Londra cambia, e non in meglio. C’e’ un’aggressivita’ nuova e inusitata negli scambi fra la gente per strada… Insulti gratuiti e minacce volano per un niente, e la gente ti urta quasi di proposito.
I loro attriti interni dovuti alla loro societa’ classista non mi riguardano piu’ di quanto non mi riguarda il tempo meterologico che imperversa su questo paese, eppure la pioggia mi bagna come bagna tutti.
E non e’ colpa di nessuno, prendersela con il cittadino qualsiasi e generalizzare e’ inutile, eppure la tensione e’ innegabile e la difficolta’ nella vita di tutti molto vera e presente, anche se ognuno fa del suo meglio per ignorarla e facciamo-finta-che-tutto-va-ben, in stile positive anglosassone.
Per quanto riguarda me, la sensazione di essere al centro di qualcosa se ne e’ andata tempo fa: adesso lavoro in uno studio di “architettura”, facendo l'”architetto”, presentando planning applications, passando poco o nulla tempo a progettare e molto a occuparmi delle convoluzioni gestionali e amministrative che spingono un progetto (spesso per niente interessante, o al meglio “funzionale”) dalla carta alla realta’, una realta’ fatta di metri quadri, parcelle e profitti di qualcun altro.
E se una di quelle mostruosita’ per appartamenti viene in essere per colpa mia, che ci posso fare: dopotutto sono solo figlio dello zeitgeist.
Johannes Itten per favore proteggimi dagli incubi striscianti della barbarie disumanizzante della pseudoarchitettura del modernismo educato senza colore.
4 risposte a Londra cambia, e non