite dalla polvere verso altezze stellari che abbagliano e di nuovo giu’. Uffa, speriamo che non mi vomiti addosso. Non c’e’ aria nei vagoni dei treni della victoria line.Non so cosa stiamo respirando ma non e’ aria. Misteriosamente sopravviviamo. C’e’ un’impossibilita’ ormai fisica di iniziare una conversazione con chiunque. Non ho niente da leggere… merda. Quelli piu’ intelligenti per rimanere sani fingono di essere matti e parlare da soli. Chi legge la stessa pagina del giornale almeno tredici volte di fila pur di non dovere incontrare lo sguardo della persona seduta di fronte. E poi? Oh, la solta roba. Ah, ok. Noiaodionoiaodionoiaodiostresss… ping! Mind the doors please, mind the doors. Tunnel dopo tunnel. Sull’ultima scala mobile l’aria della pseudoprimavera irrompe giocosa e la gente si agita. La vuole. Ma lei e’ inaffidabile di natura e si nega. Sono giochi inani come di chi esibisce una protesi. Essa si concede solo piccole entree’ per poi rivogarci l’ennesima giornata invernale il giorno dopo.
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2 risposte a seratine a camden… (taglia